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Palermo – Centro storico: 1600 immobili che si stanno già sbriciolando

Luca Insalaco

Palermo – Centro storico: 1600 immobili che si stanno già sbriciolando

martedì 16 Febbraio 2010

Per fare fronte all’emergenza, l’amministrazione di Palazzo delle Aquile ha stanziato 1.177.000 euro. Cento gli edifici classificati come “Ad alto rischio” dai tecnici dell’Ufficio comunale

PALERMO – Un quartiere fantasma, popolato da mura diroccate e tetti evanescenti. Percorrere i vicoli del centro storico consente di intingere le dita nelle ferite ancora sanguinanti della seconda guerra mondiale. Case bombardate, ruderi che minacciano di cedere al primo accenno di pioggia e che, disgraziatamente, in alcuni casi lo hanno fatto. Sono 100 gli edifici classificati come “Ad alto rischio”dai tecnici dell’Ufficio centro storico, 400 quelli che richiedono interventi urgenti, per un totale di 1600 abitazioni fortemente degradate. Monte di Pietà, Palazzo Reale e Tribunali i mandamenti più fragili, con particolare attenzione ad Albergheria e Capo, le aree che si presentano in condizioni più critiche.
Per fare fronte all’emergenza, l’amministrazione comunale ha stanziato 1 milione 177 mila euro da utilizzare con il metodo del “Contratto aperto”, per finanziare interventi, ora di demolizione, ora di messa in sicurezza degli immobili, anche in sostituzione di proprietari inadempienti. Per l’assessore al ramo, Maurizio Carta, tuttavia, ordinanze e sgomberi “non possono costituire la soluzione al problema, ma devono essere al più presto sostituiti da una programmazione e pianificazione capaci di costituire uno stimolo efficace all’intervento dei proprietari o di agevolare il partenariato pubblico-privato per quelle parti del centro storico che negli ultimi anni hanno dimostrato minore convenienza e attrattività degli investimenti privati”.
Per questo, oltre all’auspicato varo del Piano casa regionale, la “rigenerazione urbana” vagheggiata dall’assessore al Centro storico passa per la revisione del Piano particolareggiato per il centro storico, per la “redazione di studi di fattibilità e schemi di massima per la definizione di aree-pilota e comparti sui quali attivare il Partenariato pubblico-privato a esempio attraverso la formazione di Società di trasformazione urbana” (recentemente finanziati dal Ministero delle Infrastrutture), oltre che per la pubblicazione di un nuovo bando per contributi che consenta ai privati di recuperare gli immobili degradati e pericolanti censiti nella mappa del rischio.
“L’azione congiunta attraverso questi strumenti – ha detto Carta – consentirà non solo di agire sul completamento della riqualificazione sulla città storica ma costituiranno una potente strategia per il futuro di Palermo”.
 


L’opposizione. Beni confiscati per l’emergenza abitativa
 
PALERMO – “Una vittoria del centrosinistra e un’ulteriore spinta in merito all’utilizzo degli immobili confiscati ai mafiosi”, così Nadia Spallitta, capogruppo di Un’Altra Storia, sull’ordine del giorno per la tutela del diritto all’alloggio votato all’unanimità dal Consiglio comunale.
“Trovo scandaloso – ha detto – che negli ultimi due anni non si sia assegnato neanche un immobile per l’emergenza abitativa a Palermo, mentre invece si siano assegnati ben più di 100 appartamenti a varie associazioni. Pur riconoscendo la rilevanza di alcune di esse, deve considerarsi prevalente il diritto all’alloggio e non è accettabile la proporzione zero a cento. Vigilerò, anche con un’apposita interrogazione, affinché le future assegnazioni di immobili confiscati ai mafiosi vengano destinate all’emergenza abitativa, anche alla luce del cospicuo patrimonio immobiliare esistente che potrebbe risolvere il disagio di molte famiglie”.

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