Pil in caduta: il Sud perde il 4,1% ma il Centro Nord fa peggio - QdS

Pil in caduta: il Sud perde il 4,1% ma il Centro Nord fa peggio

Pil in caduta: il Sud perde il 4,1% ma il Centro Nord fa peggio

giovedì 19 Agosto 2010

I dati del rapporto 2009 sugli interventi nelle aree sottoutilizzate del ministero dello Sviluppo Economico. Da Roma in su i cittadini costano alla Pa 9.166 € pro capite, quelli del Sud 7.472 €

ROMA – La 12^ edizione del rapporto annuale sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, curato dal Dps, il dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del ministero dello Sviluppo Economico, è stato presentato per la prima volta nella cornice istituzionale del Parlamento italiano.
L’edizione 2009 è stata illustrata dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, investito della nuova delega per l’attuazione delle politiche di Coesione territoriale.
Il rapporto è parte integrante dei documenti programmatici di natura economica e finanziaria previsti dalla legge n. 196/2009 di riforma della Contabilità di Stato e costituisce uno degli allegati del Ref, la Relazione sull’economia e la finanza pubblica.
Il documento informa sulle tendenze economiche territoriali del Mezzogiorno e del Centro-Nord, sulle risorse destinate allo sviluppo, con particolare attenzione rispetto alle aree sottoutilizzate, e sull’attuazione dei principali strumenti di politica regionale.
La fotografia che viene fuori del Mezzogiorno, che rappresenta il 38% della popolazione italiana, è un’istantanea ricca di dati ed informazioni, documenti che sono reperibili sul sito del ministero dello Sviluppo Economico www.dps.mef.gov.it.
Nella premessa al documento, il ministro Fitto chiarisce che “due sono i perni su cui si deve lavorare per rilanciare la politica di sviluppo di queste aree: rendere concretamente attuabile la concentrazione delle risorse su grandi progetti infrastrutturali, in particolare quelli ferroviari ineludibili per lo sviluppo del Mezzogiorno, e migliorare l’offerta di servizi pubblici”.
Per il 2009 il rapporto dedica una prima parte all’analisi del contesto in cui agiscono le politiche regionali, dal punto di vista economico e sociale, del funzionamento dei territori, in termini di dotazione di infrastrutture e qualità dei servizi. L’articolazione territoriale della spesa pubblica fornisce, poi, la cornice finanziaria di riferimento dell’intervento pubblico. La parte centrale è dedicata alle politiche di sviluppo regionale. Temi ricorrenti del documento: la crisi economica e i suoi molteplici effetti e le connessioni tra la politica regionale e i suoi strumenti e la prospettiva di attuazione della riforma federalista.
Veniamo ai dati: nel Mezzogiorno, dove in anni precedenti al 2009 la dinamica dell’attività economica è stata inferiore a quella del resto del Paese, la crisi ha colpito meno pesantemente il sistema produttivo, con una caduta del Pil relativamente meno accentuata (-4,1% rispetto a -5,3% nel Centro-Nord, dato nazionale -5%). I riflessi della crisi sull’andamento del mercato del lavoro registrano nel 2009 una caduta dei livelli occupazionali più marcata al Sud: -3% contro il -1,1 nel Centro-Nord. A risentirne di più sono i giovani tra i 15 ed i 24 anni, il cui tasso di disoccupazione, a livello nazionale, è giunto ad aprile 2010 al 29,5%, con percentuali medie nel 2009 pari al 36% nel Sud e al 20,1% nel Centro-Nord.
Ma quanto spende la Pa per i cittadini? Il rapporto quantifica che il 68,7% della totalità della spesa della Pubblica amministrazione italiana, che è pari a circa 522 miliardi di euro, è concentrata nelle regioni del Centro-Nord, solo il 31,3% nel Mezzogiorno. Ogni cittadino del Centro-Nord costa alla Pa circa 9.166 euro pro capite rispetto ai 7.472 euro del cittadino del Mezzogiorno. La sperequazione si rileva in servizi essenziali, quali  trasporti, cultura, formazione, ricerca, edilizia abitativa.

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