L’assessore Amata: “Somme stornate per Giampilieri, stiamo valutando l’affidamento ai privati”. Non è un parco ma una selva. Interdonato (Pd): “Amministrazione inerte”
MESSINA – È imbarazzante lo stato di abbandono in cui versa Villa Dante. Uno dei pochi polmoni verdi della città che costeggia in parte il centralissimo viale San Martino, assomiglia più ad una selva che non a un parco dove trascorrere momenti di relax. Dopotutto, una villa dove passare un po’ del proprio tempo serve ai cittadini, agli anziani e ai bambini e in primis a dare respiro a un tessuto cittadino al collasso.
Due anni fa l’annuncio in pompa magna della “nuova forma” della Villa, aveva fatto ben sperare, ma da allora le erbacce crescono selvaggiamente e l’intera struttura versa in uno stato di abbandono, più volte segnalato dal consigliere della III Circoscrizione, Santi Interdonato (Pd), che nei giorni scorsi ha presentato una nuova interrogazione al sindaco, Giuseppe Buzzanca e all’assessore all’Arredo urbano, Elvira Amata. Il consigliere punta l’indice sulla colpevole inerzia dell’amministrazione comunale rispetto alla gestione dell’importante impianto, che costituisce anche l’unica area pubblica in cui giovani e anziani possono ritagliarsi dei momenti di svago all’aperto, sfuggendo al caotico traffico cittadino.
“Il manto in sintetico del campetto di calcio – spiega Interdonato – è in gran parte ricoperto da un tappeto di foglie e aghi di pino che lo rendono pericolosamente scivoloso, le porte sono instabili e rischiano di schiantarsi da un momento all’altro, le reti di recinzione sono completamente distrutte così come il cancello di ingresso” e, aggiungiamo noi, la panchina posta per eventuali spettatori è stata rovesciata con l’immondizia che tutt’intorno regna sovrana.
Negli spazi a verde l’amministrazione ha inspiegabilmente rimosso scivoli e altalene; il centro sociale per anziani – con i vetri rotti a sassate e le pareti imbrattate con lo spray – è abbandonato a sé stesso e in nessun modo è stata migliorata l’offerta ludico-ricreativa nei confronti dei numerosi utenti. In alcuni tratti poi le staccionate di legno sono state divelte contribuendo a creare degrado alle già precarie condizione della struttura. “Di certo – conclude il consigliere – Villa Dante deve essere trattata come una risorsa non come un problema ambientale e sociale e, pertanto, urge una complessiva opera di riqualificazione”.
“Dopo l’alluvione dello scorso 1 ottobre – ha precisato l’assessore all’Arredo urbano, Elvira Amata – gran parte delle somme stanziate per l’acquisto delle panchine sono state stornate per Giampilieri. Nel bilancio di previsione abbiamo fatto una richiesta di 500 mila euro da destinare alla città per quel che riguarda l’arredo urbano. Quanto ai lavori di scerbatura la competenza è dell’Ato, ma l’orientamento è che la gestione passi al Comune. Perché ciò avvenga deve essere modificata la convenzione stipulata tra l’Ato e l’allora commissario del Comune, Bruno Sbordone. Per Villa Dante – aggiunge – la situazione è un po’ complessa perché tante associazioni sportive e cooperative che operano nel sociale mi hanno chiesto la gestione del campo di calcetto, del campo di bocce o entrambe le cose. Personalmente ho chiesto all’ing. Antonio Amato, del dipartimento Arredo Urbano, di predisporre un regolamento per tutte le Ville, valutando le varie richieste e verificando se queste strutture possono essere date in gestione, procedura che deve avvenire tramite un bando di evidenza pubblica. Quanto ai giochi per i bambini c’erano due progetti di 250 mila euro che non è stato possibile portare avanti sempre a causa dell’alluvione, ma con il nuovo bilancio, se si potrà, penseremo anche a questo”.