Nonostante i tanti controlli, le imprese isolane continuano a utilizzare manodopera irregolare. Nei primi 4 mesi dell’anno la GdF ha già scovato 192 lavoratori in nero
PALERMO – Nella sola provincia di Palermo nei primi quattro mesi dell’anno sono già 146 le segnalazioni di lavoratori irregolari. Numero che si gonfia aggiungendo i 29 scovati a Ragusa, gli altri 17 ad Agrigento.
Per il momento questi sono i primi dati ufficiali complessivi resi noti dalla guardia di finanza che pare abbia concentrato in questo primo scorcio del 2010 la sua attenzione su questo “triangolo siciliano”, quello più a rischio secondo i dati statistici degli anni passati. E i risultati infatti non sono tardati ad arrivare. L’allarme rosso è sicuramente a Palermo e provincia dove il fenomeno anziché regredire, visto anche l’asfissiante controllo degli enti preposti, sembra invece dilagare.
E più si aprono le maglie, più emerge che certe dinamiche vanno anche ben oltre “l’ottimistico” parametro del 25-30 per cento per indicare l’incidenza del sommerso nell’economia reale dell’Isola. L’ultimo controllo a tappeto, che ha ancora una volta riguardato Palermo dove sembra che ci sia la più grande emergenza siciliana, ha messo in evidenza la scoperta di ben 43 lavoratori in nero e uno irregolare.
L’attività di servizio si è estrinsecata con il controllo di 41 imprese operanti nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, che poi sono i comparti dove da sempre viene denunciato il più alto tasso di sommerso. Le Fiamme Gialle hanno effettuato gli interventi presso cantieri edili e imprese agricole riscontrando nella maggior parte dei casi violazioni alla normativa in materia di lavoro anche se non sono emerse violazioni rientranti nella sfera penale. Si tratta infatti di manovalanza locale, ad eccezione di due romeni e due indiani in possesso di regolare permesso di soggiorno, tutti di maggiore età. Complessivamente dall’inizio dell’anno sono 136 i lavoratori in nero e 10 quelli irregolari scovati dai militari delle Fiamme Gialle. “Diverse le motivazioni che inducono i titolari delle attività – dicono dal comando provinciale della Guardia di finanza – a non procedere a regolari assunzioni: principalmente, si vogliono evadere gli adempimenti contributivi e fiscali; in secondo luogo, il datore di lavoro si svincola dall’obbligo di corrispondere i salari minimi garantiti”. Una condotta che, oltre a costituire un illecito, è fortemente distorsiva del mercato del lavoro, in quanto configura atti di concorrenza sleale che finiscono col penalizzare le aziende sane che pagano regolarmente i contributi dei propri dipendenti.
La Sicilia più in generale è una regione in cui il lavoro irregolare rimane un fenomeno radicato e consistente: la percentuale dei lavoratori in nero, o in condizioni identificate come “grigie”, è alta a Palermo (39,4 per cento del totale) più che nelle altre province siciliane secondo quanto emerso da un progetto di ricerca statistica finanziato dalla Regione. Fra gli irregolari, inoltre, è alta la percentuale di quanti lavorano esclusivamente in nero (68,1), e sono più le donne che gli uomini. Si tratta per lo più di giovani (fra i 25 ed i 34 anni) che rappresentano il 37,3 per cento degli irregolari, mentre soltanto l’8,8 per cento ha più di 55 anni.
L’approfondimento. Un grave problema che investe tutto il Sud
PALERMO – Nel Mezzogiorno il lavoro nero e irregolare è il doppio che al Nord. Lo ha detto il ministro Sacconi in audizione alla Camera. “Il Sud – ha aggiunto – continua a essere l’area meno reattiva a interventi di contrasto delle irregolarità”. Agricoltura ed edilizia sono i settori che maggiormente risentono degli infortuni e del caporalato e sono gli immigrati i soggetti maggiormente esposti al lavoro nero. Ispezionate 303 mila 691 aziende nel 2009; 175 mila 144 sono risultate irregolari. Le violazioni in materia di orario di lavoro hanno registrato un aumento di +154 per cento, le violazioni accertate sullo statuto dei lavoratori +262, gli illeciti in materia di sicurezza sul lavoro +56 per cento, ha evidenziato ancora Sacconi. In aumento anche le violazioni in merito alla tutela delle lavoratrici madri, +67 per cento quelle sulla tutela economica, +155 per cento rispetto a quella fisica. A fronte dei buoni risultati di una maggiore selettività degli interventi di ispezione, il ministro ha auspicato una sempre più sintesi sinergica delle azioni programmate dai diversi organi ispettivi, unitamente agli interventi delle forze di Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.