Priolo-Melilli. Veleni sull’impianto Erg-Shell.
Nuove tecnologie. Legambiente dice “No” alla costruzione del progetto della Ionio gas e propone una nuova tipologia di impianto (Gtl) che potrebbe iniziare la riconversione dell’area.
Incomprensioni. La Sicilia vede la proposta come una cauta apertura alla realizzazione dell’opera da parte dell’associazione ambientalista. Niente di vero, Legambiente chiede una rettifica.
SIRACUSA – La ridda di voci sulla realizzazione del rigassificatore di Priolo-Melilli è impazzita al punto che un circolo locale di Legambiente si sarebbe schierato a favore della costruzione dell’impianto. Ma non è assolutamente vero.
Il circolo “L’anatroccolo” di Priolo, insieme al Dipartimento industria energia e rifiuti di Legambiente Sicilia, ha convocato una conferenza stampa sabato scorso in cui si spiegavano i motivi del “No” al rigassificatore, criticando duramente il progetto della Ionio gas che non tiene conto delle criticità territoriali in cui dovrebbe sorgere l’impianto. Molto spesso i “No” di Legambiente vengono accompagnati anche da una proposta costruttiva. Questa era rappresentata stavolta dalla tecnologia Gtl (Gas to liquids), che potrebbe avere un ruolo chiave nella progettazione di un altro impianto (perché il No a quello previsto attualmente è fuor di dubbio).
Durante la conferenza stampa Enzo Parisi, responsabile del Dipartimento industria energia e rifiuti, ha spiegato meglio l’utilizzo di tale tecnologia applicandola tutto al contesto industriale di Priolo.
In un impianto Gtl il metano viene trasformato in un combustibile liquido che somiglia al gasolio ma con caratteristiche qualitative ed ambientali migliori, come zero zolfo e un basso contenuto di aromatici. Il combustibile viene così immesso sul mercato tramite la rete di distribuzione già esistente, senza crearne altre. Dallo stesso impianto, oltre al gasolio, si otterrebbero anche il gpl e la naphta in quantità sufficiente ad alimentare il cracking dell’etilene della Polimeri di Priolo con risparmio sui costi di importazione e movimentazione. Ciò ridurrebbe, in termini di sicurezza, i rischi connessi a questo tipo di operazioni.
Questa proposta, che Legambiente definisce esclusivamente contrapposta al progetto odierno, potrebbe avere tanti effetti positivi: in primo luogo sarebbe il primo impianto in Europa ad utilizzare queste tecnologie, eviterebbe gli scavi e la posa di centinaia di chilometri di tubazione, garantirebbe più occupazione per operai edili, metalmeccanici e la crescita di nuove figure professionali chiamate a gestire l’impianto Gtl. Per Legambiente Sicilia è doveroso ricorrere a queste tecnologie, oggi disponibili ed efficaci, anziché bruciare pet-coke a Gela con pesanti ricadute ambientali.
Domenica 14 febbraio però il quotidiano La Sicilia ha utilizzato il contenuto della conferenza stampa per attribuire all’associazione ambientalista una posizione più morbida rispetto alla costruzione dell’impianto. Nella prima pagina dell’edizione di Siracusa, un pezzo dal titolo “Rigassificatore ‘avanti adagio’”, parla della tecnologia Gtl come di un accorgimento proposto da Legambiente per un pieno “Sì” al rigassificatore. Nelle pagine interne presente un articolo dal titolo “Un’altra cauta apertura per il rigassificatore”, in cui si legge “Se il progetto del rigassificatore sarà implementato con la costruzione di un impianto di Gtl (Gas to liquids) allora si potrà discutere circa la sua realizzazione. Dopo il presidente della Regione Raffaele Lombardo anche Legambiente, con questa proposta, “apre” alla realizzazione dell’impianto di rigassificazione di Gnl (Gas naturale liquido) che la Ionio gas deve realizzare all’interno del petrolchimico. Ma così come per il presidente Lombardo, quest’”apertura” è subordinata a determinate condizioni”.
Secca la smentita da Legambiente, che attraverso un fax a firma Giuseppe Giaquinta, presidente del circolo di Priolo, chiede una rettifica al servizio realizzato su La Sicilia, che nei mesi scorsi si è contraddistinto per aver caldeggiato la costruzione del rigassificatore della Ionio gas. “Questa associazione – chiarisce Giaquinta nel comunicato – non ha mai detto che la nuova proposta fosse diretta a dare un sì al rigassificatore così come voi (La Sicilia, ndr) avete scritto in prima pagina del quotidiano distorcendo furbescamente la nostra posizione. Il nostro è un no chiaro e netto al rigassificatore, per i motivi di elevato rischio domino che verrebbe ad introdurre in un’area già fortemente degradata e ad elevatissimo rischio di incidente industriale”.
La rettifica de La Sicilia arriva martedì 16 febbraio, in un trafiletto della cronaca dell’hinterland siracusano: “Giaquinta afferma che questa associazione non ha mai detto che la nuova proposta fosse diretta a dare un sì al rigassificatore”. E ribadisce a sua volta una serie di motivazioni per il “No” al rigassificatore. A questo non si può che rispondere con due precisazioni e una domanda. Prima precisazione: nessuno mai, né i servizi di domenica, ha citato Giaquinta, né “L’anatroccolo”; secondo: nella conferenza stampa di sabato Legambiente regionale e provinciale hanno parlato di utilizzazioni locali del metano per ulteriori produzioni ‘pulite’ e utili alla riqualificazione e al rilancio della zona industriale e del suo potenziale occupazionale. Domanda: con quale metano se non ci dovrà essere il rigassificatore? Mistero”.
Legambiente ribadisce di aver lanciato questa nuova sfida progettuale da attivare solo dopo il ritiro del progetto esistente della Ionio gas. Il nuovo impianto è da costruire in un’altra area non a rischio, coinvolgendo in maniera trasparente e decisiva le popolazioni interessate.