Il procuratore aggiunto, Michelangelo Patané: “Avidità vergognose di sfruttatori di soggetti deboli”. Irregolarità nella gestione degli appalti del Distretto socio-sanitario etneo
CATANIA – “Avidità vergognose di sfruttatori di soggetti deboli”. Così il procuratore aggiunto catanese, Michelangelo Patané, ha definito il sistema di presunte irregolarità nella gestione degli appalti nel Distretto socio-sanitario etneo.
Numeri di protocollo lasciati in bianco – con la dicitura “riservato al direttore”, in modo da potere inserire successivamente le domande di partecipazioni – gare disegnate “su misura” nei confronti di un solo e possibile vincitore, gettoni di presenza “fuori mercato” per i componenti delle commissioni. Sono solo alcuni dei meccanismi che, tra il 2007 e il 2008, secondo la Procura, il coordinatore del Distretto socio-sanitario e responsabile del settore amministrativo dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Catania, Isaia Ubaldo Camerini, avrebbe “architettato per utilizzare fondi pubblici per vantaggi patrimoniali e consensi elettorali. Camerini era l’organizzatore, l’allora assessore ai Servizi sociali del Comune di Catania, Giuseppe Zappalà, era il suo referente politico”.
Un’indagine, quella su cui sta lavorando la Procura che ha già visto l’iscrizione nel registro degli indagati di 52 persone, tra le quali l’attuale sindaco etneo Raffaele Stancanelli, al tempo dei fatti assessore regionale alla Famiglia della Giunta del presidente Salvatore Cuffaro.
Il primo cittadino etneo, comunque, come ha confermato lo stesso procuratore Patané, è “coinvolto marginalmente”. Mentre il sostituto procuratore Lucio Setola, titolare dell’inchiesta, ha sottolineato che “Comune e Regione sono parte lesa” e ha ribadito come “quello dell’allora assessore Stancanelli è un profilo minimo”. All’attenzione della magistratura la nomina di delegati in quattro commissioni che, secondo la Procura, non appartenevano alla Pubblica amministrazione. Per il senatore del Pdl, invece, tutto è stato fatto “nel rispetto della legge e delle norme regionali”. Il sindaco – che ha annunciato una conferenza per stamattina – ha anche aggiunto di aver saputo solo ieri dell’avviso di garanzia e di non essere mai stato ascoltato, in precedenza, sull’argomento. “Ho firmato migliaia di atti e di nomine – ha detto – sono stato assessore per cinque anni e avrò nominato migliaia di persone”.
L’indagine, intanto, va avanti e ieri i Carabinieri dei Nas hanno arrestato sedici persone. In manette sono finiti amministratori, funzionari, impiegati pubblici e legali responsabili di associazioni e cooperative. Le ipotesi di reato contestate sono di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa degli incanti, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso, abuso d’ufficio e altro.
Gli indagati, secondo l’accusa, avrebbero fatto aggiudicare ad associazioni e cooperative a loro vicino appalti per la fornitura di servizi di assistenza a fasce sociali deboli. Gli investigatori hanno accertato che i contratti, per svariati milioni di euro, non venivano pienamente rispettati dagli appaltatori in quanto i servizi poi offerti ad anziani, disabili e minori poveri erano di qualità inferiore a quanto previsto dai singoli capitolati e ciò con la compiacenza di pubblici funzionari.
È stato inoltre disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 12 milioni di euro pari a quanto indebitamente percepito nel tempo dalle diverse cooperative e associazioni coinvolte nell’inchiesta.
Tra i fermati figurano il già citato Giuseppe Zappalà, 61 anni, ex assessore della Giunta di centrodestra di Umberto Scapagnini, Nunzio Parrinello, 52 anni, consigliere del Mpa alla Provincia di Catania, Isaia Ubaldo Camerini, 62 anni, l’avvocato Antonino Novello, 53 anni, consigliere della sezione etnea dell’Unione nazionale ciechi, Paolo Guglielmino, 42 anni, legale rappresentante della cooperativa Socio sanitaria.
Per loro il Gip, accogliendo le richieste del sostituto procuratore Lucio Setola, ha emesso ordine di custodia cautelare in carcere. Il giudice ha concesso i domiciliari a Maria Brunetto, 53 anni, consigliere comunale di una lista civica a Calatabiano, e a cinque dipendenti del Comune di Catania: Maria Teresa Cavalieri, 51 anni, Vincenza Lipani, di 55, Lucia Rosto, di 58, Carmela Merola, di 62, Carmela Vampa, di 55. Stesso trattamento anche per Anna Donatelli, 48 anni, presidente della cooperativa sociale Orizzonti; Salvatore Falletta, 54 anni; Carmelo Reale, di 58 anni, componente una delle commissioni aggiudicatrici di gare di appalto; Concetta Santangelo, di 46 anni, di Adrano; e Renato Briante, di 55 anni, consulente esterno nel 2007 dell’assessorato regionale alla Famiglia.