“Ci sono già imprenditori e aziende che hanno fatto istanza di questo tipo. Per quanto riguarda le biomasse, è privilegiata la filiera corta, qualora le filiere siano su terreno agricolo.
Ci sono istanze in attesa di autorizzazione che invece dovrebbero nascere sulle zone industriali o in zone marginali. Le abbiamo divise per tipologia, tra eolico, fotovoltaico, biomasse, impianti che traggono energia dai rifiuti, solare termodinamico.
Si tratta comunque di pochi progetti rispetto al fotovoltaico, seguiranno un loro iter burocratico, che di certo sarà più snello. Come pure si darà priorità ai progetti sperimentali, in cui sono coinvolti enti di ricerca, o il Cnr. Ci sono impianti di fotovoltaico alti, con una migliore redditività, questi avranno una priorità perché possono orientare il futuro.
Nella scrematura delle istanze valuteremo anche l’attendibilità progettuale. I terreni che hanno una grande produttività non potranno diventare suolo industriale. Dobbiamo salvaguardare anche la capacità produttiva del terreno, anche se si potrebbe abbinare la tecnologia nuova con la produttività terriera.
Al momento, il rischio in cui si incorre è che l’area su cui viene disposto l’impianto fotovoltaico si inaridisce, ecco perché credo che il terreno da privilegiare sia quello marginale, non produttivo. A tal proposito ho visto dei progetti che sono integrazione di fotovoltaico ed agricoltura ammirabili, possibili disponendo il pannello più elevato dal suolo. Questa sarebbe una condizione ideale, che darebbe una dimensione all’agricoltore, che da affittuario del terreno diverrebbe parte attiva del progetto, entrando con il proprio capitale, in questo caso il terreno, con una piccola percentuale.
In tal senso, la Regione ha fatto una scelta ben precisa, che è quella di consentire l’accesso democratico alla produzione energetica; un indirizzo dettato dalla volontà di mettere nelle condizioni tutti di avere nel tetto un piccolo impianto. Questo è uno dei principi del Pears: l’accesso democratico alla produzione energetica. È l’energia distribuita che oggi si vuole favorire. Sarebbero sufficienti 15-20 mila euro, per consentire di portare a 0 il bilancio energetico di una famiglia; e poi l’energia potrebbe diventare un grande fattore di riequilibrio sociale di redistribuzione delle ricchezze.
Se gli agricoltori comprendessero che possono cominciare a ragionare non più in termini di semplici coltivatori, ma di coloro che fanno agro-energia e che il loro terreno può diventare un capitale all’energia, intergrato con l’agricoltura, il reddito procapite di ciascuno cambierebbe radicalmente. Questo ragionamento si incastra con quello relativo al trasporto dell’energia. Oggi tanta energia prodotta deve essere trasportata nelle reti elettriche, che peraltro da noi sono deficitarie. Va detto inoltre che il 70 % di tutta l’energia vettoriata si perde, a causa della dispersione. Più il tratto è lungo, maggiore è la dispersione di energia. Se invece si inaugurasse una nuova stagione, in cui l’energia si consuma dove si produce, si otterrebbe l’ottimizzazzione.
Grazie al Poi-Energia (Programma Operativo Interregionale) abbiamo già fatto un accordo, con il Ministero dello Sviluppo e con l’Enel, per altre 21 cabine da realizzare su tutto il territorio regionale, per il potenziamento della rete, per cui sono stati deliberati i primi 25 milioni di euro, sul totale d’investimento pari a 50 milioni di euro”.
“Per il macro-eolico c’è una quantità di richieste tali, che riteniamo non possa essere sostenibile dal territorio. Queste richieste saranno trasmesse in Conferenza dei servizi, purchè siano integrati con il Pers, coerenti con il Piano energetico, dopodiché c’è un problema legato all’impatto visivo del paesaggio, all’impatto ambientale, su cui si pronuncerà un’autorità paesaggistica ambientale. Noi stiamo dando maggiore slancio al fotovoltaico, perché il suo conto energia ha scadenze più strette rispetto all’eolico. Le domande al 2009 sono state 1400 per 14 mila Mw richiesti”.
“Lo scorso 12 aprile c’è stata la Conferenza dei servizi, nel corso della quale abbiamo definito lo stato e ultimato il verbale, che sarà trasfuso nel provvedimento finale. Un verbale corposo, che è in fase di limatura, per poi essere trasmesso ai partecipanti della Conferenza dei servizi, per le loro eventuali osservazioni, dopodiché si passerà alla redazione del provvedimento. È una fase che sarà preceduta da endo-procedimenti, ed uno di questi riguarda proprio il tavolo delle compensazioni, che chiaramente sono di tipo politico.
L’assessore Pier Carmelo Russo dovrà convocare gli Enti locali e la Ionio-Gas per parlare di questa vicenda. È certo che prima di affrontare questo tema, dovrà parlare della sentenza della Corte di Giustizia Europea, relativa al principio chi inquina, paga. Una priorità dovuta al fatto che la Conferenza dei servizi ha posto delle condizioni alla realizzazione dei rigassificatori, che fanno riferimento alla bonifica dell’area e la messa in sicurezza, nel rispetto delle leggi che riguardano gli impianti a rischio di incidenza rilevante. Questi sono tutti requisiti che dovranno avere l’area e le aziende coinvolte. Ebbene, l’Assessore vorrebbe che prima fosse chiarita la questione del risarcimento dei danni, per poi entrare nel cuore della questione. Siamo in attesa che l’Assessore convochi i tavoli per chiarire queste questioni. Si pensa che entro 40 giorni il decreto sarà pronto”.