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La Regione nega l’elenco bonifici Ue

Iniezione di denaro aiuta l’Isola

La burocrazia regionale chiusa nel suo bunker non percepisce l’enorme disagio che c’è in giro perché continua a diminuire la circolazione di denaro. Botteghe che si chiudono, edilizia che si ferma, consumi che calano, disoccupati che aumentano, poveri che dilagano: sono alcuni degli aspetti della gravissima crisi economica che è cominciata nel 2007 e continua a peggiorare.
Solo l’immissione di denaro fresco nel circuito finanziario potrebbe alleviare questa situazione. Il denaro fresco è pronto per essere speso negli sportelli di Bruxelles e Roma, a due condizioni: la prima, che i progetti pubblici e privati vengano redatti rigorosamente secondo i regolamenti Ue; la seconda, che la Regione li finanzi senza perdere tempo.
Ma quest’ultima condizione non trova riscontro nel bilancio approvato con legge n.2/2019 e pubblicata sulla Guri del 26 febbraio. Risulta interessante la lettura della citata legge, ma soprattutto il quadro generale riassuntivo.
 
Abbiamo saltato l’analisi delle colonne di competenza perché riguardano annotazioni di cifre impegnate e che saranno spese nel corso del 2019 solo in parte. Abbiamo, invece, posto sotto la lente di ingrandimento le cifre relative alla cassa, cioè le entrate e le uscite di denaro liquido. Ebbene, fra le uscite che ammontano a circa 15,8 miliardi rileviamo che 15,6 miliardi sono destinati alle spese correnti e appena 159 milioni a quelle in conto capitale.
Tradotto in parole semplici significa che i bonifici che la Regione emetterà nell’anno, per investimenti, non potranno superare la predetta cifra. Non conta quanti mandati verranno fatti, conta la liquidità che effettivamente verrà immessa nel circuito finanziario siciliano.
Dal che si deduce che la situazione economico-finanziaria della Sicilia, nell’anno corrente, non solo non potrà migliorare ma è indicativamente in una discesa. è incomprensibile come governo regionale e Ars possano approvare una legge di bilancio che non preveda erogazioni liquide per investimenti, ma solo annotazioni contabili per circa due miliardi.
Non c’è bisogno di marchingegni simili, ma di denaro fresco da immettere nel circuito.
 
Seguendo questo schema mentale, abbiamo chiesto al dirigente responsabile del Dipartimento regionale certificazione, al ragioniere generale e al dirigente della tesoreria, l’elenco dei bonifici emessi dalla Regione, mese per mese per l’anno 2018, in modo da chiarire una volta per tutte qual è stata la massa di denaro effettivamente immessa nel circuito finanziario dell’Isola lo scorso anno.
Ancora attendiamo risposte e continueremo, insistendo, per averle fino a quando non le otterremo. Se le risposte non arriveranno significa che i tre dirigenti nascondono qualcosa o hanno scheletri negli armadi e significa che il presidente della Regione, Nello Musumeci, che è sempre stato un alfiere della trasparenza non ha impartito le necessarie disposizioni per evadere la nostra semplice e lapidaria richiesta: l’elenco dei bonifici del 2018 emessi esclusivamente sui fondi Ue e sui fondi sviluppo e coesione, cancellando i destinatari.
Repetita iuvant: anche se scoccia dovere ritornare continuamente sulla questione. Ma è nostro dovere.
 
Sappiamo di essere antipatici quando rivolgiamo queste domande agli Enti pubblici, ma è quello che fanno i giornalisti con la schiena dritta – che non hanno padroni, salvo i propri lettori – chiedere e ottenere le informazioni a quel Palazzo di vetro che dovrebbe essere la Regione e che dovrebbero essere tutti gli enti pubblici.
I cittadini che pagano le tasse, così pesanti e gravose, hanno il diritto di sapere e il diritto di controllare come esse vengono spese. Possono farlo attraverso stampa, radio-televisione e web, i cui protagonisti dovrebbero essere quei giornalisti che tengono sul comodino, come fosse un breviario, il Testo unico dei Doveri, così come ci ha confermato il Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, nel Forum pubblicato il 17 novembre 2018.
I giornalisti non devono collaborare con i responsabili delle istituzioni, ma avere un rapporto limpido nel quale ognuno faccia la propria parte. La nostra è quella di chiedere informazioni, quella della Regione è di fornirle senza colpevoli ritardi e senza chiudersi in uno sterile ed ostinato silenzio.