Home » Sea Watch: il Garante per i detenuti, “È illecita detenzione”

Sea Watch: il Garante per i detenuti, “È illecita detenzione”

Sea Watch: il Garante per i detenuti, “È illecita detenzione”

Mauro Palma – che ha informato anche la Procura di Siracusa – avvisa Toninelli: "Far sbarcare subito i naufraghi per evitare all’Italia di dover rispondere di violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo". Il Garante dell’Infanzia scrive a Mattarella, Casellati, Fico e Conte. Cinquanta organizzazioni scrivono al premier

Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Mauro Palma ha scritto al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, chiedendo l’immediato attracco della nave Sea Watch 3 e il conseguente sbarco delle persone soccorse, "nella chiara finalità di tutelare i diritti delle persone salvate e di preservare il Paese dal dover rispondere in sede internazionale di possibili violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu)".
 
Secondo Palma, "la situazione di stallo venutasi a creare per gli effetti della mancata autorizzazione all’attracco e dell’impossibilità della nave di riprendere la navigazione determina la privazione di fatto della libertà dei migranti soccorsi".
 
"Oltretutto – sottolinea – è stato anche superato il limite massimo di 96 ore che la legge prevede per il fermo di una persona senza convalida giurisdizionale" .
 
Nella lettera il Garante nazionale ha chiesto con la "massima urgenza" al Ministro informazioni relative all’assegnazione di un porto sicuro (Pos) dove sbarcare le persone ora a bordo della nave Sea Watch 3; all’indicazione data e allo stato attuale della situazione circa l’impossibilità di approdo, con la specificazione della motivazione; alla presenza di donne e minori a bordo; alla sistemazione delle persone salvate in ambienti coperti o esterni, con l’indicazione numerica in un caso e nell’altro; alle condizioni materiali attuali e alle azioni intraprese per rispettare il divieto di trattamenti inumani e degradanti, con particolare riferimento all’accesso a cibo e acqua e alla tutela della salute; ai motivi di ordine pubblico e sanità pubblica che hanno portato all’adozione dell’ordinanza che vieta a ogni natante di avvicinarsi alla Sea Watch 3.
 
Le persone a bordo di una nave che ha fatto ingresso nelle acque territoriali italiane, per quanto battente bandiera straniera, "sono sotto la giurisdizione del nostro Paese – fa notare ancora Palma – e ciò implica la responsabilità dello Stato per ogni eventuale violazione dei diritti umani: la situazione di privazione di fatto della libertà personale, in violazione dell’articolo 13 della Costituzione e dell’articolo 5 della Cedu; il mancato avvio delle procedure individuali di identificazione e quindi la mancata considerazione delle posizioni individuali, a rischio di violazione del divieto di espulsioni collettive; la mancata considerazione degli aspetti di vulnerabilità individuale, a rischio di violazione dell’articolo 3 della Cedu; la possibile violazione del divieto di non refoulement, considerato che le persone soccorse dalla nave Sea Watch 3 provengono dalla Libia, Paese verso cui non possono essere respinte; il rischio di violazione del diritto d’asilo regolato dalla Convenzione di Ginevra; la possibile violazione dell’articolo 3 della Cedu in relazione alle condizioni in cui sono costrette le persone migranti a bordo".
 
Palma ha informato delle sue "preoccupazioni" anche la Procura della Repubblica di Siracusa, soffermandosi in particolare sulle possibili responsabilità penali riguardo a "un’illecita detenzione dei migranti" e sui rischi di condanne del nostro Paese in sede internazionale.
 
Il Garante nazionale ribadisce il principio che le persone sono sempre un fine e mai un mezzo per raggiungere qualsiasi obiettivo e si riserva di aprire un confronto in ambito europeo sull’atteggiamento tenuto dalle autorità olandesi nella gestione della vicenda Sea Watch 3.
 
Intanto la presidente dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano ha reso noto di aver inviato al Presidente Mattarella, ai presidenti di Senato e Camera Casellati e Fico e "al presidente del Consiglio e al Ministro dell’Interno ai sensi dell’art. 3 della legge 112/2011, istitutiva dell’Autorità" una segnalazione per tutelare immediatamente i minori della Sea Watch.
 
"La condizione di vulnerabilità delle persone di minore età – aggiunge – deve essere tutelata immediatamente e adeguatamente nel rispetto della legge interna e delle norme internazionali alla luce del principio del superiore interesse del minore. Per questo i minorenni presenti sulla Sea Watch vanno fatti sbarcare".
 
Per l’autorità Garante, "la legge italiana prevede che il respingimento non possa avvenire "in nessun caso".
 
Le fonti internazionali, europee e interne stabiliscono poi per le persone di minore età il diritto a un’adeguata accoglienza in Italia.
 
Intanto cinquanta organizzazioni hanno scritto al premier Conte definendo "urgenza improrogabile che i minori e tutte le persone presenti a bordo possano toccare terra nel più vicino porto sicuro e non restare ostaggio di dispute politiche alle quali, siamo certi converrà, il rispetto degli esseri umani e dei loro basilari diritti va sempre anteposto".
 
Nella lettera in particolare si chiede al premier che si dia seguito oggi stesso alla richiesta della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Catania di far sbarcare i minori, sottolineando che "le disposizioni della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, del diritto internazionale del mare, della Convenzione Europea sui diritti umani, della nostra Costituzione e delle leggi interne di tutela dei minori di 18 anni rendono lo sbarco un atto dovuto, sinora ritardato senza comprensibili motivi".