La linea resta chiusa fino a quando non sarà concluso il lavoro dei periti. Il disastro in Val Venosta ha causato 9 morti e 28 feriti
BOLZANO – Il procuratore di Bolzano Guido Rispoli ha autorizzato i tecnici a sollevare i vagoni del treno coinvolto dal disastro di ieri in val Venosta per escludere che vi siano vittime sotto il pianale del convoglio. “È vero – ha detto il magistrato – che al momento non risultano segnalazioni di dispersi, tuttavia è necessario escludere qualunque eventualita”. L’impianto ferroviario, intanto, rimarrà sotto sequestro almeno fino a oggi per consentire l’opera dei periti. Per oggi è anche previsto un sopralluogo dei magistrati sul posto.
Al momento la procura ha già nominato due periti: uno di loro dovrà occuparsi dell’aspetto geologico della disgrazia, l’altro dovrà chiarire lo stato dell’impianto irriguo che sembra all’origine della tragedia. Rispoli ha confermato che per il disastro sono stati emessi otto avvisi di garanzia, indirizzati ai responsabili del consorzio irriguo ed ai proprietari dei fondi interessati dalla frana. Rispoli ha comunque specificato che l’iscrizione nel registro degli indagati “é un atto dovuto, per garantire agli interessati al diritto alla difesa e per garantire loro anche la possibilità di partecipare con dei tecnici di parte alle perizie”. Le ipotesi di reato ipotizzate sono omicidio colposo, procurata frana e disastro ferroviario.
Le bandiere sugli edifici pubblici in Alto Adige sono listate a lutto in segno di cordoglio per il disastro ferroviario di Castelbello nel quale nove passeggeri sono morti ed altri 28 sono rimasti feriti. La decisione è stata presa dalla giunta provinciale, che intende inoltre sostenere i familiari delle vittime, anche con contributi economici per le famiglie che dovessero trovarsi in difficoltà per la perdita dei loro cari. La seduta del Consiglio provinciale, intanto, ieri si è aperta con un minuto di silenzio. In serata, in una cerimonia funebre presieduta dal vescovo Karl Golser, tutta la vallata si è stretta attorno ai parenti delle vittime, tutti valligiani che avevano preso il treno chi per andare al lavoro, chi per seguire le incombenze della vita quotidiana.