Pubblicato dal ministero dello Sviluppo Economico il Quaderno strutturale territoriale relativo alla spesa pubblica nelle regioni italiane. Il 68% della spesa in conto capitale va al centro-Nord. Nel Mezzogiorno solo il 32% delle risorse
PALERMO – Si aggrava lo sperequazione della spesa pubblica in conto capitale tra il nord e il sud del Paese. A farne le spese però è il Mezzogiorno. Clamorosamente confutate le tesi in salsa verde di quanti, nell’ansiosa attesa dei decreti attuativi del federalismo fiscale, recriminano sui presunti trattamenti di favore dello Stato nei confronti del Meridione.
Anche quest’anno il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministero dello Sviluppo Economico pubblica il Quaderno strutturale territoriale relativo ai principali indicatori della spesa pubblica in conto capitale delle Regioni italiane.
Una ricognizione di quella parte di spesa pubblica che è relativa agli investimenti (materiali, immateriali e in infrastrutture) e ai trasferimenti alle imprese, a sostegno dei loro investimenti. In altre parole la “benzina” per lo sviluppo dei territori. Dall’elaborazione dei dati provenienti dalla base informativa dei conti pubblici territoriali relativa all’anno 2007 (ultimo anno disponibile) si è misurato l’ammontare di risorse pubbliche destinate a investimenti. Le informazioni sono riferite a determinati campi di intervento pubblico (Pubblica Amministrazione, Enti e imprese pubbliche nazionali e locali) quali: amministrazione generale, servizi generali, conoscenza cultura e ricerca, ambiente e gestione del territorio, sanità, politiche sociali, attività produttive, mobilità, energia e le relative differenze territoriali rispetto al totale nazionale e alla macroarea di appartenenza (centro nord – sud).
Ebbene, dall’analisi dei dati emerge che quasi il 68% della spesa in conto capitale effettuata in Italia dal settore pubblico allargato nel corso del 2007 (76,8 miliardi di euro) ha riguardato il centro-nord del Paese. Nel Mezzogiorno si è speso solo il 32% delle risorse, addirittura meno della corrispondente quota della popolazione (36%).
Nel centro-nord la spesa rappresenta il 4,5% del Pil., mentre nel Mezzogiorno il 6,8%. Considerato che, ai fini dello sviluppo, e quindi con una prospettiva di medio termine, è significativa la componente degli investimenti, anche tale indicatore riflette l’esigenza di un riequilibrio fra le due aree. La spesa per investimenti nel centro-nord costituisce, infatti, l’82% del totale, mentre quella per trasferimenti è del 18%.
Nel Mezzogiorno gli investimenti rappresentano invece il 71% del totale ed i trasferimenti il restante 28,9%. In termini pro capite nel Centro-Nord ogni cittadino ha “ricevuto”, nel 2007, 1.351 euro a fronte dei 1.185 del Mezzogiorno. Più in particolare, gli abitanti del centro-nord hanno avuto a disposizione 1.110 euro a testa in forma di investimenti pubblici, quelli del Mezzogiorno soltanto 843 euro. Il Sud può tirare un respiro di sollievo solo nel caso dei trasferimenti dove la situazione si capovolge, con 241 euro pro capite nel centro-nord e 343 nel Mezzogiorno. L’auspicio è, quindi, che i dati contenuti nel Quaderno Strutturale contribuiscano ad arricchire il dibattito in corso sulle riforme istituzionali necessarie al Paese per migliorare l’efficienza della spesa pubblica.
L’approfondimento. Per ogni siciliano 1.154 euro per investimenti
Cenerentola anche tra le regioni del sud. La Sicilia “perde” sul fronte degli investimenti pubblici pro-capite. Per ogni siciliano sono stati spesi per investimenti e incentivi alle imprese 1.154 euro (in termini correnti) al di sotto del corrispondente valore italiano (1.293 euro) e di quello del Mezzogiorno (1.185 euro). Questi i risultati dello studio del DPS relativi al 2007.
La spesa pro capite destinata nell’isola ad interventi nei settori delle attività produttive, dell’edilizia abitativa e di altre opere è pari a 327 euro (55 in più rispetto alla media del Paese); quella del settore mobilità è di 197 euro (159 in meno rispetto al corrispondente valore italiano). Si spende di meno anche nell’Amministrazione generale e nell’Energia e comunicazioni (- 40 euro). Non conforta, onestamente, che l’incidenza della spesa sul Pil regionale si colloca al 6,8%, come il resto del Meridione. D’altra parte è anche vero che la spesa in conto capitale della pubblica amministrazione e degli enti siciliani non accenna a diminuire: nel periodo 2000-07 è stata di 5,6 miliardi di euro all’anno. I valori di spesa registrati nell’isola evidenziano dal 1996 una tendenza crescente (da 4,2 miliardi del primo anno ai 5,8 del 2007) con picchi nel 2001 e nel 2006.