Consulenze esterne nei comuni capoluogo 2006 e 2007, molti incarichi ingiustificati. Per il solo Comune di Catania ricorso a legali esterni per 250 mila €
PALERMO – Il conferimento degli incarichi di consulenza e collaborazione nelle amministrazioni comunali, con nomine di professionisti esterni, in riferimento agli anni 2006 e 2007, è stato oggetto di una indagine da parte della Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione Siciliana.
Davanti ai magistrati contabili, ieri sono stati chiamati a fornire chiarimenti in materia i rappresentanti dei nove Comuni capoluogo di Provincia dell’Isola. I giudici hanno particolar modo verificato se siano state rispettate le normative vigenti all’epoca e soprattutto se siano stati adottati i previsti interventi per il contenimento della spesa, attuabile ad esempio, avvalendosi del personale già in organico.
Nel decreto Bersani (223/2006) inoltre era stata specificatamente prevista la riduzione delle collaborazioni esterne e delle consulenze, eccezione fatta per progetti speciali o in assenza di adeguate figure professionali interne. Tali indicazioni erano state poi riprese dalla legge finanziaria del 2008, contemplando pure il risarcimento erariale per quei dirigenti che avessero fatto ricorso ad investiture non indispensabili ed ottenute senza le opportune selezioni comparative. Come ha osservato la Corte dei Conti inoltre, spesso i Comuni hanno sborsato somme ingenti, talora forfettarie e non agganciate a nessun tariffario e in molti casi senza il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Numerose le violazioni contestate, in special modo ai Comuni di Palermo e Catania.
Nell’amministrazione etnea ci sarebbe stato un eccessivo ricorso a legali esterni con una spesa di oltre 250 mila euro, mentre nel capoluogo il sindaco Diego Cammarata, oltre ad effettuare la nomina (poi mai formalizzata) di un avvocato per essere difeso per l’intero mandato, da “eventuali” danni alla sua immagine, ha poi assunto un plotone di giornalisti con compensi diversi per le medesime prestazioni (contratti per altro poi diventati a titolo gratuito e non rinnovati dal gennaio 2009). Gli stessi dirigenti di Palazzo delle Aquile, intervenuti all’adunanza davanti alla Corte presieduta da Rita Arrigoni, hanno ammesso che alcune iniziative risultano oggettivamente indifendibili.
Ma ieri la Corte ha anche ascoltato le delucidazioni dei rappresentanti di 19 Comuni (tra cui Messina e Siracusa) in merito agli accertamenti compiuti sulle operazioni di finanza derivata concluse dagli enti negli anni 2006 e 2007. E intanto, in questi giorni, per fronteggiare l’ingente mole di lavoro sono arrivati tre nuovi magistrati referendari vincitori di concorso.