Il ministro Angelino Alfano ieri a Palermo ha illustrato i punti più importanti. Il 29 di questo mese il termine per le domande per le sedi disagiate
PALERMO – Processo telematico e notifiche via mail come strumento ordinario di comunicazione tra la parti del processo. Aumento delle competenze per valore dei giudici di pace, un filtro per i ricorsi in Cassazione che sarà alleggerita dal contenzioso seriale e di minore importanza. Questi alcuni punti della riforma del processo civile illustrata dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, ieri a Palermo. E ancora: “Non tutto e non sempre deve andare a processo. Abbiamo chiesto e ottenuto dal Parlamento una delega affinché si possa ridurre il carico di lavoro dei tribunali”. “Il nostro obiettivo è facilitare – ha osservato il ministro – forme di composizione non conflittuale delle liti. E favorire la mediazione che avverrà davanti a organismi professionali riconosciuti e anche attraverso procedure telematiche. E le parti che utilizzano la mediazione avranno agevolazioni fiscali”.
“Il procedimento di mediazione – dice Alfano – non potrà durare più di quattro mesi. L’eventuale e ingiustificato rifiuto della proposta di conciliazione avrà delle conseguenze sulle spese di giudizio”.
“Altro capitolo è quello della razionalizzazione delle spese di giustizia – ha osservato – sollevare le cancellerie da un lavoro contabile poco produttivo e dedicare più risorse umane all’attività processuale”. Come informa il ministro, è stato chiesto al Parlamento di ottenere una delega per semplificare i procedimenti civili che sono circa una trentina. Per ridurli a tre modelli di riferimento disciplinati dal codice.
“La riforma prevede inoltre – ha osservato Alfano – l’introduzione di sanzioni pecuniarie più efficaci a carico della parte che, con il proprio comportamento, ha determinato un allungamento dei tempi di durata del processo”. Obiettivo della riforma è quello di “fare correre la giustizia italiana” per smaltire gli oltre cinque milioni di cause civili ancora pendenti.
Alfano ha colto l’occasione per informare che quasi tutti i posti messi a concorso dal Csm nelle sedi disagiate saranno occupati a seguito delle domande giunte finora. Il termine ultimo scade il 29, e quindi entro due giorni si dovrebbe avere un bilancio definitivo.
A questo quadro ottimistico di Alfano ha però risposto il consigliere del Csm Bernardo Petralia, da sempre attento alle problematiche delle sedi disagiate. Petralia stima che con le attuali richieste si potrebbe coprire soltanto poco più della metà dei posti senza titolare: 44 su 75. Ma è comunque “ottimista, visto che si tratta di dati provvisori e destinati a incrementarsi”.
“Occorre chiarire – dice il consigliere Petralia – che la presenza di 77 aspiranti non significa che tutti e 75 posti saranno coperti, dal momento che ogni aspirante può esprimere fino a cinque preferenze. La verità è che occorre ‘incrociare’ i dati tenendo conto delle diverse (anche numericamente) preferenze espresse”. Non tutti i candidati avranno espresso le sedi disagiate siciliane come prima preferenza.