Il documento finanziario ha trovato i voti favorevoli anche di parte del Centro-sinistra. “Tre le opere pubbliche le prime dieci priorità riguardano interventi sulle scuole”
MESSINA – Bilancio di previsione 2019/2021 esitato senza scossoni e sindaco soddisfatto. “Il Comune di Messina da oltre 30 anni non approvava il bilancio di previsione nei tempi e nel rispetto di tutte le norme contabili”. Posta così Cateno de Luca su fb. “Ringrazio il Consiglio comunale per aver approvato responsabilmente la nostra proposta accogliendo il mio invito di rinviare alla variazione di bilancio le legittime richieste di destinare risorse a cose importanti per l’intera collettività”. Il commento è accompagnato da una foto (qui a fianco) che lo ritrae con il presidente del Consiglio comunale Claudio Cardile (Pd), immagine che dice molto sul rapporto tra Amministrazione e Civico consesso.
Il documento finanziario, passato con 14 voti favorevoli, quattro astenuti e tre contrari, di fatto, fa emergere una maggioranza a sostegno dell’esecutivo che ha potuto contare non solo sul centrodestra ma anche su parte del centrosinistra. Hanno votato a favore infatti i consiglieri di Sicilia futura e di LiberaMe, costola del Pd, per i quali il bilancio è corretto e inattaccabile sotto il profilo amministrativo e tecnico – contabile ma soprattutto è “urgente”.
Elemento che ha inevitabilmente pesato sul voto è la stabilizzazione dei 76 precari del Comune. Durante il dibattito in Aula hanno fatto sentire la loro presenza, pressando perché non si vanificasse questa ulteriore occasione. Oggi infatti si riunisce a Roma la Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali che per decidere sul loro passaggio a tempo indeterminato deve avere il previsionale approvato.
Nelle dichiarazioni di voto i consiglieri favorevoli hanno evidenziato il “senso di responsabilità” nei confronti di questi lavoratori ma Piero La Tona, capogruppo di Sicilia Futura, sottolinea che in aula non c’è alcuna “maggioranza”. “Abbiamo rilevato la bontà dei parametri contabili. Non viene aumentato il prelievo a carico dei contribuenti, non viene utilizzato per quadrare il bilancio l’ avanzo di amministrazione, viene ridotto l’ indice inerente la spesa rigida , viene rispettato il rapporto con l’ indebitamento inserito nel piano di riequilibrio”.
E ancora “tra le opere pubbliche le prime 10 priorità riguardano interventi sulle scuole. Anche i fondi per le manutenzioni ordinarie sono stati aumentati, così come quelli per le manutenzioni stradali”. Oltre 5 milioni sono previsti per potenziare il trasporto pubblico, ricorda ancora La Tona, cifra che servirà intanto per pagare gli stipendi dei dipendenti di Atm. Le opposizioni al documento contabile sono venute dai consiglieri del M5S, unici a votare contro e da Antonella Russo e Felice Calabrò (Pd) che si sono astenuti. Antonella Russo ha attaccato l’operato dell’Amministrazione sulle partecipate e sull’allineamento dei dati contabili con il Comune.
“Di Arisme non si capisce come funzionerà. Messina Social City dovrebbe essere operativa tra qualche giorno ma non abbiamo notizie sul passaggio dei lavoratori, sui fornitori, sul Tfr. Poi la Patrimonio Spa, che sta per essere costituita e che va contro l’indirizzo della Corte dei Conti, che ci dice che le partecipate le dobbiamo tagliare e non creare”. Cristina Cannistrà del M5s riprende il tema delle partecipate che al Comune di Messina continuano a proliferare e critica il notevole taglio ai servizi sociali.
Il suo gruppo aveva presentato degli emendamenti che prevedevano tra l’altro una diminuzione del fondo destinato all’Atm a favore del terzo settore, ma sono stati ritirati, per problemi tecnici o forse perché quel fondo serve per dare urgente liquidità all’azienda. In realtà dopo la promessa del sindaco di inserire le modifiche proposte dai consiglieri nella prossima variazione di bilancio, anche gli altri gruppi hanno rinunciato agli emendamenti, tra questi quello sulla destinazione della tassa di soggiorno ad eventi culturali e sui contributi agli impianti sportivi. Nessun capitolo neppure sul decentramento, che senza risorse continua a rimanere “un’incompiuta”.