Quando sorge il sole, il leone va a caccia dell’antilope per procurasi il cibo. Quando sorge il sole l’antilope fugge dal leone per non diventare cibo.
È la regola della vita che impone a ogni essere vivente, ogni giorno, di procacciarsi il cibo, ovviamente anche in senso metaforico, nel senso, cioè, che vi è la necessità di soddisfare i bisogni essenziali e per farlo occorre che ognuno metta in essere le proprie capacità per raggiungere l’obiettivo finale.
L’essere umano, però, è vorace ed egoista, per cui non si accontenta di quello che gli serve. Spesso vuole di più, molto di più, per bearsi di cose superflue rispetto ai bisogni essenziali.
Certo le persone umane non sono perfette e neanche perfettibili, guidate dalla pancia più che dalla testa, la quale resta vuota delle cognizioni essenziali che permettano di capire quali siano i meccanismi della vita e i comportamenti che si devono adottare, per rimanere sui binari dell’equità e del rispetto per il prossimo.
Procacciarsi il cibo ogni giorno, ovviamente in senso metaforico, non può essere frutto di un comportamento predatorio, ma semplicemente della necessità vitale di sostenersi, non solo, ma anche di sostenere la propria famiglia e, in senso lato, di sostenere tutta la Comunità.
Il discorso è semplice, ma difficile da comprendere perché gli impulsi materiali, quando non sono controllati dalla mente, prendono sovente il sopravvento e debordano rispetto ai veri fabbisogni di ognuno.
Utòpia è il volumetto che Thomas More scrisse nel 1516. Vi si descrive una Comunità in cui i componenti non sono proprietari di nulla in quanto i beni sono collettivi e a disposizione di tutti. Ognuno può prelevare ciò che gli serve strettamente, ma non di più. Tutti lavorano per accrescere questa sorta di calderone a disposizione della collettività.
Dal titolo di quell’operetta è rimasta nel senso comune la parola utopìa, cioè un qualcosa di teorico che non è ottenibile né raggiungibile concretamente. Ed è proprio qui la differenza tra le cose vere e quelle irreali, le quali qualche volta si sognano ma devono restare presenti solo come sogni.
Procacciarsi il cibo ogni giorno è necessario mediante il proprio lavoro, il proprio impegno e il proprio sacrificio, elementi senza dei quali non si può raggiungere alcun risultato. Ovviamente questa analisi non riguarda i comportamenti disonorevoli, disonesti e delinquenziali nei quali i valori etici non sono presi come punti di riferimento.
Lavorare onestamente si può e si deve, pagare il proprio contributo sotto forma di imposte e tasse alla collettività si può e si deve. D’altra parte, cioè dalle Istituzioni, ci deve essere altrettanta osservanza dei valori etici, servendo i cittadini presto, bene e con la minore spesa possibile.
Anche questa è un’utopia, forse, e forse è un sogno. Ma i sogni servono per accelerare i nostri comportamenti in una realtà che diversamente si appesantirebbe trascinandoci verso il basso. Invece dobbiamo puntare in alto migliorandoci, studiando, lavorando proficuamente con intensità e cercando di realizzare il nostro progetto di vita.
Procacciarsi il cibo ogni giorno significa valutare tutte le circostanze nelle quali ci troviamo, significa avere rispetto per gli altri e pretenderlo per se stessi, significa acculturarsi e mettersi nelle condizioni di ottenere quello che serve al proprio fabbisogno, non di più.
È inutile pensare che gli altri devono risolvere i nostri problemi o che la Comunità sia una sorta di Bengodi nella quale ognuno riceve senza dare. è esattamente il contrario, ognuno deve dare senza nulla chiedere, sapendo che prima o dopo arriverà la contropartita.
Il comportamento analizzato non deve essere mai predatorio ma solo strumento per il sostentamento proprio e degli altri componenti del nucleo familiare, che può essere allargato a tutta la Comunità.
Stare insieme non è facile perché occorre comprimere al massimo il proprio individualismo e far prevalere i bisogni collettivi, nell’ambito dei quali ognuno può muoversi secondo le proprie capacità e le proprie finalità.
Non scriviamo nulla di nuovo. Tutto funziona così da quando c’è l’uomo e forse, nonostante l’evoluzione, i meccanismi non muteranno, perché la natura umana è fatta in questo modo.
