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Catania – Dissesto, i fondi per il Comune impantanati all’Ars

Desiree Miranda

Catania – Dissesto, i fondi per il Comune impantanati all’Ars

venerdì 22 Marzo 2019

Il vice presidente della Commissione Bilancio, Galvagno: “Non sono 20 mln, al massimo 16 e i tempi sono più lunghi, servono 1 o 2 mesi"

CATANIA – Lo aveva annunciato ed ecco arrivare la convocazione. Il sindaco Salvo Pogliese chiama a raccolta a Palazzo degli elefanti tutti i catanesi che ricoprono un ruolo parlamentare regionale o nazionale affinché possano dare una mano a risollevare la città.
 
“Le vigenti norme del Tuel che regolano i Comuni in dissesto – ha scritto il sindaco Pogliese nell’invito ai deputati nazionali e regionali – obbligano le amministrazioni a enormi difficoltà ad assolvere gli obblighi di legge e persino il pagamento delle spettanze ai dipendenti. Ragioni superiori a quelle delle appartenenze politiche – ha proseguito il primo cittadino – vincolano a un supplemento di impegno quanti abbiamo responsabilità istituzionali, per contribuire, ciascuno nel proprio ambito e con proposte concrete, a risollevare le sorti della Città per avviare uno sviluppo coerente del tessuto sociale ed economico”.
 
Una vera e propria richiesta di soccorso dunque che però, se non accompagnata da introiti nelle casse del Comune, da sola non può risolvere la situazione. L’amministrazione ha sempre posto grande speranze nell’anticipazione di liquidità da parte della Regione siciliana e Pogliese ha annunciato più volte l’imminente arrivo di circa 20 milioni di euro, Questi soldi, però, non solo ad oggi non sono mai arrivati, ma molto probabilmete non lo faranno presto.
 
La cifra, inoltre, sarebbe inferiore a quanto dichiarato dal primo cittadino: non 20, ma circa 16 milioni di euro. Risorse comunque importanti per la città che sono appostate sotto forma di emendamento all’interno del Collegato fiscale che segue l’approvazione della Finanziaria regionale. “Una pezza per il buco di Catania”, si potrebbe dire, ma al momento l’approvazione è stata rinviata sine die, ovvero senza termine o scadenza.
 
“Si era deciso di seguire un percorso che però, successivamente, è stato contestato dall’opposizione e, quindi, invece di fare i tracotanti e fare valere il voto della maggioranza, abbiamo preferito ascoltare le diverse voci. E così si è deciso di leggere ed esitare, emendamento per emendamento”, spiega il deputato regionale Gaetano Galvagno, vice presidente della Commissione Bilancio dell’Ars.
 
I tempi, dunque, inevitabilmente si allungano perché come afferma ancora Galvagno “adesso vanno catalogati tutti gli emendamenti per come sono stati presentati”. I numeri sono notevoli e va fatta una scrematura tra quelli inoltrati entro i termini imposti e quelli che invece sono successivi.
 
“Si parla di 540 emendamenti presentati nella prima fase, a cui poi se ne sono aggiunti altri che per importanza, validità e contenuti, seppure presentati poco dopo la scadenza, sono stati comunque accolti dalla presidenza. Da 540 siamo passati a cifre astronomiche, – spiega ancora al nostro giornale Galvagno -. Questo metodo di selezione, fatto con parte della maggioranza e parte dell’opposizione, è stato però contestato e quindi si deve ricominciare tutto da capo per fare una scrematura. Definiremo solo ed esclusivamente quegli emendamenti che sono stati esitati dalle commissioni di merito”.
 
“Nel Collegato per Catania, comunque, – conlude – non ci sono venti milioni di euro, ma saremo al massimo sui 16 milioni. Purtroppo quello che poteva passare in due o tre giorni, adesso avrà bisogno di uno o due mesi”.

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