Messina - Serve liquidità per ripartire ma la burocrazia lenta può essere fatale - QdS

Messina – Serve liquidità per ripartire ma la burocrazia lenta può essere fatale

Messina – Serve liquidità per ripartire ma la burocrazia lenta può essere fatale

martedì 19 Marzo 2019

Il capoluogo e i Comuni limitrofi necessitano di fondi per dare una scossa a sviluppo e occupazione. Dai soldi del Masterplan gestiti dalla Città Metropolitana alle risorse nelle mani del Comune

MESSINA – Quanto ha speso la Città Metropolitana dei fondi del Masterplan? Dipende da quale ragionamento si preferisce. Franco Roccaforte, a capo di tre Direzioni della Città Metropolitana spiega che “per chi fa la programmazione, il decreto di finanziamento è certificazione di spesa impegnata che esce fuori dai loro bilanci; per me che ricevo il decreto, certificazione di spesa è l’avanzamento una volta fatto l’appalto. Significa che se di un’opera mi viene decretata una somma oggi, per chi l’ha decretata è una somma in uscita, per me che la impegnerò a stato di avanzamento con l’impresa che fa i lavori, ci vorranno almeno due anni perché la spenda. Bisogna vedere chi la fa questa certificazione, se il soggetto attuatore o il soggetto beneficiario”.
 
“Posso dire – ha aggiunto – che i dati dei progetti a titolarità Città Metropolitana sono i seguenti: circa 100 milioni di euro, come spesa impegnata ho oltre il 15%, come spesa effettiva, con mandati e soldi pagati, ho zero. Ho appalti fatti e contratti pronti, ma non li firmo e non li faccio andare avanti perché non ho bilanci. Quando il Rup del Patto mi chiede la percentuale di spesa fatta rispondo zero, quando il Rup scrive a Roma sulla spesa impegnata è quella percentuale”.
 
Questo per cercare di fare chiarezza dopo la diatriba tra vecchia e nuova Amministrazione. I rappresentanti del laboratorio di partecipazione politica MessinAccomuna si rifanno alle cifre pubblicate dal Centro Studi Pio La Torre, che parlano di 580 mila euro su 300 milioni monitorati, appena 1,9% del totale. Per l’assessore al Piano strategico e individuazione somme extracomunali, Carlotta Previti, si tratta di dati vecchi, aggiornati a ottobre 2018.
 
“In 7 mesi – ha scritto – siamo passati da una percentuale di spesa dell’1% al 12%”. La componente dell’Esecutivo di Palazzo Zanca si riferisce a progetti il cui soggetto attuatore è il Comune di Messina.
 
“Per gli interventi in corso di esecuzione – ha aggiunto – in atto risultano avviate 16 opere per un importo complessivo di 40.134.500 euro pari al 12% delle risorse Fsc. Per gli interventi in corso di appalto in atto risultano in via di espletamento 23 procedure per un importo di 23.317.130 euro, pari al 7% delle risorse”.
 
Come si ricorderà, i progetti del Masterplan sono stati rimodulati lo scorso autunno dal nuovo Esecutivo e su questo punto si sono accese infuocate polemiche con la precedente Amministrazione. “A giugno 2018 – ha scritto l’ex assessore allo Sviluppo economico, Guido Signorino, adesso componente di MessinAccomuna – 31 progetti del Comune, per un totale di circa 100 milioni su 104, erano validati nella banca dati nazionale e per 21 era già stata trasmessa la richiesta di anticipazione finanziaria alla Città Metropolitana. Non si è saputo più nulla, se non che c’era l’idea di ‘rimodulare’. Appena insediata, infatti, l’Amministrazione De Luca ha cancellato progetti, chiuso attività come lo Sportello per l’imprenditorialità giovanile, revocato i bandi del sociale, definanziato la Piastra logistica di Tremestieri, invocato riprogettazioni, senza spendere”.
 
“L’intervento per la Piastra logistica – ha affermato Previti – è stato rimodulato per finanziare la riqualificazione della sede tranviaria e quella dei mercati cittadini, in linea con gli obiettivi che si è posta l’amministrazione attuale”.
 
Signorino ha chiesto al sindaco De Luca se è partita la riforestazione di Camaro e di fare il punto sui 10 milioni del Prusst di Larderia: “Perché sono stati revocati i bandi del sociale? Perché è stato chiuso lo Sportello per l’imprenditorialità giovanile? Il sindaco vuole cancellare il progetto del Palagiustizia, senza una motivazione di interesse pubblico per portarlo lì dove non si può costruire, spendendo di più e senza un progetto. L’azione di verifica e controllo è una delle prerogative istituzionali del Consiglio comunale; chiediamo che la Commissione Lavori pubblici avvii un’immediata attività ispettiva per far sapere alla città il reale stato dell’arte della Programmazione europea”.

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