Resta incolto l’orto della Regione - QdS

Resta incolto l’orto della Regione

Cettina Mannino

Resta incolto l’orto della Regione

venerdì 16 Aprile 2010

Agricoltura. Un comparto in crisi, soluzioni lontane.
La denuncia. In Sicilia la terra abbandonata è circa il 25 per cento del territorio”, afferma Salvino Caputo, presidente della Commissione Parlamentare Attività Produttive dell’Ars.
Legge ignorata. La legge 440 (ancora non applicata in Sicilia) è stata istituita, è scritto nello stesso decreto, “al fine della salvaguardia degli equilibri idrogeologici e della protezione ambientale”.

Legge nazionale 440 del 4 agosto 1978 non applicata in Sicilia. Lo dicono dagli uffici dell’assessorato delle Risorse Agricole ed Alimentari della Regione siciliana e lo ripetono tutti coloro che già da tempo portano avanti la battaglia contro la crisi agraria.
La legge, che prevede “l’utilizzazione delle terre incolte, abbandonate o insufficientemente coltivate”, in Sicilia, così come in altre regioni d’Italia, non è stata tenuta in considerazione. Parte proprio da qui, dunque, da questa norma, il lavoro dell’assessorato regionale, con l’intenzione di cambiare la politica agricola siciliana.
Secondo la legge numero 440 le Regioni devono, attraverso informazioni e costanti controlli effettuati dai Comuni o dalle Province, redigere un albo, con tutti i terreni abbandonati.
 
Passati novanta giorni, dall’affissione pubblica, sarebbe possibile procedere con l’assegnazione di un determinato terreno, a quanti ne farebbero richiesta. Il proprietario del terreno, ad ogni modo, secondo la legge rimarrebbe sempre lo stesso, a variare sarebbe dunque il fruitore.
“In Sicilia la terra abbandonata è circa il 25 per cento del territorio”, afferma Salvino Caputo, presidente della Commissione Parlamentare Attività Produttive dell’ARS.
“In Sicilia la legge non è mai stata applicata”, dichiara il capo di gabinetto dell’assessorato regionale, Michele Lonzi. In numeri la terra abbandonata o incolta in Sicilia è pari a circa 600 mila ettari, dicono dall’assessorato, mentre quelli di superficie agricola utilizzata era fino al 2007, ultimo dato del Ministero delle Politiche Agricole, 1.251.851 ettari. “In tutta la Sicilia – spiega Caputo – ci sono grandi appezzamenti incolti o abbandonati. L’applicazione della legge, ovviamente là dove possibile, sarebbe la soluzione di un problema che sta consumando la nostra Isola più in fretta di quanto immaginiamo”. Ma da cosa è scatenato il fenomeno dell’abbandono del proprio terreno?. “Ci sono due fattori – osserva Caputo -. Dobbiamo considerare che ci sono zone della Sicilia dove effettivamente è impossibile coltivare. Ma il più indicativo è quello della crisi corrosiva che ha colpito l’intero comparto agricolo”. La crisi agricola ha diverse sfaccettature. Il fattore economico, più rilevante. Ma è anche causa di un cambiamento geografico della Sicilia. La legge 440 è stata istituita, è scritto nello stesso decreto, “al fine della salvaguardia degli equilibri idrogeologici e della protezione ambientale”.
L’applicazione della legge eviterebbe alcuni episodi di incendi e soprattutto potrebbe essere un’ottima prevenzione per i dissesti idrogeologici.
“In questi giorni – dice Lonzi – stiamo programmando una serie di interventi che possono avviare l’attuazione della legge. Potremmo affidare i terreni a costo zero a tutti i giovani che ne fanno richiesta e cercare di avviare diverse iniziative per cominciare a fare guadagnare dal terreno l’uomo che la coltiva”. “In questi giorni inoltre- procede – stiamo cercando di confrontarci con Confagricoltura e cercare insieme di trovare delle soluzioni”.
 


Crisi e soluzioni. Accorpare le Pmi in un’unica grande società
 
Già dal 2000 la crisi agricola covava come un virus fra le campagne della Sicilia.
Secondo l’ultimo censimento agricolo svolto dall’Istat, in dieci anni, tra il 1990 e il 2000, la Sicilia ha perso nelle coltivazioni di sementi il 18,5 per cento. Percentuale che dal 2000 ad oggi non ha accennato ad alcun miglioramento. Anzi il dato oggi sembra essere calato. A dieci anni di distanza l’Istituto sta preparando il sesto censimento sulla situazione agricola e sugli allevamenti dell’intero paese. “La crisi è evidente- sottolinea Michele Lonzi, capo gabinetto dell’assessorato delle Risorse Agricole ed Alimentari della Regione Sicilia -. E a risentirne sono soprattutto le piccole e medie imprese. L’azione che il nostro assessorato vorrebbe portare avanti è quella di accorpare queste piccole realtà per farle diventare un’unica società”.
“Inoltre- conclude Lonzi- abbiamo pensato di affidare alle cooperative i terreni demaniali inutilizzati”.

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