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Regione spenda i fondi e sblocchi i cantieri

Gli enti locali facciano i progetti

Dal 2007, anno della crisi, la Sicilia regredisce in termini di produzione e ricchezza, di aumento della disoccupazione e della povertà, di diminuzione di Partite Iva.
Lo scenario delle infrastrutture è deprimente, non se ne costruiscono di nuove, quelle esistenti sono prive di manutenzione. Il territorio è disastrato, sono crollati ponti, si sono moltiplicate le frane, costoni interi precipitati a valle, (ce n’è uno sull’autostrada Me-Ct da tre anni).
La situazione diventa ogni giorno più tragica. A distanza di 12 anni dall’apertura della crisi, l’economia regionale non è ancora riuscita a ritornare ai livelli antecedenti alla stessa, né si vede un’inversione di rotta.
La crisi si è aperta con il governo Cuffaro, ha continuato il suo percorso con i governi Lombardo e Crocetta e continua con quello di Nello Musumeci. L’orizzonte rimane oscuro, non si vede la luce in fondo al tunnel, i siciliani hanno perso la fiducia nel futuro.
 
Non è questione di ottimismo o di pessimismo, ma di constatare fatti, e non opinioni, che consistono nell’assenza di iniziative correlate ad obiettivi di crescita in un processo costante anche se lento.
È inutile ripetere che la nostra Terra è piena di ricchezze di ogni genere, mentre va ripetuto che cosa si deve fare oggi e non domani. Bisogna che la Regione, gli Enti locali e i privati contribuiscano a spendere totalmente tutti i fondi europei e statali disponibili, attivando un progettificio di qualità non destinato a bruciare risorse purché sia, bensì ad ottenerle ed indirizzarle verso destinazioni utili alla collettività.
Resta misterioso il fatto secondo il quale queste notevoli somme, forse 10 miliardi, rimangono negli sportelli di Bruxelles e di Roma. Resta misterioso il comportamento degli enti locali che non sfornano progetti a getto continuo per la costruzione e riparazione delle infrastrutture, trascurando il piccolo dettaglio che se non si immettono risorse finanziarie nel circuito dell’economia regionale, essa resta piatta.
È, dunque, essenziale che vi siano iniezioni di liquidità nel mercato siciliano, che si sostengano gli investimenti privati, soprattutto quelli innovativi.
 
Abbiamo richiesto verbalmente e per iscritto alla Regione, e precisamente al dirigente responsabile dell’Autocertificazione dei fondi Ue, al ragioniere generale e al dirigente della Tesoreria, di comunicarci l’elenco dei bonifici, a valere sui fondi Ue, emessi dalla Regione a favore dei beneficiari per ogni mese del 2018, in modo che l’opinione pubblica possa verificare l’efficienza o meno della burocrazia regionale. Fino ad oggi il muro di gomma ha funzionato bene perché i dati richiesti non ci sono stati ancora forniti.
Abbiamo fatto la stessa richiesta al presidente della Regione con lo stesso risultato e l’abbiamo formulata anche all’assessore all’economia Gaetano Armao, venuto al nostro forum pubblicato oggi.
Il silenzio omertoso dei responsabili istituzionali e burocratici non resterà senza conseguenze perché noi continueremo a chiedere i dati menzionati e prima o dopo da qualche parte ci arriveranno.
 
La burocrazia s’imballa nei suoi procedimenti e nelle sue circolari dimenticando di essere al servizio dei cittadini. Se non c’è qualcuno che glielo faccia ricordare, può tranquillamente restare nel proprio ambito, tanto non succederà nulla.
Il principio di responsabilità è assente dalla macchina burocratica regionale, non accade nulla, nessuno è sanzionato, tutto continua ad andare, gli stipendi vengono regolarmente incassati, per cui ad essere penalizzati sono solo e soltanto i siciliani.
Il ceto politico e quello burocratico devono fare una cosa semplice: spendere tutti i fondi europei e statali, subito, l’indomani aprire i cantieri per le opere pubbliche, disboscando le procedure, semplificando le norme, attivando meccanismi di controllo ferrei su chi non fa il proprio dovere.
Sappiamo di essere noiosi a ripetere con cadenza ravvicinata questi concetti. Non possiamo non farlo. È nostro dovere quello di fotografare la realtà e proporre soluzioni a chi dovrebbe adottarle, presto e bene.
I sordi vanno gettati a mare.