PALERMO – “In un periodo di crisi è paradossale che si intervenga per aumentare vari canoni (acque minerali, cave, uso di acque per fini industriali) con il risultato di ottenere, forse, un incremento di entrate irrisorio rispetto ad un Bilancio regionale che contempla spese correnti per quasi 15 miliardi di euro” lamenta Confindustria Sicilia.
