“Tirrenia, adiremo le vie legali” - QdS

“Tirrenia, adiremo le vie legali”

“Tirrenia, adiremo le vie legali”

sabato 07 Agosto 2010

Berlusconi ha avviato le procedure per l’amministrazione straordinaria in favore della compagnia. Lombardo: annullamento vergognoso. Ma è provvidenziale il no alla Regione armatrice

PALERMO – Mentre nella serata di giovedì il Governo ha reso noto di aver avviato la procedura per l’amministrazione straordinaria in favore della compagnia di navigazione Tirrenia e di aver nominato commissario Giancarlo D’Andrea, la vicenda rischia ora di finire nelle aule giudiziarie.
“Adiremo le vie legali”, dice il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che aggiunge: “Ci rivolgeremo anche alla Commissione europea che deve sapere che il governo italiano ha voluto impedire ad un gruppo di imprenditori e alla Regione siciliana, che non rischiava e non guadagnava nulla, di portare a termine una seria e concreta occasione di sviluppo per il Meridione. Il Governo nazionale ha compiuto un atto di ostilità vergognoso nei confronti di una Regione che non si piega e che non consente più il saccheggio. Denunceremo questo scempio e non permetteremo che la Sicilia venga relegata a terra di saccheggio e di conquista”.
“La Mediterranea Holding – sottolinea ancora Lombardo – aveva richiesto alcuni giorni per approfondire il testo contrattuale, soprattutto per quel che concerne la questione del debito di 600-700 milioni di euro che grava sui conti della Tirrenia. Per onorare quel debito avremmo dovuto coinvolgere le banche per ottenere garanzie, visto che Fintecna si era anche riservata il diritto di recedere, cosa non concessa a noi. Mediterranea aveva individuato, con fatica e in tempi assolutamente proibitivi, un solo advisor disposto a trattare e, a quel punto, era pronta a firmare il contratto, fermo restando che i privati si sarebbero assunti il rischio anche per conto della Regione”.
“A fronte di questa rinnovata disponibilità il presidente del Consiglio – conclude il governatore siciliano – ha ritenuto di dover procedere alla firma del decreto per l’amministrazione controllata di Tirrenia, annullando il debito e mettendo a repentaglio il posto di lavoro di migliaia di persone. è lecito sospettare che si tratti di un giochetto simile alla vicenda Alitalia volto a favorire qualche amico”.
Le polemiche non finiscono qui. La frattura riguarda la stessa Mediterranea Holding. Infatti, l’amministratore delegato di Mediterranea holding, Alexandros Tomasos ha fatto una mozione di sfiducia nei confronti del presidente, Salvatore Lauro. Lo ha detto in una conversazione con l’Ansa lo stesso Tomatos spiegando di non aver “ancora avuto accesso ai conti correnti e alle password di accesso della società” Mediterranea, che dopo aver avuto il rifiuto da Fintecna di procedere nella gara per la privatizzazione di Tirrenia “va liquidata”. “Non so neanche se tutti i soci hanno versato il capitale sociale di 10 milioni – ha spiegato Tomasos che con Ttt Lines ha il 30,5% di Mediterranea holding – se sono state fatte spese oltre a quelle per il notaio, che erano le uniche permesse, e sotto quali causali. Attraverso il mio legale ho inviato la mozione di sfiducia a Mediterranea Shipping e alla Regione sicilia” che ha il 37% di Mediterranea. Un’azione, quella di Tomasos, che di fatto apre una frattura all’interno della cordata che intendeva acquisire Tirrenia e la controllata siciliana Siremar.
Il capo di Ttt Lines ha aggiunto di “non essere stato d’accordo con la proposta fatta oggi (giovedì, ndr) a Fintecna da parte di Mediterranea di firmare il contratto di compravendita” dopo che ieri la finanziaria di Stato aveva annullato la gara, alla data di scadenza per la firma del contratto, per la mancata presentazione dell’accordo con le banche creditrici di Tirrenia, motivo per il quale Mediterranea aveva chiesto uno slittamento.
C’è da tenere conto che all’inizio dell’anno l’esecutivo europea ha avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata applicazione del regolamento sul cabotaggio marittimo, una norma che impone il rispetto del principio di non discriminazione tra armatori europei nell’attribuzione di contratti per l’esecuzioni del servizio pubblico. In occasione della messa in mora dell’Italia – decisione direttamente legata alla vicenda Tirrenia – Bruxelles aveva sollecitato Roma a concludere l’operazione di cessione della compagnia marittima pubblica  “in tempi rapidi” al fine di ridurre “il periodo durante il quale il servizio pubblico è fornito al di fuori di ogni riferimento normativo europeo”. Fonti della Commissione europea fanno sapere che alla scadenza concordata tra Roma e Bruxelles per la privatizzazione della Tirrenia mancano ancora due mesi e non è possibile al momento prevede quale sarà l’esito di un processo ancora in corso.

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