L’informatizzazione e la messa in rete degli uffici è un’utopia. Tempo e denaro vengono così sprecati. Chiesti 500 euro a un fornitore che aspetta ancora il pagamento di 300 mila €
CATANIA – Vogliamo raccontarvela quasi come una barzelletta perché, per quanto ci si sforzi di vederla diversamente, appare sempre e comunque una situazione grottesca.
Ci sono un Ente locale, le sue Direzioni e un fornitore dello stesso Ente, un soggetto che attende da anni il pagamento di una somma che, allo stato attuale, si aggira intorno ai 300 mila euro. Una situazione quasi normale in Sicilia – in cui i ritardi della Pubblica amministrazione, nell’attesa che si rispettino gli impegni economici presi, sono all’ordine del giorno – se non fosse che l’Ente in questione, il Comune di Catania, nonostante la forte situazione debitoria, abbia avuto anche il coraggio di chiedere, al già citato fornitore, il pagamento “con cortese urgenza” di una somma di poco inferiore ai 500 euro €.
Questa paradossale vicenda è stata ricostruita grazie al carteggio – con tanto di corrispondenza a mezzo raccomandate – inviato nei giorni scorsi alla nostra redazione da un lettore del QdS.
“In ordine al deposito cauzionale – si legge nel documento inviato dalla Direzione Patrimonio, Provveditorato ed Economato del Comune di Catania e firmato dal direttore Marco Petino – relativo alla locazione dell’immobile (…) si invita a voler provvedere con cortese urgenza al versamento di 428,85 euro a titolo di interessi ai sensi legali dell’Art. 11 legge n. 392/78 per il periodo che va dal 3/11/06 al 3/11/09”.
Tre anni, esattamente lo stesso tempo da cui il fornitore che ci ha inviato la lettera attende di essere pagato dal Comune. Proprio come si legge nella risposta inviata al Comune: “Riceviamo la vostra raccomandata del 19 aprile 2010 e rileviamo che il vostro Ufficio sconosce come codesta amministrazione sia debitrice nei nostri confronti, al 30 aprile 2010, di 271.031,16 euro portato da fatture relative a canoni di locazione”.
“È incomprensibile – si legge ancora nella lettera di risposta – come un ufficio abbia la tracotanza di chiedere una minima somma di fronte a un ben più alto debito che non viene pagato da oltre tre anni. In ogni caso, considerate la somma da voi richiesta in piccola compensazione del grande debito da voi dovuto”.
Abbiamo telefonato all’ufficio comunale competente per chiedere una replica a Marco Petino. Dopo numerosi tentativi andati a vuoto, con il telefono che squillava inutilmente, finalmente siamo riusciti a contattare la segretaria del direttore. Quest’ultimo, impegnato in un’urgente riunione, ha promesso di ricontattarci rapidamente, ma al momento di andare in stampa non ci è ancora pervenuta alcuna replica. Restiamo comunque a disposizione della Direzione Patrimonio, Provveditorato ed Economato, qualora volesse fornire dei chiarimenti su questa particolarissima situazione.
Un quadro che, comunque sia, mette in luce tutte le clamorose carenze della macchina burocratica del Comune di Catania, dove la mano destra è totalmente all’oscuro di ciò che fa la sinistra. Il processo di informatizzazione degli uffici e la loro relativa messa in rete procede evidentemente a rilento, altrimenti situazioni del genere non potrebbero verificarsi. Dotare ogni postazione di un Pc adeguatamente collegato agli altri razionalizzerebbe anche l’attività dei dipendenti comunali, evidentemente impegnati in attività poco produttive, che non fanno il bene della città e dei cittadini.