Le opportunità mancate della Finanziaria - QdS

Le opportunità mancate della Finanziaria

Le opportunità mancate della Finanziaria

sabato 29 Maggio 2010

Economisti, giuristi e dirigenti generali a confronto sugli effetti della legge. Verde, preside Giurisprudenza Pa: “Responsabilità politiche”

PALERMO – Le opportunità della Finanziaria regionale sono state al centro del dibattito che si è tenuto lo scorso 27 maggio presso i locali della Lumsa di Palermo.
Un’occasione per approfondire, attraverso esperti di settore, l’impatto della norma sul territorio, attraverso tre differenti punti di vista: giuridico, tributario e creditizio.
Interlocutori d’eccezione sono stati tre docenti universitari: Giuseppe Verde, preside della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, Salvatore Sammartino, ordinario di Diritto Tributario e Francesco Faraci, professore associato di Economia Aziendale.
Sono inoltre intervenuti Salvatore Taormina dirigente generale del dipartimento Finanze e Credito e Felice Bonanno, dirigente generale del dipartimento Programmazione.
Francesco Faraci affrontando la questione dal profilo creditizio, si è soffermato sulle ‘Norme in materia di attività produttive’: Microcredito e i Confidi. “È uno strumento rapido, d’innovazione finanziaria e intelligente”.
La norma vuole favorire l’incremento dei processi produttivi accelerandone l’accesso al credito, attraverso anche interventi in conto garanzia per il credito e microcredito alle piccole e medie imprese ed alle famiglie del territorio. Un meccanismo finanziario possibile, attraverso l’istituzione di un fondo etico della Regione, avente natura di fondo garanzia, da affidare ad una banca o ad un intermediario finanziario scelto attraverso procedura selettiva. Il fondo parte da una dotazione iniziale di 5 mln di euro. Attraverso un calcolo approssimativo, secondo Faraci, tenuto conto che il finanziamento ha un limite massimo di 6 mila euro per utente, l’incentivo potrebbe abbracciare circa un migliaio di beneficiari. E il professore non sottovaluta neanche la patrimonializzazzione dei confidi.
“Un processo possibile attraverso l’iscrizione  nell’elenco degli intermediari finanziari, previsto dall’art.107 del D.lgs n.385/93”. Ne sottolinea il valore anche Salvatore Taormina, che ritiene i Confidi “una realtà importante, che merita di essere irrobustita”.
Più severe le posizioni di Giuseppe Verde e di Salvatore Sammartino. Le loro analisi, per quanto su versanti differenti – il primo giuridico, l’altro tributario – vertono sulle opportunità mancate della Finanziaria. Il riferimento è rivolto al blocco del Credito imposta per l’occupazione.
“Un provvedimento impugnato dal Commissario dello Stato, e precluso al controllo della Corte costituzionale. Avrebbe potuto riservare alle imprese vantaggi  attraverso l’assunzione di nuovo personale. Un dato che dovrebbe indurre la classe politica al rilancio complessivo della macchina istituzionale del Paese, ridefinendo i rapporti con le autorità di controllo”, conclude Verde.
Per Sammartino bisogna invece difendere la specialità della Sicilia, messa a dura prova dalla Corte Costituzionale, che risentendo forse del clima di avversione nei confronti di una Sicilia ritenuta sprecona, dimostra un’evidente chiusura. “Con il Federalismo fiscale che incede, attraverso la legge delega, bisogna insistere affinché nessuna norma di attuazione dello Statuto potrà essere emanata se non con il consenso della commissione paritetica (art.46 dello Statuto)”.

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