Sicilia fanalino d'Italia anche in sicurezza - QdS

Sicilia fanalino d’Italia anche in sicurezza

Paola Giordano

Sicilia fanalino d’Italia anche in sicurezza

mercoledì 16 Gennaio 2019

Istat e classifiche sulla qualità della vita certificano gli scadenti risultati dell’Isola. Una criminalità spesso opprimente mette in crisi il sistema economico e sociale. Forbice ancora ampia rispetto al resto del Paese: urge un repentino cambio di passo

PALERMO – Che ogni individuo abbia diritto, oltre che alla vita e alla libertà, anche alla sicurezza della propria persona non è di certo cosa nuova: l’Assemblea generale delle Nazioni unite, nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo lo mise, nero su bianco, più di settant’anni fa.
Quella sicurezza, però, in Sicilia fatica a essere garantita: nonostante gli sforzi delle Forze dell’ordine e della Magistratura, il fenomeno mafioso è ancora il cancro dell’Isola e scippi, furti e rapine ormai non fanno più notizia, dato quanti se ne registrano nelle nostre città.
Accanto ai reati “tradizionali”, negli ultimi anni hanno però preso piede anche “nuove” tipologie di crimini: quelli legati al mondo del web.
Insomma, tutto si può dire fuorché la nostra criminalità non stia al passo con i tempi.
 
A confermare quanto le nostre città siano “insicure” sono, cifre alla mano, i dati diffusi pochi giorni fa dall’Istat e relativi all’anno 2017. Da essi emerge un quadro preoccupante, specie nelle città più grosse: oltre 7.000 furti di autovetture, la metà dei quali si è verificata nel capoluogo etneo, più di 1.500 delitti connessi a stupefancenti, i cui due terzi riguardano le due big, Palermo e Catania, ma anche quasi 5.000 tra truffe e frodi informatiche. Un bottino niente male.
 
Con l’obiettivo di offrire una visione ad ampio spettro della situazione “sicurezza” nell’Isola, analizziamo di seguito sei diverse tipologie di reati.
 
FURTI DI AUTOVETTURE – Tra i reati più comuni in cui un cittadino può incappare quotidianamente ci sono i famigerati furti di autovetture: solo nel 2017 le Forze dell’ordine ne hanno segnalati alle Autorità giudiziarie ben 7.154. Di essi, quasi la metà si è verificata a Catania (3353), che la fa da padrone insieme a Palermo (2.890). Seguono a distanza Messina (381), Siracusa (240) e Ragusa (114). Le altre città riportano numeri nettamente più bassi, ma non c’è da cantar vittoria: bisogna – vale anche per i reati che verranno analizzati in seguire – pur sempre tener conto del fatto che le due big possiedono un numero di abitanti di gran lunga maggiore rispetto agli altri sette capoluoghi.
 
RAPINE – Un altro spiacevole quanto diffuso reato che interessa le nostre città è la sottrazione di una cosa altrui mediante l’uso della forza o della minaccia: la rapina. Nell’anno analizzato ne sono state segnalate quasi 1.300. Anche in questo caso è Palermo a detenere il maggior numero di reati denunciati nel 2017, ben 693, quasi il doppio rispetto alla città etnea che, con le sue 343 rapine, conquista il secondo posto. La città meno a rischio è Enna, dove sono state registrate solo due rapine nel periodo analizzato.
 
RAPINE IN BANCHE E UFFICI POSTALI – Un capitolo a sé merita una particolare tipologia di rapina: quella che coinvolge le banche o gli uffici postali. Risale a pochi giorni fa l’ultimo assalto a un istituto di credito catanese, ma la lista è lunga: nel 2017 sono state 19 le filiali tra banche e poste saccheggiate a Palermo e 12 quelle colpite a Catania. Messina e Siracusa vantano una sola rapina di questo tipo, mentre le restanti cinque risultano baciate dalla fortuna nel 2017: nessuna rapina a istituti bancari o a uffici postali ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Trapani.
 
DELITTI CONNESSI ALLE SOSTANZE STUPEFACENTI – Altro tasto dolente delle città isolane è rappresentato dai delitti connessi alle sostanze stupefacenti: dalla produzione allo spaccio. A eccezione di Enna, tutti i capoluoghi registrano più di cinquanta reati legati al mondo delle droghe. I picchi si toccano, neanche a dirlo, a Catania (469) e Palermo (575).
 
