Dopo il cambio di indirizzo sulla politica, da neutralità a partecipazione, Papa Francesco ha espresso un altro indirizzo, in questo caso rivoluzionario. Ha esclamato: “Il sesso è un dono di Dio, serve l’educazione a scuola”.
Certo, la gerarchia vaticana non ha preso bene questa seconda esclamazione di Bergoglio, perché essa è arroccata sulla conservazione del Potere che si ciba dell’esclusione della massa dei credenti dalle questioni di vertice.
L’apertura del Papa si avvicina all’eliminazione del celibato del Clero e della castità, perché andare contro la natura umana è peccato, non il contrario.
Nella natura umana c’è il sesso, che è un aspetto e un’attività estremamente importante, non solo per la riproduzione ma anche per i processi chimici che attiva e che fanno tanto bene alla nostra salute.
Non sarà questo Papa che arriverà a risolvere i due citati problemi, di celibato e castità. Gli stessi potranno essere risolti in senso umano dal successivo Pontefice a condizione che abbia la stessa apertura mentale dell’attuale. Ma la gerarchia vaticana farà di tutto perché venga eletto un Papa diverso da questo, che ritorni sul binario delle restrizioni e della negazione della stessa natura umana.
Anche sulla pedofilia Bergoglio è stato rigoroso facendo dimettere preti e prelati di ogni livello, ma ha dichiarato, un po’ sconsolato, che non ha certezza che essa finirà. Questo suo pessimismo è collegato con le questioni prima richiamate, che riguardano appunto celibato e castità dei preti.
Se il Padreterno avesse considerato un atto contro di Lui la pratica del sesso non l’avrebbe creato in questo modo, cioè non avrebbe dotato l’essere umano di quegli impulsi che lo spingono a praticarlo.
Dal che ne consegue che fare sesso non è peccato, mentre è peccato rubare, uccidere, evadere le imposte. “Ho paura di chi va in chiesa la domenica e poi paga in nero”: ecco cosa ha affermato il Papa sull’aereo che lo portava da Panama in patria.
Non si capisce perché la gente, ipocrita e superficiale, continui ad andare contro natura.
L’educazione sessuale dovrebbe essere materia di insegnamento, ovvero insegnata dai docenti anche in appendice alle proprie materie, perché costituisce un modo realistico per trasferire a ragazzini/e e ragazzi/e una serie di informazioni in modo corretto. Ciò eviterebbe di scoprire il sesso in modo sbagliato perché proveniente da fonti sbagliate.
Ci vuole equilibrio in tutte le cose che facciamo. Anche buonsenso. Leggendo la Bibbia, i 46 libri del Vecchio testamento e i 27 del Nuovo testamento, si capiscono tante cose e soprattutto si evincono quei valori eterni che non sono apparsi per la prima volta nell’Umanità nei 73 Testi ma che provengono da qualche migliaio di anni prima.
Solo che la gente non legge, non si impegna per cercare di capire da dove proveniamo e soprattutto di “scoprire” quei valori sui quali dovrebbe essere improntata la nostra vita.
Corruzione e prostituzione sono nate con l’uomo e con esso moriranno. Bisogna combatterle con tutte le forze non tanto per la speranza di eliminarle ma quantomeno di irreggimentarle.
Perciò occorrono regole funzionali e sistemi di controllo perché esse vengano rispettate da tutti. Non si capisce perché, di conseguenza, siano stati chiusi i bordelli, che appunto realizzavano i due obiettivi: osservanza delle regole e controllo.
Parimenti, non si capisce perché vi siano regole a maglie larghe che consentano di non controllare la corruzione. Queste regole, nell’era moderna dovrebbero poggiare sulle due T: trasparenza e tracciabilità. La tracciabilità si ottiene digitalizzando tutto, ma proprio tutto. Non ci dovrebbe essere atto o fatto non tracciato. La trasparenza si ottiene attraverso regole rigorose e forti sanzioni per chi le dovesse violare
Di fronte a questi due peccati, corruzione e prostituzione non controllata, ha fatto bene il Papa a far scendere di livello la questione del sesso, ricordando, come prima si scriveva, che è un dono di Dio, per cui praticarlo correttamente non può essere additato come comportamento esecrabile.
