Contraffazione rosa, dietro la vanità rischi per la salute dell’acquirente - QdS

Contraffazione rosa, dietro la vanità rischi per la salute dell’acquirente

Margherita Montalto

Contraffazione rosa, dietro la vanità rischi per la salute dell’acquirente

venerdì 30 Aprile 2010

I capi contraffatti, disponibili a poco prezzo sulle bancarelle degli ambulanti, un’attrattiva poco sicura. A tutela del consumatore GdF e Case di moda indicano come identificare i falsi

CATANIA – Una particolare attenzione, che riguarda l’abbigliamento e gli accessori, è rivolta al mondo femminile. Un acquisto contraffatto tutto “in rosa”. Oggi le donne sono sempre più alla ricerca dei capi firmati e pur di ostentare una griffe sono disposte a tutto, anche ad usare, bigiotteria, occhiali, profumi, borse, etc. provenienti non da case che ne garantiscano la sicurezza con marchio Cee e approvvigionarsi da rivenditori ambulanti non autorizzati. Se è vero che il consumismo è ad alti livelli in una società come la nostra che richiede il “dovere apparire per essere”, è anche vero che le firme prestigiose costano molto e quindi apparentemente la vanità femminile, e non solo, potrebbe essere compensata con uso di capi contraffatti. Concorrenza sleale e a favorire questo mercato non si fa bella figura!
Non può trovare giustificazione soddisfare una simile vanità. Tutto ciò che è al contatto con la pelle, sciarpe, scarpe, bigiotteria, etc., è nocivo alla salute in quanto la provenienza dei materiali utilizzati per realizzarli non è garantita e certificata.
A tutela del consumatore la GdF e le case di moda  indicano come identificare i falsi di un accessorio quando non rispettano gli standard qualitativi previsti dalle aziende, quando la stampa del marchio presenta delle difformità, gli ologrammi anticontraffazione sono assenti, il packainging non risulta presente. Dai dati della Guardia di Finanza si evince che il sequestro di capi contraffatti è enorme, ciò vuol dire che le richieste sono vertiginose, infatti la moda con abbigliamento ed accessori è il settore più penalizzato e la contraffazione non è un fenomeno marginale poichè coinvolge l’economia mondiale. Interventi quotidiani da parte dei finanzieri del I° Nucleo Operativo del gruppo della Guardia di Finanza di Catania comandato dal Cap. Orazio Sanfilippo portano a termine sempre nuove operazioni di servizio volte a reprimere il fenomeno della contraffazione di marchi di fabbrica e di firme della moda tutelati da diritti di trademark. In ultimo, “Presso due esercizi commerciali gestiti da cinesi, sono stati rinvenuti articoli per lo più esposti in grandi banconi dove era possibile scegliere fra una vasta gamma di articoli: cinture, collane, bracciali, orecchini, portamonete, magliette, maglioncini, giubbotti, biancheria intima, pantaloni, ecc., riproducenti le note griffe: Monella Vagabonda, Dolce e Gabbana, Armani, Gucci, Alviero Martini” – spiega il comandante del predetto Nucleo Operativo.
Dalle griffe si comprende che, alcune in particolare, sono utilizzate dalle signore. E poiché si parla di “contraffazione in rosa” fra i tre cittadini della Repubblica Popolare Cinese, sono state segnalate proprio due donne per violazione della normativa sulla contraffazione del marchio nonché per contrabbando. “Gli articoli che abbiamo posto sotto sequestro, circa 150mila pezzi, avrebbero consentito ricavi per 3 milioni di euro”.
“L’azione, inarrestabile, di contrasto svolta dalla Guardia di Finanza contro tali illecite attività che arrecano un ingente danno all’erario, oltre che all’economia nazionale ed europea, continua sempre intensa al fine di tutelare anche la libera concorrenza nello specifico comparto economico”.
Alle donne una raccomandazione: possono ugualmente essere eleganti e ricercate anche con capi non firmati ma di accertata provenienza.
 


Sanzioni anche per i cittadini colti in flagranza di reato
 
CATANIA – Di cosa sono passibili le acquirenti, consolidato il danno per la salute? Il Generale Ignazio Gibilaro, Comandante provinciale GdF di Catania descrive così il fenomeno: “La pesante sanzione, applicata in materia di contraffazione, a carico dei cittadini che sono colti in flagranza mentre acquistano dagli abusivi capi contraffatti, fa riferimento alla l. 80 del ‘05 ovvero “l’acquisto o l’accettazione, senza averne prima accertata la legittima provenienza, a qualsiasi titolo di cose che, per la loro qualità o condizione di chi le offre, indicano a ritenere che siano state violate le norme…”.
 
L’intervento delle nostre pattuglie avviene sempre in divisa a salvaguardia dell’incolumità dei passanti che potrebbero essere coinvolti nelle reazioni dei venditori.
Il nostro intervento spinge in primis a sensibilizzare attraverso l’informazione che l’acquisto di un capo contraffatto o fuori norma (tutela del marchio) comporta la lesione economica ed è a scapito della salute. Chi compra deve essere “consapevole” che sta commettendo un illecito. Gli interventi da parte delle Forze dell’ordine mirano al controllo del territorio. Oltre a contrastare la minuta vendita, la nostra azione principale si attua con la repressione e colpendo depositi e punti vendita ad essi collegati.

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