ESTORSIONI – È il reato commesso da chi, con violenza o minaccia, costringe qualcuno a fare o non fare qualcosa per trarre per sé o per altri un ingiusto profitto. E si è configurato nel 2017 ben 281 volte: nello specifico quattro sono stati i casi denunciati a Enna, sei quelli a Caltanissetta, otto a Ragusa e undici rispettivamente ad Agrigento e a Trapani. Nella città aretusea ci si è fermati a quota venti mentre a Messina quella soglia si è abbondantemente superata (36). La medaglia di argento, con 64 reati di estorsione, va a Catania, che ha registrato circa la metà dei casi di Palermo (121).
 
TRUFFE E FRODI INFORMATICHE – Dulcis in fundo, annoveriamo i reati relativi alla criminalità 2.0: le truffe e le frodi informatiche. Tutti i capoluoghi siciliani, eccezion fatta per Enna (83), vantano numeri a tripla cifra. Per contare truffe e frodi informatiche nella città di Palermo di cifre ne servono poi ben quattro: sono oltre 2.000 infatti i reati legati al mondo del web.
 
Con questi numeri non stupiscono i risultati ottenuti anche nell’ambito della sicurezza dalle nove siciliane nelle recenti classifiche sulla qualità della vita, pubblicate alla fine dell’anno appena trascorso. Il Sole 24 Ore confina Catania in penultima posizione a livello nazionale, mentre Siracusa, Messina e Palermo si piazzano rispettivamente 96^, 95^ e 94^ (su 107). Nelle ultime venti posizioni rientra anche Ragusa (90^). Sparse a metà classifica ci sono Caltanissetta (69^), Trapani (47^), Enna (41^) e Agrigento, che con il suo 39° posto risulta la città siciliana più “sicura”.
 
Risultati, questi ultimi, che sembrano incoraggianti ma così non è perchè rispetto all’anno precedente solo Trapani è migliorata. Palermo resta ancora nella sua 94^ posizione, mentre le restanti sette sono in discesa.
 
La peggiore, secondo Italia Oggi è invece Siracusa (101^), che stacca di poche posizioni Trapani (98^). Catania è qui 90^, mentre dieci posti più sopra si piazza il capoluogo di Regione (80°), mentre Ragusa è 75^. A metà classifica troviamo Caltanissetta (63^), Messina (58^) e Agrigento (55^), mentre si possono dormire sonni più tranquilli a Enna (34^). Anche secondo questa classifica il trend, rispetto all’anno precedente, è negativo: ben sei siciliane su nove hanno infatti registrato un peggioramento che, proprio nel caso di Enna, è il più vistoso (meno 15 posti).
 
Insomma, sentirsi sicuri nella nostra Isola è, purtroppo, ancora un lusso che in pochi possono permettersi.
 
 
 
Il trend quinquennale di Palermo e Catania
 
I risultati ottenuti delle due big siciliane, Palermo e Catania, non sono confortanti: le due città si giocano il primo e il secondo posto di tutte le tipologie di reato analizzate. Guardando la quantità di tali delitti negli ultimi cinque anni (disponibili solo per queste due città) si ha maggiore contezza di come la criminalità si stia evolvendo di pari passo con la tecnologia: se, infatti, quelli che possiamo catalogare come reati “tradizionali” risultano in netto calo, i crimini più “innovativi” sono cresciuti in maniera esponenziale.
 
Truffe e frodi informatiche sono vistosamente aumentate dal 2012 al 2017 sia a Palermo, dove si è passati da 1.866 a 2.047 reati di questo genere, sia a Catania, che dai 732 illeciti legati al mondo del web denunciati nel 2012 è arrivata a superare quota 900.
 
A crescere nelle due città sono anche i reati connessi alle sostanze stupefacenti: Catania che nel 2012 contava ben 396 contro i 314 delitti registrati a Palermo, ma a distanza di cinque anni è stata scavalcata da quest’ultima: nel 2017 la città etnea è arrivata a sfiorare i 470 reati di tale tipologia, mentre Palermo ha superato di gran lunga quota 500.
 
Continuano poi a rappresentare un tarlo difficile da debellare le estorsioni, che negli ultimi cinque anni a Catania sono cresciute di poche unità (da 61 a 64), confermandosi un fenomeno ben radicato nel territorio, mentre a Palermo sono addirittura raddoppiate (da 60 a 121).
 
Qualche buona notizia, però, c’è pure: tra i reati sopra analizzati emerge che i furti di autovetture e le rapine sono nettamente diminuiti. A Catania si è passati dai quasi 5.300 furti di auto nel 2012 ai 3.353 del 2017, mentre a Palermo si è scesi da 3.944 a 2.890. In entrambe le città le rapine (comprese quelle nelle filiari bancarie o postali) si sono più che dimezzate.

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