Catania - Tari, la stangata è servita: +15 per cento. E ora la tariffa "è la più cara d'Italia" - QdS

Catania – Tari, la stangata è servita: +15 per cento. E ora la tariffa “è la più cara d’Italia”

Catania – Tari, la stangata è servita: +15 per cento. E ora la tariffa “è la più cara d’Italia”

giovedì 31 Gennaio 2019

Le opposizioni fuori dall'aula, atto approvato con soli 15 consiglieri. Un obbligo di legge non legato al dissesto. L'Assessore al Bilancio Bonaccorsi: “Nessuno di noi si sente fiero ad avere la tariffa più alta del Paese, ma le variazioni sono determinate dai costi reali”

CATANIA – Aumenta la tassa sulla raccolta dei rifiuti. Per il servizio, nel 2019, i catanesi pagheranno il 15 per cento in più. Come annunciato nei giorni scorsi, la delibera predisposta dall’amministrazione Pogliese, affinché l’intero costo del servizio sia coperto dalle entrate, come previsto da legge, è stata approvata dal Consiglio comunale. Non senza difficoltà da parte sia dei proponenti, in questo caso lo stesso primo cittadino e l’assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, che dei consiglieri costretti di fatto a dare il via libera agli aumenti indiscriminati per tutte le categorie.
 
“Un obbligo di legge non legato al dissesto – ha spiegato il proponente, l’assessore al Bilancio, nonché vicesindaco, Roberto Bonaccorsi – ma al fatto che il servizio deve essere coperto interamente dalle entrate e che, nelle previsioni dello scorso anno, vi erano dei dati non esatti. I costi previsti nel 2017 ammontavano a 71 milioni – ha continuato – mentre quest’anno ammontano a 83 milioni e non perché sia aumentato il costo del servizio, che è rimasto lo stesso – ha evidenziato – ma perché i costi sono stati classificati e determinati in maniera puntuale”. Cosa che ha portato l’amministrazione, nella predisposizione delle tariffe per l’anno in corso, a dover recuperare ben 12 milioni di euro. “Nessuno di noi si sente fiero ad avere la tariffa più alta d’Italia – ha aggiunto Bonaccorsi – ma le variazioni sono quelle determinate dai costi reali”.
 
Aspetto condiviso dai presenti in aula, 15 consiglieri di maggioranza (le opposizioni hanno preferito uscire), il minimo necessario per la validazione del voto, alcuni dei quali hanno richiesto azioni per il contrasto all’evasione, altissima in città, e altri che hanno espresso dubbi sulla tariffa unica per tutte le categorie. In particolare la capogruppo di “In campo con Pogliese”, Paola Parisi, che sulla questione aveva presentato un emendamento, è uscita dall’aula palesando la propria contrarietà a quanto stabilito dalla Giunta.
 
È stato il vicesindaco a rassicurare come la delibera predisposta – e poi approvata – potrà essere rivista già a partire dall’anno prossimo ed eventualmente ritoccata al ribasso. Bonaccorsi ha annunciato infatti “l’avvio di un riscontro incrociato dei dati in possesso dal Comune con un’azione che sarà diretta, concreta ed efficace, a differenza di quella compiuta negli anni scorsi ha prodotto risultati imbarazzanti sotto il profilo della riscossione delle entrate tributarie del Comune di Catania”.
Una questione su cui si è soffermato anche il sindaco Pogliese, presente in aula. “L’amministrazione sta avviando un imponente piano antievasione con l’impiego di personale comunale per scovare i tanti, troppi, contribuenti evasori totali che a Catania finora sono rimasti indisturbati – ha sottolineato il primo cittadino, che si è impegnato pubblicamente ad “abbassare, al massimo entro due anni, le tariffe Tari che nostro malgrado abbiamo dovuto adeguare ai costi”.
 
Oltre all’aumento della Tari, il senato cittadino ha approvato anche gli adeguamenti tariffari ai servizi comunali a domanda individuale, tra cui il servizio di trasporto funebre, lievitato di circa il 100 per cento. “Erano costi – ha concluso Bonaccorsi – che non venivano adeguati da una trentina d’anni”.

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