500 mld di tonnellate di ghiaccio sciolto - QdS

500 mld di tonnellate di ghiaccio sciolto

Carlo Alberto Tregua

500 mld di tonnellate di ghiaccio sciolto

venerdì 16 Luglio 2021

Ogni anno la CO2 ammorba l’aria

Secondo diverse fonti scientifiche, provenienti da spedizioni di studiosi che soggiornano per mesi nell’Antartico, ben cinquecento miliardi di tonnellate di ghiaccio si sciolgono ogni anno per il nefasto effetto dell’anidride carbonica emessa dagli umani e da tutti i prodotti fossili utilizzati dagli stessi.

La cifra indicata è enorme, perché la conseguenza è che il volume di ghiaccio sciolto diventa acqua che fa aumentare il livello del mare. Cosicché la terra viene rosicchiata giorno dopo giorno, isole e territori, nell’arco di decenni, vanno sott’acqua e devono essere preventivamente sgombrate dalle popolazioni residenti.
Il fenomeno è anche conseguente al disboscamento che sta avvenendo nel mondo, a cominciare da quello dell’Amazzonia.

Ma, in generale, nonostante le promesse e le buone intenzioni dei governanti, è scarsa l’azione di piantumazione in tutti i Paesi del mondo, con la conseguenza che il rapporto ossigeno/anidride carbonica diventa sempre meno utile per i viventi.

La Cina, per il momento, è il Paese più inquinante del mondo, perché utilizza enormi quantità di carbone oltre che il petrolio. Quei governanti dicono alle popolazioni occidentali che si sono sviluppate utilizzando materiali fossili e che, per conseguenza, ora tocca ai cinesi avere lo stesso vantaggio per recuperare il gap con quelle economie.

L’argomento è obiettivo e tuttavia non si può nascondere che il forte inquinamento prodotto in Cina non inquini l’atmosfera di tutto il pianeta, in cui sembra siano immagazzinate 419 Ppm (Parti per milione) di CO2.
Sono già allo studio degli impianti “mangia CO2”, mentre Eni ha chiesto autorizzazione per stoccare l’anidride carbonica nel sottosuolo. Ma ci vorrà del tempo prima di vedere novità concrete in tal senso.

L’Accordo di Parigi del 2016, in cui tutte le potenze del mondo si sono impegnate a diminuire l’inquinamento non è obbligatorio, con la conseguenza che ognuno fa come gli pare. La stessa Francia produce grandi quantità di energia elettrica con le sue centrali atomiche che non ha alcuna intenzione di smantellare.

A riguardo, bisogna evidenziare come molti scienziati abbiano rivalutato l’energia prodotta dall’uranio: perché i sistemi di sicurezza sono migliorati e perché risulterebbe anche meno inquinante del passato.
C’è un rimedio ai fenomeni che abbiamo prima indicato? Sì, ce ne sono almeno due.

Uno, classico, che è quello di alberare il pianeta. Non solo, ma anche di stendere milioni di chilometri quadrati di tappeto verde, cioè di erba quasi a raso che comunque produce ossigeno.
I governanti delle città di tutto il mondo tengono in secondo piano la necessità di alberare i loro centri e dotarli di grandi quantità di verde, forse perché la relativa attività non produce consensi immediati.

Tuttavia, occorrerebbe che i sindaci delle città del mondo ragionassero in termini poliennali e quindi stendessero dei programmi di nuovo verde, in modo da riuscire a compensare con il relativo ossigeno l’anidride carbonica prodotta dagli esseri umani, da caldaie e condizionatori, da veicoli, da centrali elettriche a petrolio e da altre fonti inquinanti.

La funzione dei partiti verdi è proprio quella di sensibilizzare l’opinione pubblica su questo argomento che, non creando danni visibili, viene relegato in secondo o in terzo piano, mentre esso è diventato primario.
I Governi delle nazioni fanno pochi sforzi per incentivare le centrali di energia con fonti rinnovabili, anche perché la lobby dei petrolieri è molto forte e cerca di condizionare le relative decisioni per evitare di avere una contrazione dei consumi di carburante.

Il sole, le maree, l’utilizzo dei residui di lavorazione del legno e delle biomasse, l’utilizzo dei rifiuti solidi urbani e dei loro derivati: sono tutte fonti di energia pulita che stenta ad aumentare.

Nel nostro Paese l’energia da fonti rinnovabili non ha ancora superato il quarto del fabbisogno, mentre esse dovrebbero essere fortemente incentivate in modo da creare la convenienza a insediare impianti di produzione e così via via far diminuire il fabbisogno di energia da fossili.
Per far questo ci vuole un Governo forte e un presidente del Consiglio che comandi e decida.

Ora c’è ed è Mario Draghi. Ci auguriamo che i partiti che lo sostengono possano cogliere questa occasione per raggiungere un’era che faccia diminuire il gravissimo inquinamento.

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