Bando pubblico aspiranti come precari - QdS

Bando pubblico aspiranti come precari

Carlo Alberto Tregua

Bando pubblico aspiranti come precari

sabato 25 Settembre 2010

L’assessorato non vìoli la Costituzione

Abbiamo letto la circolare del dirigente generale del personale della Regione n. 8/2010, con la quale attiva la procedura di assunzione in via definitiva di circa cinquemila dipendenti di fascia A e B (autisti, uscieri, commessi ed altri il cui titolo di studio sia non superiore a quello dell’obbligo scolastico, ovvero la terza media). È ben evidente che di questa tipologia di personale la Regione (e nessun’altra Pubblica amministrazione) non ha più bisogno, tenuto conto che la carta va a scomparire sostituita dai files, che gli autisti pensionandi non vanno sostituiti per riduzione di spesa, che non c’è più bisogno di camminatori o uscieri.
Si tratta di un’operazione meramente clientelare, stigmatizzata da importanti quotidiani nazionali e che noi non possiamo non evidenziare. Il comportamento dell’ex assessore al ramo, Caterina Chinnici, è ineccepibile sul piano formale, ma la decisione del Governo di caricarsi i circa cinquemila dipendenti inutili rientra nel vecchio metodo di stampo democristiano che fondava la sua sopravvivenza sul favore individuale.
Non vi è dubbio che questi cinquemila assumendi saranno grati all’attuale maggioranza trasversale (dall’Mpa, ai finiani, al Pd) e dunque alle prossime elezioni si trasformeranno in galoppini.

Se l’azione della Chinnici è formalmente ineccepibile, se l’iniziativa del dirigente generale non è criticabile in quanto anch’essa formalmente ineccepibile, vi sono due questioni in senso contrario che vanno portate all’opinione pubblica e che dimostrano in maniera inoppugnabile come dietro uno schermo legale si nasconda la violazione del principio di equità fra i cittadini. Viene dimostrato che accontentare cinquemila persone ne scontenta 236 mila: tanti sono i disoccupati della Sicilia.
Riportiamo ancora quanto ha affermato il Consiglio di Stato in materia con tre sue decisioni (n. 4495/10; n. 24/04; n. 141/99). L’alto consesso ricorda che la deroga al concorso pubblico (art. 97 della Costituzione) può essere considerata legittima a condizione che non si traduca in un privilegio in danno degli altri aspiranti. Dunque, oltre ai cinquemila precari, con cui illegittimamente si stanno stipulando i contratti a tempo indeterminato, tutti i 236 mila disoccupati siciliani, denominati aspiranti, possono fare domanda per essere assunti al pari di chi è dentro.

 
Proprio il fatto che chi lavora alla Regione anche da vent’anni non ha una particolare qualificazione (basta che sia in possesso della licenza della terza media) rende tutti gli altri siciliani altrettanto legittimati ad aspirarvi. Questi ultimi devono semplicemente fare domanda in massa e chiedere che la Regione tenga conto dei loro diritti. Sembra strano che i sindacati regionali non abbiano attivato le procedure per consentire a tutti i siciliani disoccupati e bisognosi di lavoro di partecipare con pari diritto alle selezioni per essere assunti alla Regione.
Ma i sindacati difendono gli interessi di tutti i lavoratori e i disoccupati o solo quelli dei precari regionali? Se essi non hanno la capacità di capire che un siciliano è uguale all’altro, come possono comparire davanti all’opinione pubblica per difendere la corporazione dei precari, trascurando i diritti di tutti gli altri siciliani? Leggete le risposte pubblicate nell’inchiesta odierna.

In questa vicenda – che comprende anche tutti gli altri precari, dai forestali ai formatori, agli inutili dipendenti della Resais spa ed a quelli delle altre partecipate regionali, che spendono soldi pubblici con fini clientelari – il Governo regionale non si comporta da pater familias, secondo il quale tutti i figli sono uguali, ma continua a dare privilegi ad alcuni (i precari interni), ghettizzando tutti gli altri (i disoccupati).
In Sicilia, da due anni, si dibatte sul quadro politico. Dibattito totalmente inutile perché non produce risultati. Si discute di precari, altro argomento inutile sul piano dello sviluppo, ma stiamo a zero sui piani regionali che dovrebbero innestarlo. L’abbiamo scritto più volte e non lo ripeteremo ancora oggi, ma una richiesta perentoria dobbiamo farla alla Giunta: operate in modo da immettere liquidità nel sistema siciliano ora, senza ulteriori ritardi, o l’asfissia della popolazione e delle imprese vi travolgerà, senza scampo.

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