Disservizi. Gli uffici decentrati “lontani” dai cittadini.
Archivi limitati. L’archivio telematico del Comune non contiene tutta la documentazione e gli utenti sono spesso costretti a rifare la file allo sportello dell’ufficio centrale di San Giovanni.
Locali inaccessibili. Tutte e nove le sedi svelano carenze in termini di fruizione per i diversamente abili. Mancano scivole e uscite di sicurezza e gli impianti non sono a norma.
SIRACUSA – Le circoscrizioni comunali sono la ramificazione del Comune nei quartieri cittadini. E dunque lo specchio dell’amministrazione calato nelle singole realtà territoriali. A Siracusa i consigli di quartiere sono nove: e tutti presentano problemi nei rapporti con l’utenza. Dal mancato abbattimento delle barriere architettoniche alle difficoltà di rapporti con i cittadini, i nove uffici delle circoscrizioni cittadine non sono idonee a svolgere il loro effettivo servizio.
Il primo problema delle sedi di quartiere riguarda la loro efficienza e l’obbligo, dettato dalla legge Bassanini (n.241 del 1990) di evitare ai cittadini di fare la spola tra un ufficio e l’altro. Dunque, la necessità di fornire informazioni complete in tutti gli uffici circoscrizionali che dipendono dal Comune, anche attraverso l’archivio telematico che, a Siracusa, non è ancora efficiente. Parliamo delle certificazioni che gli uffici decentrati debbono fornire all’utenza. Per questo servizio, tuttavia, esistono limiti di datazione: per cui, se si richiedono nei vari uffici circoscrizionale i certificati la cui data risulta antecedente al 1982, si deve obbligatoriamente raggiungere l’ufficio centrale di San Giovanni. Ciò perché fino a oggi il Comune non ha provveduto a inserire nell’archivio telematico tutta la documentazione, mantenendo da anni il limite degli anni ’80.
Né tantomeno il personale delle sedi circoscrizionali è autorizzato a espletare la pratica per conto dell’utente.
Poi ci sono i problemi logistici delle sedi decentrate. E qui i problemi più gravi riguardano le barriere architettoniche. Tutte e nove le circoscrizioni svelano carenze in termini di fruizione per i diversamente abili. Ciò nonostante esista una legge ( la 12 del 1989) che obbliga ad abbattere le barriere architettoniche negli uffici pubblici e, con le varie modifiche, in tutti gli esercizi rivolti agli utenti. La realtà aretusea presenta però una fotografia ben diversa nonostante le ripetute denunce di cittadini e associazioni.
Acradina, per esempio, deve fare ancora oggi i conti con stanze insufficienti o del tutto inadeguate, computer vetusti, mancanza di uscite di sicurezza. La situazione, come riferiscono i dipendenti, è tale che 4 anni fa fu presentata all’amministrazione centrale una richiesta ufficiale ed oggi, visto che da allora nulla è cambiato, ve ne è pronta un altra, questa volta destinata alla Procura.
Simile la situazione a Neapolis. Qui c’è la biblioteca dichiarata inagibile per assenza di uscite di sicurezza. L’ufficio ne ha due, ma una di queste porta al dedalo di corridoi del complesso edilizio in cui ricade e che, pertanto, perde nei fatti la qualifica di «sicurezza». Inoltre, in questo caso il problema principale è appunto la presenza di barriere architettoniche: l’ingresso si trova al primo piano senza scivoli. Uguale la situazione a Belvedere, dove l’ufficio circoscrizionale si trova in locali in affitto senza adeguamenti per i disabili. A Neapolis anche un’altra singolarità: la cosiddetta messa a terra dell’impianto elettrico dei bagni è collegata ai flessibili dei lavandini.
La sede della circoscrizione di Ortigia non gode di salute migliore. L’umidità filtra dai basamenti e dalle pareti tanto da bagnare pavimenti e intonaci come accade nell’aula consiliare, e fa scrostare le pareti esterne dell’ufficio.
E non va meglio a Tiche. Anche lì assenza di uscite di sicurezza, locali inadeguati, impianti non a norma. E poi il comune denominatore, il più grave: le barriere architettoniche.
Tutte le sedi visitate non hanno scivoli né sistemi per l’accesso dei disabili. Tiche, poi, si trova al primo piano di un palazzo e non ha né un montascale e nemmeno il campanello di cortesia. Poco cambia a Cassibile, e ancora a Santa Lucia e Grottasanta.
Castagnino: “Strada lunga, abbiamo fatto i primi passi”
SIRACUSA – “La fruizione degli uffici comunali dev’essere garantita a tutti, questo è certo”. Le parole sono dell’assessore comunale alle Politiche sociali, Salvo Castagnino, che ha fatto insieme a noi il viaggio tra le sedi delle nove circoscrizioni comunali. “Le carenze sono palesi – afferma Castagnino – ma anche l’impegno del Comune a migliorare gli uffici decentrati. Certamente la strada per la loro completa fruizione è ancora lunga, ma sono stati fatti primi passi”. Il problema, secondo Castagnino, resta legato ai fondi. “Per abbattere le barriere architettoniche occorrono finanziamenti che l’amministrazione non ha – dice – e per la quale sono state fatte richieste, partecipando anche a bandi regionali. L’auspicio è che presto si possa iniziare a lavorare per i cittadini anche in questa direzione”. Ancora, un problema principale è rappresentato dal fatto che molti degli uffici di quartiere sono allocati in appartamenti per i quali il Comune paga gli affitti, come nel caso di Neapolis e Belvedere, e per cui si cercano da anni di trovare opportune soluzioni alternative. A Belvedere, per esempio, l’amministrazione sta valutando l’ipotesi di usare alcuni locali della nuova scuola di via Vittorio Veneto per spostarvi alcuni uffici della circoscrizione. Per Neapolis, poi, si pensava di usare aule della scuola media che si trova nei pressi del cdq. Si tratta di soluzioni-tampone che l’amministrazione sta valutando. “Certamente il sindaco Roberto Visentin – conclude Castagnino – con tutta la giunta, ha imposto la risoluzione di questi disservizi come priorità della sua amministrazione. Occorre certo il tempo necessario”.