Da quanto tempo è Commissario dell’Asi di Caltanissetta?
“Da circa otto mesi, prima di me c’è stato un altro commissario”.
Da quale assessorato proviene?
“Io sono dell’assessorato alle autonomie locali e famiglia”.
Come ha trovato questo consorzio Asi?
“Bisogna dire che il problema è generale, ad oggi si sta parlando di un riordino delle Asi in modo più concreto”.
In che modo l’Asi svolge il suo compito di sviluppo?
“L’Asi di Caltanissetta in pratica oggi consta di 200 aziende suddivise fra l’agglomerato del Calderaro e l’agglomerato di San Cataldo. Al momento l’Asi di Caltanissetta ha finito tutta la parte dell’avviamento infrastrutturale che si è avuta nel corso di questi venti anni, per cui le politiche di prima hanno progettato una nuova zona industriale di cento ettari già disponibili per l’insediamento di nuove attività industriali sull’asse attrezzato sullo scorrimento veloce Agrigento – Caltanissetta. Mentre sugli altri due insediamenti costruttivi, le aree sono tutte esaurite”.
Ad oggi il consorzio Asi cosa fa per promuovere il territorio?
“Noi rendiamo pubblica la disponibilità di queste aree e dalle domande che vengono presentate si sviluppa la graduatoria che viene aggiornata trimestralmente”.
Sembra non si muova niente in tal senso, mentre potenzialmente potrebbe esserci?
“Purtroppo no, e questo è dovuto alla crisi globale. Potenzialmente col nuovo piano di aggiornamento delle Asi dovrebbe esserci a mio avviso qualche cosa per stimolare le imprese, in modo tale da potere avere uno sviluppo del territorio, ma ad oggi la situazione è statica”.
Quando scade il suo mandato?
“Ufficialmente scade il dieci Giugno. Per insediare il nuovo consiglio devono essere date tutte le designazioni, ad oggi mancano il comune di Riesi e la provincia. Sono stati fatti solletici e al più presto ci dovrebbero essere novità”.
Come si doveva attuare la riforma delle Asi?
“La mia è un’interpretazione molto personale, bisogna puntare alla riduzione dei costi elevati”.
Quanti dipendenti ha l’Asi?
“L’Asi ha venti dipendenti in tutto, erano trentadue ma si sono ridotti, il direttore ha presentato l’istanza di pensionamento, non ci sono dirigenti ma ci sono le posizioni organizzative che abbiamo il privilegio di avere e che sono nate proprio per colmare il vuoto creato dalla carenza dei dirigenti”.
C’è un settore particolare in crescita?
“Nell’ultimo periodo una falegnameria che ha chiesto di allargarsi. Di queste duecento aziende consorziate i settori in maggiore crescita sono le industrie della plastica a San Cataldo, le industrie delle tubazioni e quelle per le tubazioni corrugate per gli impianti elettrici”.
Il consorzio Asi risulta essere informatizzato?
“Sì. Periodicamente mi vengono fatte delle istanze per quanto riguarda gli aggiornamenti. Collegandosi al sito del consorzio Asi è possibile accedere a dei servizi per le aziende consorziate, viene aggiornata anche l’attività amministrativa, le delibere e le determine”.
Quali le cause dei ritardi nei pagamenti?
“Il contributo regionale riesce a coprire appena i pagamenti degli stipendi. Nell’approvazione del documento contabile è stata messa in luce questa anomalia , l’ente vive di contributi regionali e di proventi che vengono da enti consociati e in minima parte dalle imprese consorziate che pagano il quaranta percento dei servizi. Noi offriamo dei servizi quali l’acqua, il depuratore, le infrastrutture, ma non graviamo sulle aziende consorziate altrimenti non sarebbe corretto”.
In un’ottica di equilibrio del bilancio ci dovrebbero essere delle condizioni molto favorevoli per i consorzi Asi per tutto ciò che fornisce poi a sua volta alle imprese, in modo che con questo passaggio un minimo di ricavo dovrebbe restare al consorzio che potrebbe così attuare quella promozione sul territorio per avviare nuove imprese.
“Questa che lei ha fatto è una bellissima affermazione che, devo ammettere, faceva parte di una delle ipotesi di cui si doveva discutere nella riforma delle Asi”.
È previsto nell’ordine del giorno di mettere in moto questo circuito virtuoso?
“Onestamente devo dire che ufficialmente non c’è niente”. Esistono dei consorziati che funzionano meglio degli altri in Sicilia, nonostante il modello organizzativo sia uguale per tutte le Asi? “Da uno studio che si è fatto anni fa, è risultato che le aree di Caltanissetta per una serie di circostanze esterne risultavano le più appetibili per attrarre insediamenti rispetto ad altre”.
Il contributo della regione è sempre di un milione e mezzo?
“No, si è andato riducendo a un milione e cento per il 2008, mentre per il 2009 abbiamo chiesto quasi il doppio”.