Tra natura e reperti archeologici, l'Alcantara punta sul turismo sostenibile - QdS

Tra natura e reperti archeologici, l’Alcantara punta sul turismo sostenibile

Paola Giordano

Tra natura e reperti archeologici, l’Alcantara punta sul turismo sostenibile

sabato 09 Marzo 2019

Quarto appuntamento con le aree protette siciliane: l'intervista ad Antonino Lo Dico, direttore reggente del Parco. “Carta europea tra i nostri obiettivi, ma prima dobbiamo completare la riperimetrazione”

PALERMO – Il viaggio del QdS alla scoperta delle principali aree protette dell’Isola – e delle iniziative volte a rilanciarle all’insegna della sostenibilità – continua. Dopo i Parchi delle Madonie, dell’Isola di Pantelleria e dei Monti Sicani, la quarta delle sei puntate è dedicata al Parco Fluviale dell’Alcantara. Abbiamo intervistato Antonino Lo Dico, direttore reggente dell’omonimo Ente Parco, per capire come esso viene amministrato e quali attività sono state – e saranno – messe in cantiere per svilupparne le potenzialità.
 
Direttore Lo Dico, alla fine dello scorso anno sono stati resi noti i parchi che hanno ottenuto la Carta europea del Turismo sostenibile nelle Aree protette e della Sicilia non vi è traccia. Il Parco dell’Alcantara ha fatto richiesta?
“In qualità di direttore dell’Ente, concordando con quanto indicato dal Commissario straordinario Ornella Infantellina, non abbiamo ritenuto di richiedere la Carta europea del Turismo sostenibile perché il Parco fluviale dell’Alcantara ha in itinere la riperimetrazione dell’area parco. Attualmente sono 12 i Comuni sui quali si estende il Parco, con una superficie di 2 mila ettari. A breve ne faranno parte altri cinque per un totale di circa 30 mila ettari. Non ci sentiamo di richiedere la suddetta Carta prima di completare il progetto di riperimetrazione”.
 
Avete quindi in programma di avviare le pratiche per ottenere questa Carta?
“È sicuramente tra i nostri obiettivi ma prima, come dicevo, è necessario completare la riperimetrazione che speriamo possa essere conclusa entro quest’anno”.
 
Quali sono le iniziative che avete messo e state mettendo in piedi per sviluppare in modo sostenibile il Parco?
“Il Parco fluviale dell’Alcantara è molto attento al concetto di sostenibilità. Abbiamo programmato e stiamo infatti lavorando su una serie di attività legate proprio allo sviluppo sostenibile dell’area parco. Tra i nostri obiettivi a breve termine c’è la stipula di protocolli d’intesa proprio incentrati sulla sostenibilità. Uno di essi è il protocollo con il Gal ‘Terre dell’Etna’ con il quale sono in corso progetti di turismo sostenibile finanziabili con il Psr Sicilia 2014-2020. Un altro è legato all’Interreg mediterraean, un programma di cooperazione transnazionale che si occupa di turismo sostenibile a cui partecipano alcuni paesi dell’Unione europea. Insieme ad essi e nell’ambito del suddetto programma, stiamo lavorando per concretizzare e scambiare attività correlate al turismo naturale che rispetta e lascia integro l’ambiente ed il paesaggio”.
 
L’Alcantara custodisce, oltre al patrimonio naturale, anche importanti reperti storici. Come li state valorizzando?
“Abbiamo avviato anche un protocollo d’intesa con il Parco Archeologico di Giardini Naxos. Il Turismo non può trascurare l’aspetto archeologico. Nelle aree del Parco Fluviale dell’Alcantara il passaggio di culture e civiltà antiche è facilmente documentabile attraverso reperti e ritrovamenti archeologici. Un turismo derivante dal binomio paesaggio/archeologia è sicuramente valore aggiunto e arricchimento culturale”.
 

 
Con i suoi 2 mila ettari di estensione, quello Fluviale dell’Alcantara è il più piccolo dei cinque parchi regionali. Eppure nasconde al suo interno bellezze che nulla hanno dai invidiare ai “cugini” più grandi, prima fra tutte il fiume da cui prende il nome, Alcantara, che, tradotto dall’arabo al quantarah, significa “il ponte”.
Istituito nel 2001 al posto della preesistente riserva, comprende quella parte di territorio, nel versante nord dell’Etna, che forma il bacino fluviale del fiume Alcantara, e “tocca” 12 Comuni sparsi tra la provincia di Catania e quella di Messina: Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fracavilla di Sicilia, Gaggi, Giardini Naxos, Graniti, Malvagna, Mojo Alcantara, Motta Camastra, Randazzo, Roccella Valdemonte e Taormina.
La gestione dell’area naturale è affidata all’Ente Parco Fluviale dell’Alcantara. Dal 20 dicembre 2017 l’assessore del Territorio e dell’Ambiente, Totò Cordaro, ha affidato l’incarico di commissario straordinario a Ornella Infantellina.
 

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