Dal ministero no a trivellazioni “selvagge” - QdS

Dal ministero no a trivellazioni “selvagge”

Dal ministero no a trivellazioni “selvagge”

venerdì 25 Giugno 2010

Proposta: non si potranno rilasciare nulla osta per attività entro 12 miglia marine dal perimetro esterno delle aree protette. D’Alì, presidente commissione Ambiente Senato: “Così si tutelano le zone ad elevato pregio ambientale”

ROMA – Ricerche petrolifere e trivellazioni vietate entro le acque territoriali di riferimento delle aree marine e dei parchi prospicienti il mare. È la condizione inserita, per volere del presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato, Antonio d’Alì, nel parere sul decreto legislativo in materia ambientale.
Sulla base di ciò, il ministero dell’Ambiente non potrà rilasciare nulla osta per attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare nelle zone ricomprese entro dodici miglia marine dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette.
Analogo divieto per gli idrocarburi liquidi nella fascia marina compresa entro tre miglia dalle linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale. Il parere della commissione Ambiente pone le basi perché, se domani sarà accolto dal Governo, vengano sospese da subito le attività di prospezione geologica nei mari delle isole Egadi ed al largo dello Stagnone di Marsala. Il limite geografico disegnato dalle distanze di rispetto suggerite dalla commissione ambiente di fatto ricomprenderebbe tutte le isole Egadi ed il mare intorno per 12 miglia verso ogni punto cardinale fino a spingersi ad ovest oltre Marettimo. Ne risulterebbe un’area di tutela vastissima che dovrebbe salvaguardare al massimo le coste trapanesi.
È la prima volta che una commissione parlamentare si esprime in termini così decisi contro la minaccia di nuove trivellazioni nei nostri mari e con attenzione per tutta la fascia costiera nazionale. Il parere della Commissione Ambiente prevede inoltre anche il coinvolgimento degli enti locali nella procedura autorizzativa. “Questo è un primo importante passo verso un nuova regolamentazione del sistema di tutela nazionale delle zone ad elevato pregio ambientale e del nostro mare nella sua interezza.
Tocca adesso al Governo – ha detto D’Alì – far proprie le indicazioni della Commissione. Proseguiremo con precise indicazioni anche sul versante dei rapporti internazionali con l’obbiettivo di giungere ad un definitivo blocco di ogni nuova attività di trivellazione nel Mediterraneo, così come di rigido controllo degli standard di sicurezza degli impianti esistenti.
Abbiamo già posto con forza il tema al vertice APEM (assemblea dei 39 Parlamenti Euromediterranei) di venerdì scorso a Palermo e ne discuteremo lunedì, 28 giugno ad Innsbruck nella specifica commissione ambiente. per far si che casi come quello della marea nera in Louisiana non possano mai accadere nel nostro mare mettendone a repentaglio il patrimonio ittico, ambientale e la sua biodiversità che da secoli contraddistingue le nostre acque e le nostre coste come tra le piu’ belle e visitate del mondo”.
Intanto, anche il sindaco di Noto, Corrado Valvo, aggiunge la propria voce al fronte contrario alle trivellazioni. “Noto – scrive Valvo in una nota – continua imperterrita a dire ‘No’ alle trivellazioni, rappresentando un esempio virtuoso di modello di sviluppo, soprattutto oggi che l’allarme fuoriuscita petrolio è attuale, come ci insegnano, purtroppo, le cronache del Golfo del Messico e anche il piccolo sversamento in contrada Tagameli causato da un vecchio e fatiscente oleodotto che attraversa la nostra bella campagna”.
“Noto – aggiunge il primo cittadino – è sempre in prima linea e si schiera accanto ai comuni di Castelvetrano, Menfi e Sciacca, che stanno subendo l’aggressione da parte di tanti colonizzatori che non intendono rispettare la vocazione e l’identita’ culturale del nostro territorio”.
“Nell’aggregarsi alla manifestazione dei Comuni oggi colpiti direttamente da questa aggressione del territorio”, Valvo lancia “un forte appello agli assessori regionali alla cultura, al turismo, all’ambiente e all’industria affinché, nel rispetto dell’iniziativa privata che può ambire ad altri territori, si tuteli l’integrità e la bellezza del territorio del Val di Noto”.
 


L’Urps si schiera contro le trivelle “La Regione revochi i permessi”
 
PALERMO – Le ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi che intende effettuare la San Leon Energy nelle acque antistanti i comuni di Favignana, Marsala e Trapani, sono state al centro dell’ultima riunione tenuta all’Unione regionale delle Province siciliane dalla Consulta dei presidenti dei Consigli delle province regionali. La Consulta, condividendo e facendo proprie le sollecitazioni in tal senso avanzate nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio provinciale di Trapani, Peppe Poma, presente alla riunione, ha espresso unanime preoccupazione per il danno che si verrebbe a recare, essendo l’area interessata di grande impatto turistico e ambientale.
Inoltre, avendo la San Leon Energy altri permessi e richieste di ricerca che interessano altre aree della Sicilia, i presidenti dei nove Consigli provinciali della regione hanno preso la decisione di promuovere iniziative, con l’approvazione anche di ordini del giorno da trasmettere al governo siciliano, per impegnarlo a chiedere la revoca di tutti i permessi di ricerca. Secondo la Consulta è necessario che da tutta la Sicilia parta una “forte opposizione al tentativo di effettuare le distruttive ricerche petrolifere, che sarebbero un dispregio della realtà ambientale, in zone dove insistono aree protette e riserve”.

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