Enti locali. La grande miniera delle multiutilities.
Dati pubblici. La legge impone alle amministrazioni di diffondere i dati attraverso i siti internet istituzionali. Nonostante l’obbligo, Ragusa e Messina non hanno comunicato le informazioni.
Il caso del “Bellini”. Per il Consorzio musicale catanese la Provincia spende 40 mln € e detiene il 50% delle quote. Ma l’ente “recupera” in altre 16 società dove l’onere finanziario è nullo.
PALERMO – Settantanove mln di €: questa la cifra che nel 2009 le amministrazioni provinciali siciliane hanno versato per i consorzi e le società partecipate. Ben 127 piccole e grandi aziende il cui numero si deduce dagli elenchi pubblicati on-line sul sito del ministero per la Pa, aggiornati pochi mesi fa sulla base della legge 296/2006, e nello specifico dell’art. 1, commi 587 e 591.
Dai conteggi mancano all’appello i dati delle Province di Ragusa e Messina, che finora non hanno dato alcuna comunicazione al Ministero sulle loro partecipazioni dello scorso anno.
Quote cui va aggiunto anche il denaro per pagare i Cda di queste aziende, in cui spesso vengono riciclati i cosiddetti “trombati”. Politici bocciati dagli elettori ma “ripescati” per incarichi di sottogoverno.
Un fiume di denaro pubblico della portata di oltre 79 mln di €, è quello che nel 2009 le amministrazioni provinciali siciliane hanno riversato nell’oceano dei consorzi e delle società partecipate. Un esteso mare, che nelle nove Province regionali è composto da ben 127 piccole e grandi isole, atolli o semplici scogli. Il loro numero lo si deduce dagli elenchi online, pubblicati nel sito del ministero per la Pa e aggiornati pochi mesi fa, sulla base della legge 296/2006, e nello specifico dell’art. 1, commi 587 e 591.
Dai conteggi mancano però all’appello i dati delle Province di Ragusa e Messina, che finora non hanno dato alcuna comunicazione al ministero sulle loro partecipazioni dello scorso anno. Ma se per la prima non è possibile reperire informazioni neppure nel sito internet istituzionale, per la seconda si ritrova, ricercando all’interno del portale dell’amministrazione, un vecchio elenco di 30 partecipate fermo al 10 marzo del 2009. E non si hanno notizie precise neanche negli uffici dell’ente, dove è in corso una ricognizione, voluta dall’assessore Michele Bisignano, per capire quante siano le partecipazioni dell’ente messinese: il numero finora conteggiato, ma ancora approssimativo, è di 58, divise tra 44 consorzi e 14 società.
L’obbligo di rendere pubblici i dati deriva dalla legge 296 – sempre con l’art. 1, ma col comma 735 – che impone alle Pa di rendere pubblici gli incarichi di amministratori nominati in seno ai consorzi e alle società partecipate: cosa che andrebbe comunque fatta semestralmente. In ogni caso, aggiungendo il dedotto dato peloritano, si arriva così a un arcipelago di 157 consorzi e società. A primeggiare in tutto e per tutto è la Provincia di Catania, che ha immesso in 36 partecipazioni la bellezza di quasi 58 mln di €. L’esborso maggiore è stato per il Consorzio musicale “Vincenzo Bellini”, di cui detiene il 50% delle quote, pari a 40,6 mln di €. Notevoli anche gli oltre 15 mln di € messi a disposizione della Pubbliservizi Spa, che controlla per il 99,5%. Va detto, tuttavia, che l’amministrazione etnea in 16 società ha un onere finanziario nullo, così come incuriosiscono i 31 € per l’Etna Speed Autodromo e Aviodromo Belpasso Spa.
Notevoli sono anche i 14,2 mln di € di oneri finanziari della Provincia di Palermo nelle 22 società in cui ha partecipato nel 2009. Buona parte di questi soldi pubblici è andata a finire nella Palermo energia Spa, che controlla totalmente, e nella Gesap, di cui detiene il 41,1%, che hanno pesato alle casse provinciali palermitane per 6,5 mln di € ciascuna. Rimanendo nei territori occidentali dell’isola, la Provincia di Trapani ha sparso nelle partecipazioni 6,3 mln di €, di cui 3,3 mln solo nella controllata al 100% Megaservizi Spa, e 1,3 nel Consorzio universitario provinciale con una quota del 71%.
Da sottolineare che alla fine del 2009 la Eurobic Spa, che deteneva al 51% e il Consorzio Trapani Sviluppo erano già in liquidazione. Tra le Province della zona centrale, quella da cui lo scorso anno è defluita la maggior quantità di denaro pubblico è quella di Caltanissetta, che ha immesso in 15 strutture quasi 3,2 mln di euro.
La società nissena che ha succhiato di più è la Caltanissetta service in house, che per il 100% delle quote, ha attinto 1,3 mln di €. E’ stato di quasi 1,5 mln di €, invece, l’onere finanziario complessivo dell’amministrazione provinciale di Enna nelle 14 partecipazioni dichiarate al 31 dicembre 2009. L’onere più alto, nel Consorzio universitario ennese, di poco inferiore a 700 mila € e il 52% delle quote. Altri interventi importanti per la Provincia di Enna, almeno in quanto a quota di partecipazione, sono stati nel Centro servizi Sicilia Cesis Spa, con un onere di 107 mila € e una quota maggioritaria del 98,6%. La Provincia di Agrigento ha sfiorato altresì 1,4 mln di € distribuiti a 10 tra società e consorzi. Una sola la partecipazione agrigentina al 100%, nella Apea Spa con 60 mila euro di onere finanziario. Ritornando nei territori del Sud-Est, la Provincia regionale di Siracusa, l’anno passato ha avuto 14 partecipazioni e un onere finanziario complessivo di pochi spiccioli inferiore a 1,2 mln di €. Quasi la metà dei quali è stata riversata nella Siracusa Risorse, che ha incamerato dall’Ente aretuseo 515 mila €, grazie a un controllo della gestione pubblica con il 51% delle quote.