L’Agenzia per l’impiego dell’assessorato regionale al Lavoro, pensa a contrastare la disoccupazione. A poche settimane dallo start up di “Lavoro e sviluppo 4”, già avviati 300 percorsi
PALERMO – Incentivi per assunzioni e credito di imposta. Questa la ricetta anticrisi della Regione Siciliana per fronteggiare il problema dell’attuale debacle del mercato del lavoro che continua ancora a risentire della congiuntura internazionale.
Su questo fronte sta lavorando proprio l’Agenzia per l’Impiego dell’assessorato regionale al Lavoro come annunciato dal dirigente generale Rino Lo Nigro nel corso di un incontro organizzato in provincia di Messina sul tema “Il sostegno occupazionale allo sviluppo economico – I programmi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali”, organizzato da Itala Lavoro, braccio operativo proprio del ministero: “La diminuzione del costo del lavoro, tramite incentivi per l’assunzione di lavoratori svantaggiati, e il credito d’imposta – ha sottolineato Lo Nigro – sono l’obiettivo di norme di prossima emanazione da parte della Regione. Inoltre bisogna creare strutture di supporto come i nuovi sportelli multifunzionali del lavoro istituiti dalla Regione, che puntano specialmente sulla formazione dei lavoratori”.
In questo contesto si inserisce proprio un lavoro sul quale sta puntando il governo siciliano ed è quello di aver dato vita ad un progetto di sostegno all’occupazione “Lavoro e Sviluppo 4”, attivato da qualche settimana. Il piano, con una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro, punta a favorire la formazione di 6 mila soggetti non occupati residenti nelle Regioni “Convergenza/Mezzogiorno”, tra cui figura per l’appunto la Sicilia insieme con le “disastrate sorelle” Calabria, Campania e Puglia, attivando percorsi di tirocinio e di apprendistato e promuovendo, mediante incentivi all’assunzione, l’inserimento lavorativo dei partecipanti.
“In pochi giorni di operatività del progetto – ha sottolineato Domenico Bova, responsabile dell’area politiche per l’occupazione e lo sviluppo di Italia Lavoro- sono già stati avviati oltre 300 percorsi formativi”. Nel corso della sua relazione, Bova ha illustrato anche gli ottimi risultati fin qui ottenuti da “AR.CO. – Programma di sviluppo economico per la crescita dell’occupazione”, altro progetto già attivato da Italia Lavoro, con una dotazione finanziaria di 38 milioni di euro. AR.CO., mirato alla crescita dei livelli occupazionali nei settori dell’artigianato e del turismo, ha già erogato oltre mille interventi di consulenza specialistica ad imprese e incentivi per l’assunzione per 3 mila e 400 persone.
“Occorre investire sulla formazione – ha spiegato Francesco Verbaro, segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – individuando nuove competenze per nuove professioni . Bisogna poi rendere conveniente, con lo strumento del voucher lavorativo, la regolarizzazione del dipendente”. L’artigianato ha chiesto aiuto: “Sono 93 mila le aziende artigiane – le cifre enumerate dal direttore generale di Confartiginato Sicilia Salvatore Puglisi – e per la grande realtà che rappresentiamo nel contesto del mercato del lavoro siciliano meritiamo sostegno da parte della pubblica amministrazione”.
L’approfondimento. In Sicilia 38 mila posti di lavoro in fumo
PALERMO – I dubbi e le paure del governo regionale sulle difficoltà del mercato del lavoro siciliano sono più che fondati. Basta dare uno sguardo alle più recenti indagini statistiche per effettivamente ritenere necessari interventi legislativi a sostegno dell’occupazione. I dati dell’Istat riferiti all’occupazione in Sicilia nel 2009 hanno rilevato che rispetto all’anno precedente (2008) sono andati perduti 38 mila posti di lavoro. In soli tre mesi, da giugno e settembre del 2009, sono stati registrati 33 mila occupati in meno. La Sicilia, in base sempre ai dati dell’Istat, è la regione che fa peggio nel Mezzogiorno, dove in alcune regioni, come la Campania e la Puglia, l’occupazione negli ultimi tre mesi è aumentata rispetto al trimestre precedente. Peggio dell’Isola, a livello nazionale, fanno soltanto regioni ad alto tasso occupazionale: la Lombardia, con 65 mila posti persi da giugno a settembre, e il Veneto, con 42 mila occupati in meno. Scarsa consolazione se si considera che però a Lombardia ha un gran numero di imprese e di occupati in più e che in proporzione quindi resta sempre un caposaldo del mercato occupazionale siciliano.