Anche la Sanità all’esame del Servizio Studi della Banca d’Italia nel rapporto “Economia Sicilia”. Nel 2006 ammontava a 932 milioni di euro, ovvero quasi quattro volte di più
PALERMO – Il Piano di rientro del Sistema Sanitario Siciliano siglato nel 2007 tra Governo regionale e nazionale rallenta la crescita dei costi delle aziende ospedaliere e delle Asl.
Lo dimostrano i valori indicativi rilevati dal nuovo sistema informativo sanitario, che proprio in riferimento ai costi del servizio sanitario relativo al 2007/’09, rileva un timido incremento dell’1,6% su base annua, pari a 1.720 euro. Un dato che risulta inferiore rispetto alla media nazionale, che nel triennio 2007/09 ha di contro raggiunto il +2% con 1.809 euro.
Si tratta di dati calcolati sulla base di conti consolidati delle Asl e delle aziende ospedaliere, e trasmesse nel rapporto 2009 sull’Economia Regionale redatto dalla Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia di Palermo, diretta da Giuseppe Sopranzetti. E proprio nel report si chiarisce che alcune voci di spesa nel 2009 sono rimaste pressoché invariate rispetto all’anno precedente. Ne sono un esempio i costi delle prestazioni erogate da enti convenzionati e accreditati, che segnano un irrilevante + 0,2% contro il +3% nazionale. Stazionarie le risorse impegnate per il personale, che con -0,1% rimane essenzialmente costante. Registra una sostanziale flessione, invece, la spesa farmaceutica convenzionata, che diminuisce del 5,2%. Va detto, a scanso di equivoci, che il valore raggiunto è consequenziale ai provvedimenti di contenimento adottati a livello nazionale, che dispongono la riduzione del 12% del prezzo dei farmaci generici, in vigore fino al 31 dicembre del 2009.
Cresce invece del 6,8% la voce relativa ai beni, che include la distribuzione diretta dei farmaci. Una voce di spesa che assorbe il 10,6% del totale. Si tratta di evidenti progressi, nonostante il piano di riqualificazione non è stato pienamente attuato. Nel 2009 e nei primi mesi del 2010 è proseguita l’adozione dei provvedimenti presi nell’ambito del piano di contenimento e riqualificazione del Sistema Sanitario regionale, con la riorganizzazione della rete ospedaliera ed il potenziamento dell’assistenza territoriale; rilevante, inoltre, è il piano di rimodulazione della rete delle strutture private di diagnostica di laboratorio, il cui completamento è previsto entro il 2010, o ancora il programma di ottimizzazione delle prestazioni ambulatoriali rese dalla strutture sanitarie pubbliche, nonché le linee guida in materia di riorganizzazione dell’attività territoriale.
Nei primi mesi del 2010 è stata inoltre delineata la rimodulazione della rete ospedaliera, con specifico riguardo alla riduzione dei posti letto nelle strutture pubbliche (2400 circa) e all’incremento di quelli destinati alla riabilitazione a lunga degenza (circa 2000). Ciò in parte giustifica l’aumento del contributo della Regione a copertura del fabbisogno sanitario, che da 47,05% è passato al 49,11%, pari a 2,4 miliardi di euro. Si delinea, pertanto un piano di riqualificazione in itinere, che ha riscontrato i suoi primi effetti, ma che risente anche dei ritardi nell’attuazione delle misure di contenimento.
Pesano gli oneri per il personale e gli acquisti di beni e servizi
Il 2007 per il sistema sanitario segna l’inizio di un’inversione di tendenza. A partire dal 2000 la dinamica dei costi sostenuti dalle strutture sanitarie siciliane, più accentuata rispetto a quella dei ricavi, si è riflessa in un progressivo aumento del disavanzo corrente, fino a raggiungere i 932 milioni di euro nel 2006. L’anno successivo, la Regione Sicilia sigla il piano di rientro con il Governo Nazionale. Un passaggio obbligato, che determina una prima contrazione del disavanzo che passa a 574 milioni di euro nel 2007. La riduzione si accentua ulteriormente nel 2008, attestandosi a 351 milioni di euro.
Il risultato raggiunto risulta pienamente in linea con i dati trasmessi da tutte le regioni che hanno concordato con il Governo nazionale un piano di risanamento del Ssr. Vale la pena sottolineare la flessione dei valori indicativi la spesa farmaceutica che nel triennio 2006/09 si riduce del 20%, frutto anche di intensificazioni di misure di contenimento attuate gradualmente già dal 2001.
Nel 2002 è stato introdotto il meccanismo di compartecipazione degli assistiti alla spesa farmaceutica, resa più stringente a partire dal 2007, ed i cui effetti sono stati prorogati al 30 giugno 2010. Meno esaustivi i dati che fanno riferimento al 2009, perché soggetti a rettifiche, come del resto chiarisce una nota del report sull’Economia della Sicilia, redatto dagli uffici della Banca d’Italia di Palermo. Nel 2009 si è raggiunto un sostanziale equilibrio finanziario. I valori indicativi segnavano un’iniziale disavanzo di 237 milioni di euro. All’inizio del 2010 sono state apportate delle rettifiche ai dati registrati, dovuti in parte alla copertura del disavanzo attraverso misure fiscali, e per 98,5 milioni accordati dal Governo nazionale sottoforma di contributo.
Una nota del report chiarisce che “da un’analisi condotta dalla Corte dei conti, trasmessa nel Rapporto sul Coordinamento della finanza pubblica, e fondata sul confronto tra quadri programmatici nei Piani di rientro ed i risultati conseguiti nel triennio 2007/09, emerge come la correzione degli andamenti tendenziali programmata dalla Regione Sicilia sia stata nel complesso realizzata con riferimento alla spesa per gli enti convenzionati e accreditati. I buoni risultati ottenuti nella farmaceutica, nell’ospedaliera e nella riabilitativa hanno compensato gli scostamenti negativi dai target osservati nella specialistica e nell’altra assistenza da privato. I costi della gestione diretta risultano invece superiori al livello programmato, in particolare quelli relativi agli oneri del personale e degli acquisti di beni e servizi”.