Lavoro nero. Controlli insufficienti e rischi altissimi.
Lavoro d’ufficio. Per ogni ispettore in strada mediamente ce n’è uno che sta dietro la scrivania a svolgere il necessario lavoro amministrativo, e così dei 257 in organico poco più di 100 “scende in strada”.
Ispezioni. Gli ispettori attualmente in servizio riescono ad incidere, nell’universo delle imprese esistenti nell’Isola, per appena l’1,88 per cento delle ispezioni rispetto alle circa 400 mila aziende da controllare.
PALERMO – Sono 257 ma è solo un numero fittizio. In realtà di ispettori del lavoro davvero operativi ce ne sono di meno. Dati alla mano, il Dipartimento Lavoro dell’assessorato regionale competente, in realtà deve fare i conti quotidianamente con una realtà ben più difficile e ridimensionata. Come in tutti i luoghi di lavoro anche negli ispettorati si conta personale distaccato che non è operativo del tutto o lo è solo in parte. Si tratta di personale che risulta distaccato nelle procure, oppure svolge attività sindacale, politica o istituzionale, a tempo pieno. A questi si deve aggiungere un’altra piccola schiera che risulta essere parte integrante nella pianta organica ma che in realtà svolge altre mansioni sul piano amministrativo.
Il tutto è quantificato in un 10 per cento del personale in servizio. Il che significa che si scende all’incirca sui 220 ispettori operativi.
E qui si apre anche un altro capitolo: c’è una fisiologica assenza legata a ferie, malattie, maternità, ecc… Da qui si può arrivare ad una soglia di 200 ispettori effettivamente in servizio ogni giorno. Inoltre le disposizioni interne di servizio sono chiare: per ogni ispettore in strada mediamente ce n’è uno che sta dietro la scrivania a svolgere il necessario lavoro amministrativo. Risultato: un centinaio gli ispettori che stanno in strada a occhio e croce. Una schiera praticamente infinitesimale rispetto al “magma” della vastissima realtà produttiva siciliana che conta quasi 400 mila imprese. E così il lavoro sommerso e le imprese restano nell’ombra.
A conti fatti ogni ispettore che sta in strada dovrebbe sobbarcarsi 4 mila imprese. Numeri stratosferici che rendono ancora più evidente le difficoltà di un apparato che ogni giorno deve lottare contro l’inefficacia strutturale e organizzativa della Regione, incapace in tanti anni di dotare l’amministrazione di una struttura davvero solida.
E al danno si deve aggiungere la beffa: infatti ci sarebbero 35 ispettori del lavoro che da ottobre hanno completato il loro percorso formativo eppure la Regione sembra curarsene poco. Ad oggi infatti risultano inutilizzati e non si sa neanche il perché. Avrebbero già potuto realizzare 5 mesi di lavoro all’interno degli ispettorati: numeri alla mano i vari ispettorati provinciali, con questa forza lavoro incamerata, avrebbero potuto garantire in questo lasso di tempo ben 540 ispezioni di aziende in più e scoperto quasi 800 lavoratori irregolari. Il calcolo è semplice ed è una proiezione statistica che si rifà al bilancio dell’attività degli ispettorati fatta nel corso del 2009: con gli attuali effettivi 200 ispettori in servizio si sono riuscite a controllare 7 mila 438 aziende e scoperti 10 mila e 590 lavoratori irregolari, quindi vuol dire che in media si parla che ogni ispettore stana nell’arco di un anno 37,19 imprese e quasi 53 lavoratori non in regola o del tutto sconosciuti al fisco. Una forza lavoro di ulteriori 35 ispettori avrebbe quindi portato a questa mole di ispezioni e di contestazioni in questi 5 mesi di inutilizzazione. Un vero paradosso in una Sicilia che ha estremamente bisogno di nuovi ispettori del lavoro perché quelli che attualmente sono in servizio riescono ad incidere, nell’universo delle imprese esistenti nell’Isola, per appena l’1,88 per cento delle ispezioni rispetto alle circa 400 mila aziende da ispezionare.
Di fatto quindi questi 35 ispettori già pronti da mesi ad essere utilizzati stanno vivendo in una sorta di limbo: continuano ad operare nei loro settori di competenza all’interno della Regione (chi nei centri per l’impiego, chi in altri comparti che si rifanno all’assessorato al Lavoro) ma di fatto, essendo in procinto di essere trasferiti, alla fine c’è il rischio che non svolgano in piena efficienza il loro compito. “La realtà – dice il deputato regionale Giuseppe Lupo – è che non si riescono a portare a termine nemmeno i progetti sui quali sono state investite ingenti risorse. Come il progetto Formispe, attraverso cui dovevano essere formati 300 nuovi ispettori del lavoro, per assicurare un incremento nei controlli. A distanza di 5 anni dal suo avvio risulta che appena una trentina di unità abbiano completato il percorso e ricevuto le mansioni ispettive”.
“Il problema proprio in questi giorni lo stiamo affrontando – ribatte l’assessore regionale al Lavoro, Lino Leanza – e quindi lo considero in realtà già superato. I tesserini per il personale formato risultano essere già stati acquisiti. Con il dirigente del Dipartimento Lavoro, Alessandra Russo, stiamo operando per la loro immediata immissione negli ispettorati”.