Le guide abusive tolgono lavoro a chi ne ha diritto e competenza - QdS

Le guide abusive tolgono lavoro a chi ne ha diritto e competenza

Le guide abusive tolgono lavoro a chi ne ha diritto e competenza

martedì 18 Maggio 2010

Diventa sempre più grande il fenomeno, difficile il controllo da parte delle autorità preposte. Servizi turistici offerti da chi non ne ha la capacità e sono in molti a “cascarci”

PALERMO – L’estate è oramai alle porte e con essa si trascinano i problemi di sempre per il turismo siciliano. Sono bastati già questi primi ponti festivi (Pasqua, 25 aprile e 1 maggio) per fare emergere il solito problema dell’abusivismo delle guide turistiche. Problematica che in effetti si trascina da tantissimo tempo e di cui si parla anche in modo abbastanza pressante ma probabilmente non al punto di attenzione che meriterebbe.
Oggi il settore delle guide turistiche sta vivendo una forte involuzione nell’Isola: da una parte deve fare i conti con la crisi e con i turisti che preferiscono il più economico “fai da te”, dall’altra però proprio queste difficoltà economiche spingono molti visitatori anche a cercare il prezzo più conveniente. Inevitabile pensare alla guida abusiva che, come qualsiasi lavoratore in nero, riesce a proporre prezzi più al ribasso. A mostrarsi abbastanza preoccupata dell’espansione del fenomeno è l’associazione culturale Nemesi, che tra l’altro gestisce un sito web di informazione (Catania politica), che proprio nel territorio catanese ha avuto modo di potere sentire più forte questa ingombrante presenza: “L’Etna oggi non è solo il più grande vulcano attivo, ma anche quello più abusivo del mondo, anche su Web. Basta fare delle ricerche più o meno approfondite su internet, per imbattersi in siti di dubbio valore scientifico, ma soprattutto in pagine relative a singolari associazioni che offrono disparati servizi turistici, e ben altro ai limiti o ben oltre i limiti di legge. Chi controlla? Sembra proprio nessuno”.
L’associazione ha voluto quindi approfondire questa sua personale ricerca ed ha finito per imbattersi in siti internet di appassionati, sconosciuti, associazioni e quant’altro, che forniscono oltre alle consuete escursioni sull’Etna, servizi turistici (a Taormina, Siracusa, Agrigento, ecc..), con tanto di sistemazione in hotel, consumazioni di prodotti alimentari “non confezionati” e quindi preparati per l’occasione, trasferimenti da o verso l’aereoporto, ecc… “Molti di questi servizi – dice Nemesi – sono così in “regola” che persino alcuni quotidiani o riviste di varia natura, ritengono utile dedicare degli spazi, ad esempio, ad associazioni culturali esplicitamente dichiarate come strutture di lavoro”.
Sempre secondo quanto risulta all’associazione culturale persino le scuole spesso si rivolgono a guide ed associazioni senza accertarsi sulle eventuali competenze di chi fornisce i servizi. “Sembra che il costo – continua – decida la validità dei servizi, come pure i falsi titoli che anche alcuni ignoti sono sempre pronti a mettere in campo”. Esiste poi un problema di tipo normativo, cioè manca una precisa regolamentazione. Così si può anche essere sul filo della legalità in Sicilia e svolgere attività in qualità di associazione o singole persone che finiscono per fare un lavoro del tutto simile a quello che svolgono pur non avendo specifiche competenze. Anche questo fa parte della Sicilia delle contraddizioni.
 


L’approfondimento. Da tempo si chiede alla Regione una regolamentazione
 
PALERMO – Sono le stesse guide abusive ad avere in quest’ultimo periodo lanciato l’allarme. Da tempo il personale competente con licenza per lo svolgimento della professione di guida turistica, come denunciano gli stessi addetti ai lavori, “è scavalcato da figure non abilitate, che lavorano da abusivi” sul territorio siciliano. Accompagnatori e tour operators, non autorizzati, reclutati da agenzie di viaggi, che si improvvisano guide turistiche, sottraendo lavoro e legittimità a chi svolge questo tipo di professione”. Da tempo alla Regione si chiede una precisa regolamentazione in materia ma le risposte arrivate sono state poche, se non quasi del tutto nulle. Effettivamente il fenomeno resta abbastanza difficile da aggredire. Le guide abusive infatti si mimetizzano tra i turisti e quindi non sono facilmente individuabili. In questo modo hanno vita facile e le forze dell’ordine dovrebbero dispiegare talmente tanto personale, possibilmente in borghese, e “pedinare” anche l’abusivo per vedere sin dove si spinge. Uno scenario quindi sin troppo difficile da potere scardinare e che resta una delle tante macchie del lavoro abusivo in Sicilia.

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