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Catania – Corso dei Martiri, tutto ancora fermo per una certificazione

Desiree Miranda

Catania – Corso dei Martiri, tutto ancora fermo per una certificazione

venerdì 08 Febbraio 2019

Nessuna conclusione certa all’orizzonte per il nuovo Corso dei Martiri. A un anno dall’avvio dei lavori non si è ancora messa la parola fine ai primi cantieri per il nuovo look del quartiere San Berillo. L’assessore comunale Giuseppe Arcidiacono: “Se non arriva come da protocollo di legalità, io non procedo”

CATANIA – Nessuna conclusione certa all’orizzonte per il nuovo Corso dei Martiri. A un anno dall’avvio dei lavori non si è ancora messa la parola fine ai primi cantieri per il nuovo look del quartiere San Berillo. L’empasse è dovuta alla burocrazia legata al protocollo di legalità che, per chiunque partecipi in modo diretto o indiretto ai lavori e per qualsiasi importo, prevede un certificato antimafia rilasciato dalla Prefettura d’appartenenza.
 
“Siamo in attesa delle famose liberatorie. Se non arriva come da protocollo di legalità io non procedo. Quando le ditte o chi per loro saranno tutte in trasparenza io potrò completare quest’opera di urbanizzazione. Io non vedo l’ora, è un pezzo di città che dobbiamo recuperare e dare la giusta dignità. Se le cose vanno celermente forse a febbraio ce la facciamo davvero, ma non ho la certezza”, afferma l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Arcidiacono.
 
In realtà sarebbe solo una la ditta non in regola con la certificazione e probabilmente non l’avrà mai. Il fatto è che tale certificazione è prevista dalla legge solo per certe soglie di pagamento, soglia che non si raggiunge nel caso specifico quindi la Prefettura di Caserta, a cui è legata la ditta, non rilascia il documento nonostante sia obbligatorio secondo il protocollo di legalità. “Abbiamo avuto tutte le certificazioni possibili tranne per uno perché la legge non prevede l’iscrizione in white list per questo tipo di fornitura”, spiega il Rup Salvatore Ferracane, Direzione Lavori pubblici del Comune.
 
Un problema già noto da dicembre, ma non ancora risolto perché non si è trovato un accordo tra la ditta, che ha già fornito e installato le panchine, e l’ente appaltante. Quest’ultimo, per risolvere il problema burocratico, ha infatti deciso ti cambiare la ditta di riferimento e allo stesso tempo tornare alla scelta del progetto originario che prevedeva panchine in pietra bianca invece delle attuali in ferro. La ditta però non ci sta, anche perché ha già speso dei soldi per i sedili già posizionati e che non gli sono stati pagati. Un contenzioso che lo stesso Ferracane sta cercando di risolvere con un accordo di massima. “L’articolo 205 del Codice degli appalti prevede il cosiddetto accordo bonario. In pratica le due parti devono cedere alle loro posizioni attuali e trovare un accordo che ponga una pietra tombale su tutti i contenziosi”, spiega il Rup.
 
Nell’attesa comunque, l’impresa aggiudicatrice dell’appalto, ha ordinato i campioni delle panchine che dovrà sottoporre al vaglio dell’assessorato ai lavori pubblici del Comune. Per quanto riguarda strettamente i lavori è quasi tutto pronto. Oltre le panchine che dovranno essere cambiate, mancano gli allacci idrici ed elettrici, ma od ogni modo c’è un ritardo certificato alla data del 17 dicembre. Ritardo che include proproghe su proroghe, considerando che i lavori avrebbe dovuto essere consegnati a luglio, per cui “sono certo che alla fine saranno applicate delle penali”, conclude Ferracane.

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