Lipari, la chiusura scaturì anche dai veti dell’Unesco. Leanza disponibile a tracciare un percorso nuovo. Sono 38, per 13 è finito il periodo di mobilità. Stanno occupando il Comune
LIPARI (ME) – Sono stati licenziati nel 2007, quando la Pumex, storica azienda pomicifera di Lipari, ha chiuso i battenti. Da allora qualche promessa da parte delle istituzioni, la sostanziale indifferenza della politica e una vertenza lunga tre anni. Sono 38 e per 13 di loro a febbraio è terminato anche il periodo di mobilità. In assenza di una soluzione definitiva, gli ex lavoratori della pomice hanno deciso di passare alle maniere forti: da due settimane presidiano giorno e notte la stanza del sindaco e occupano la sala consiglio impedendo il regolare svolgimento delle riunioni.
Il messaggio è chiaro: al Comune di Lipari non c’è nessun altra priorità. Hanno da qualche giorno sospeso uno sciopero della fame che è costato alcuni ricoveri, ma continueranno a protestare: “Combattiamo questa battaglia per un diritto – dice uno dei lavoratori – e siamo pronti a occupare a oltranza. Vogliamo che le istituzioni si assumano le responsabilità di quanto concordato nel 2007”.
In effetti, la latitanza delle istituzioni non sembra avere alcuna giustificazione plausibile: il problema occupazionale conseguente alla cessazione delle attività estrattive della pomice è stato ribadito in moltissime occasioni, ancor prima della chiusura dell’azienda, dal momento che l’Unesco, già nel 2000, aveva posto come condizione necessaria per il mantenimento delle Eolie tra i siti Patrimonio dell’Umanità, la cessazione dell’escavazione della pomice.
La mancanza di un’alternativa occupazionale immediata per i lavoratori aveva reso necessario un programma di riqualificazione del personale. Si era parlato di un reinserimento dei lavoratori in strutture museali, alcune delle quali di futura realizzazione, come il Museo della Pomice, da realizzarsi con finanziamento pubblico nell’area della azienda dismessa, progetto che avrebbe permesso contestualmente la riconversione e la messa in sicurezza del sito. Niente di tutto questo si è fin’ora concretizzato. Qualche segnale positivo sembra però arrivare negli ultimi giorni da Palermo: l’assessore regionale al Lavoro, Nicola Leanza, che ha incontrato una delegazione di lavoratori, si è detto disponibile a tracciare un percorso nuovo che porti a una soluzione definitiva.
Possibili sbocchi. Il sindaco Bruno “C’è posto nelle strutture museali”
LIPARI (ME) – “Al Comune di Lipari c’è posto per gli ex lavoratori della pomice. Abbiamo speso molti soldi per realizzare strutture museali, come quelle di Stromboli e Filicudi, che sono al momento abbandonate perché prive di custodia; intere aree del Museo Archeologico Eoliano non possono essere visitate per lo stesso motivo”. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, spera nella possibilità che i lavoratori che da ormai due settimane occupano la sua stanza, attualmente utilizzati in Lavori Socialmente Utili, possano essere assunti stabilmente al Comune di Lipari attraverso finanziamenti speciali da parte della Regione e si associa al loro appello. Bruno si aspetta dagli incontri con la Regione chiarezza e concretezza: “desideriamo una risposta definitiva. Io non mi sento di mandare via nessuno dalla mia stanza anche a costo di non poter lavorare – ha detto nel corso di una riunione con gli ex dipendenti Pumex-. Il paese può anche fermarsi. Questa gente ha il diritto di lavorare”.