L’Ars ha approvato la mozione n. 192 che chiede il rinvio del riordino della Scuola superiore approvato dal Consiglio dei Ministri. Tagli previsti per 5 mila tra docenti e personale. La mozione passa in mano al Governo regionale
PALERMO – Rinvio di un anno dell’applicazione dei regolamenti di riforma per il riordino del biennio della scuola secondaria di secondo grado. Regione autonoma in tutto e per tutto la Sicilia. Anche dal punto di vista scolastico.
Durante la seduta del 19 maggio 2010, n. 173, l’Assemblea regionale siciliana ha approvato una mozione, la n. 192, con la quale si rinvia di un anno l’applicazione dei regolamenti sulla riforma Gelmini per il riordino del biennio della scuola superiore. Una richiesta che è stata basata sull’autonomia che spetta alle regioni ed in particolare ad una regione a Statuto speciale come la Sicilia, in seguito alla riforma dell’articolo 117 ed in generale del titolo V della Costituzione. Lo scopo, di fatto, è salvare tanti posti di lavoro. I dettagli sono stati esposti dal parlamentare Gucciardi, ma ci sono le sigle di ventisei membri dell’Ars in fondo alla mozione.
“L’applicazione dei regolamenti di riforma di cui alla legge n. 113/2008 – secondo Gucciardi – rischia di mettere in ginocchio il sistema dell’istruzione di II grado della Sicilia.” Poi lascia parlare i numeri: “Negli ultimi cinque anni la scuola siciliana ha perso circa 11 mila posti di lavoro di cui 7.260 circa solo nel 2009, con la previsione di un’ulteriore certa emorragia in applicazione di questa riforma, di circa 5.000 unità per la nostra Regione tra docenti e personale con altro profilo professionale nella scuola”.
Se l’applicazione slitta di un anno anche i tagli agli organici previsti dal governo dovrebbero essere rinviati; salvo riduzioni ulteriori da parte del ministero dell’Economia alle risorse finanziarie, a cui dovrebbe supplire a quel punto la Regione Sicilia.
Ma c’è di più nella mozione. Si legge testualmente nel resoconto : “Nell’anno scolastico 2010/2011 è prevista l’attuazione dei regolamenti di riforma per il riordino del biennio della scuola secondaria di secondo grado, di cui all’articolo 64 del dl 25 giugno 2008 n. 112, convertito con modificazioni in legge 6 agosto 2008, n. 133; al fine di uscire dalla crisi che attraversa il nostro Paese, la Regione siciliana e più complessivamente l’economia globale, appare indispensabile investire nella conoscenza e nella qualificazione del sistema della pubblica istruzione.
Alla luce di tale considerazione generale, non può che esprimersi un giudizio negativo sui regolamenti approvati in seconda lettura dal Consiglio dei Ministri, in data 4 febbraio 2010; i predetti regolamenti, non prevedendo l’istituzionalizzazione del biennio unitario, rendono impossibile la reversibilità delle scelte degli studenti, riducono l’offerta formativa, privano gli studenti dell’apporto fondamentale di discipline, quali diritto, economia, geografia (di fatto accorpata alla storia); diminuiscono altresì le ore di laboratorio, prevedono tagli solo per la scuola statale, mentre restano confermati i finanziamenti alle scuole private”.
Questa la premessa con cui la mozione ha chiesto al Governo della Regione e all’assessore per l’Istruzione e la formazione professionale di rinviare di un anno l’applicazione dei regolamenti suddetti, approvati dal Governo nazionale. Più autonomia per avere più istruzione e più lavoro.
Necessario un Piano di rilancio per la scuola pubblica siciliana
PALERMO – Nella mozione si chiede inoltre di avviare un confronto con le Province, le scuole secondarie superiori e le organizzazioni sindacali, al fine di predisporre un piano di rilancio della scuola pubblica nella Regione, la quale deve necessariamente investire nei saperi, anche al fine di poter contrastare la crisi economica e sociale che sempre più si va manifestando nel territorio siciliano.
Le conseguenze dell’entrata in vigore immediata dei regolamenti si possono facilmente prevedere: “Le scuole saranno costrette ad improvvisare i piani dell’offerta formativa, nel contempo la Regione e l’assessorato Istruzione e formazione professionale, unitamente agli altri enti locali interessati, non potranno fare un’adeguata programmazione territoriale e si produrrà esclusivamente un riordino della rete scolastica che determinerà un ulteriore taglio degli organici, come voluto dal Governo, mentre le famiglie e gli studenti dovranno compiere scelte definitive senza avere contezza di informazioni determinanti. Tutto ciò produrrà una contrazione degli organici del personale docente ed Ata, che, dopo quella dell’anno scolastico 2009/2010, rischia di compromettere definitivamente la qualità della scuola pubblica in Sicilia".