Lei ricopre l’incarico di Comandante dei Carabinieri di Siracusa da poco più di due anni. Quali sono le peculiarità del territorio dal punto di vista delle attività che i Carabinieri sono chiamati a svolgere?
“Questa è una terra meravigliosa da moltissimi punti di vista: mi sorprendo ogni volta che leggo le statistiche sulla qualità della vita nelle città italiane e vedo Siracusa posizionata in basso. Io non sono assolutamente d’accordo e ritengo che Siracusa sia una bella città. Relativamente alle attività sul territorio, bisogna prima dire che lo stesso territorio è molto diversificato: da una parte vi è, infatti, la Provincia settentrionale e interna, ad esempio i territori di Lentini, Carlentini, Francofonte che risentono evidentemente dell’influenza della mafia catanese; dall’altra parte abbiamo i paesi della provincia meridionale, Portopalo, Noto, Pozzallo, in cui sono altri gli aspetti problematici, ad esempio gli sbarchi degli immigrati, in continuo aumento rispetto al passato. E poi c’è Siracusa, città con i problemi di tutte le città del Sud e la zona montana, in cui domina una mentalità positiva: basti pensare che qui sono presenti ben 14 associazioni antiracket”.
Quali invece le più frequenti tipologie di reato riscontrate nel territorio di Siracusa?
“Innanzitutto bisogna dire che esiste un problema generalizzato di microcriminalità che, però, è ben contrastata: la percentuale di furti e rapine scoperte e punite è molto alta. Gli omicidi sono, invece, in netto calo. Un problema che definirei endemico, riconducibile più alle beghe locali o addirittura condominiali che alla criminalità organizzata, è rappresentato dagli incendi di automobili. Per il resto, il territorio non presenta particolari caratteristiche: ad esempio gli extracomunitari non creano molti problemi e il centro di accoglienza di Cassibile, nonostante sia nato da una situazione emergenziale, funziona abbastanza bene”.
Per quanto riguarda la diffusione della droga e il traffico di stupefacenti, qual è la situazione di città e provincia? E riguardo alla prostituzione?
“Di operazioni antidroga ne facciamo ogni anno e le compagnie preposte operano bene sul territorio della provincia. La realtà, però, è che Siracusa è una provincia terminale del traffico di stupefacenti, cioè non è di passaggio per cui non vi transitano grossi quantitativi ma solo quello che viene consumato nella zona. Il consumo di stupefacenti è, comunque, diffuso. Per quanto riguarda la prostituzione, devo dire che ce n’è poca e si concentra maggiormente nel territorio di Lentini. Il fatto è che questo è un problema che non si risolve con la repressione o con azioni di polizia; quello che facciamo, più che altro, sono attività di controllo, evitando il degenerare della situazione”.
Quali sono le altre attività che svolgete?
“Siamo molto impegnati sul fronte dei controlli ecologici e di quelli sanitari, come ad esempio sul bestiame. Inoltre, grazie ai controlli incrociati, sono in diminuzione i reati rurali come quello di abigeato. Ci tengo, poi, a sottolineare che diamo molto risalto anche alle azioni di sensibilizzazione e di prevenzione”.
Come siete organizzati sul territorio? E le risorse umane a disposizione sono sufficienti?
“Nel territorio di Siracusa sono presenti 30 presidi di cui 27 postazioni e 3 stagionali nelle zone a maggior richiamo turistico. Per quanto riguarda le risorse umane, ritengo siano sufficienti. Da parte mia, cerco di razionalizzare ciò che ho a disposizione”.
Fate ricorso alla tecnologia informatica nello svolgimento della vostra attività? Collaborate con le altre Forze dell’Ordine?
“Certamente, anzi l’informatizzazione è un aspetto di eccellenza. Quasi tutto è informatizzato con la conseguente diminuzione del cartaceo. Inoltre disponiamo di una rete intranet tra le più capillari ed efficienti su tutto il territorio nazionale. Lavoriamo sovente in sinergia con la Questura e la Guardia di Finanza”.
A proposito di prevenzione, quali sono le vostre azioni che svolgete in questa direzione?
“Ritengo, innanzitutto, che la prevenzione sia fondamentale, a cominciare da quella dei miei stessi uomini; per questo motivo, ogni mese, organizzo una settimana della prevenzione e della sicurezza sul lavoro, impiegando 150 carabinieri. Inoltre, sempre una volta ogni mese, organizzo la settimana della sicurezza stradale”.
In che cosa consiste, di preciso, questa lodevole iniziativa?
“Premetto che, quando sono arrivato a Siracusa, il casco protettivo non lo indossava nessuno: dal 2006, infatti, abbiamo sequestrato in tutta la provincia, oltre 2000 motorini. Quest’anno, oltre all’attività repressiva, abbiamo deciso di organizzare delle conferenze nelle terze medie per sensibilizzare i più giovani. Le classi che abbiamo coinvolto sono 212: oltre alle conferenze, organizziamo attività concorsuali in collaborazione con gli insegnanti. Ogni classe avrà il suo vincitore a cui verrà consegnato un casco”.
Quanto è diffuso il fenomeno degli incidenti stradali, in particolare quelli che coinvolgono i mezzi a due ruote?
“L’Italia, purtroppo, rappresenta il fanalino di coda in quanto a sicurezza stradale su due ruote. In controtendenza rispetto al resto dell’Europa, qui sono in aumento i decessi tra i 16 e i 24 anni. Io credo molto nelle azioni di sensibilizzazione e ritengo sia fondamentale puntare sull’educazione dei ragazzi”.