Diverse centinaia di agricoltori hanno evidenziato il loro profondo disagio economico e professionale per la mancata dichiarazione dello Stato di calamità da parte del Governo. Una vicenda che ogni giorno rischia sempre più di creare seri problemi di ordine pubblico.
“Con un messaggio a Roma – ha promesso – segnalerò lo stato di grande difficoltà in cui versa il comparto. Vorrei però vedere anche il contributo dei sindaci. Sarebbe opportuno convocare una riunione dei Consigli comunali per esprimere contemporaneamente solidarietà agli operatori del settore”.
Il presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, ha garantito l’interessamento e la disponibilità a contribuire in tutti i modi possibili alla risoluzione dei problemi.
Successivamente, il Consiglio provinciale si è riunito e ha approvato un documento di sostegno e solidarietà agli agricoltori, in lotta per la propria sopravvivenza.
Proteste che si sommano a proteste. È questo lo scenario a cui si sta assistendo in questi giorni nella Città dei templi.
“Occorre – ha detto Pippo Di Falco, presidente della Cia – non perdere più tempo e intervenire. Siamo passati dal disastro del settore cerealicolo a quello vinicolo, per finire alle arance vendute a 25 centesimi al chilo. Ormai si produce sottocosto e le aziende agricole si stanno pesantemente indebitando”.
Non è da meno l’allarme lanciato da Confagricoltura: “I nostri agricoltori – ha affermato il presidente Paolo Giglia – non hanno più le risorse economiche per affrontare l’annata agraria. Occorre dichiarare lo stato di calamità per l’erogazione dei contributi. Ci fa comunque piacere il sostegno del prefetto e del presidente della Provincia”.