Ieri a Palermo la riunione degli Stati generali delle costruzioni per fare il punto della difficile situazione in Sicilia. Persi 20 mila posti di lavoro. Lombardo: “Sbloccare i cantieri per le tangenziali di Catania e Palermo”
PALERMO – “Sto trovando da parte dell’Ance, ma anche delle varie organizzazioni del settore edile, piccoli artigiani, cooperative, uno spirito di collaborazione che noi cogliamo in pieno a partire da subito. Il tavolo di monitoraggio e di lavoro comune si insedierà oggi, in modo tale da verificare quello che già è stato fatto ma anche per accettare proposte che diventeranno leggi o azioni di governo”.
Sono le parole pronunciate dal presidente della Regione Raffaele Lombardo, nel corso del suo intervento agli Stati generali delle costruzioni, riunitisi ieri a Palermo ed ai quali hanno partecipato undici fra associazioni datoriali e organizzazioni sindacali dell’edilizia.
Lombardo ha inteso rassicurare i rappresentanti del settore, annunciando l’apertura nella stessa giornata di ieri del tavolo presieduto da lui stesso, dagli assessori regionali competenti e dagli “Stati generali delle costruzioni”.
Un incontro con Ugo Di Bennardo, capo compartimento dell’Anas Sicilia, che era nell’agenda del governatore al fine di verificare la possibilità di sbloccare la realizzazione della terza tangenziale di Catania (che per Lombardo può essere “a costo zero” per l’amministrazione) e della tangenziale di Palermo (che secondo il governatore “può costare un terzo del miliardo e 200 milioni di euro previsti”).
Al convegno, svoltosi nello splendido palazzo De Seta, è emerso che la crisi degli appalti in Sicilia nel 2009 ha mietuto le prime vittime. In 20 mila (dati Inps) hanno perso il posto di lavoro a causa della drastica riduzione dei cantieri, ma poi si è assistito ad una vertiginosa crescita pari al 69 per cento del ricorso alla cassa integrazione (un milione e 400 mila le ore autorizzate). Il presidente ha dato disponibilità a ricevere proposte di emendamenti da inserire in Finanziaria per sbloccare la realizzazione di alloggi di edilizia agevolata convenzionata anche intervenendo in via sostitutiva sui Comuni inadempienti “purché – ha aggiunto Lombardo – ci sia la garanzia che ciò non diventi un escamotage per realizzare su verde agricolo cose diverse da quanto prevede la legge su questi fondi”; per modificare il Piano casa appena varato “correggendo le anomalie individuate dagli operatori del settore”; e per affidare al governo la delega a regolamentare la materia delle energie alternative dopo la sentenza del Cga che sblocca il Piano energetico regionale parzialmente “bocciato” dal Tar.
“A noi stanno bene le opere infrastrutturali che Lombardo vuole mettere in campo – ha detto Filippo Ribisi, presidente di Confartigianato Sicilia – però per poter far partire il lavoro delle piccole imprese che in Sicilia rappresentano un comparto di 95 mila aziende artigiane con 300mila operatori, è necessario che ripartano i lavori per importi inferiori ai 300 mila euro. Si tratta di opere per il mantenimento e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio del territorio siciliano. Ciò consentirebbe la ripresa di un’economia diffusa che è quella di cui la Sicilia ha più bisogno. è importante e prioritario riqualificare i nostri centri storici che stanno cadendo a pezzi, basti pensare che solo nel comune di Palermo sono 1.400 gli edifici pericolanti. È necessario sburocratizzare le procedure amministrative per non vanificare i buoni propositi del legislatore”.
Il presidente rincara la dose “In opere sottocosto c’è il trucco”
PALERMO – Durante l’assise il presidente della Regione, Lombardo, ha dedicato un passaggio a una delle anomalie del settore. “È arrivata l’ora di dire a chiare lettere a tutti i general contractors che operano o opereranno sul nostro territorio – ha detto – che la Sicilia non è più disposta a farsi saccheggiare. Il governo della Regione vigilerà su appalti e subappalti perché i lavori pubblici non possono essere più affidati a costi al di sotto del mercato, altrimenti è chiaro che c’é il trucco, e il prezzo non possono pagarlo i siciliani”.
“Valuteremo i costi minimi – aggiunge – tenendo conto dei prezzi delle materie prime di qualità, del costo della manodopera regolare e dei costi d’impresa. Non dovrà essere possibile scendere al di sotto di questi prezzi perché ciò innesca fenomeni come l’utilizzo di cemento depotenziato, l’uso di acciaio scadente e il ricorso al lavoro nero”. “Metteremo tutto ciò nero su bianco in una lettera ai general contractors – prosegue – e per far questo chiedo la collaborazione dei costruttori di Ance-Confindustria ma anche delle associazioni datoriali e dei lavoratori. La colonizzazione da parte dei grandi gruppi, che strozzano i subappaltatori locali facendo eseguire lavori a prezzi inferiori alla soglia minima di regolarità, deve finire”.