Ospedale sotto casa, ma mi curo fuori - QdS

Ospedale sotto casa, ma mi curo fuori

Liliana Rosano

Ospedale sotto casa, ma mi curo fuori

giovedì 11 Giugno 2009

Sanità. Deficit mobilità sanitaria da recuperare
Il flusso. Rispetto al 2006 la mobilità passiva è diminuita del 5% passando da 64 mila pazienti a 61 mila che hanno chiesto assistenza ospedaliera extraregionale.
I motivi. I siciliani varcano lo Stretto addirittura per ricoveri in day hospital. Tra le ragioni: cicli di chemioterapia, malattie endocrine e assistenza per aborto.

Palermo- Oltre al danno, nel capitolo dei “viaggi della speranza” c’è anche la beffa. Non solo i siciliani scelgono di andare a curarsi fuori, anche se sono numerose le strutture presenti nel territorio, ma molto spesso accade che paradossalmente ricevono le migliori cure proprio dalle mani di medici siciliani che sono dovuti andare via dalla propria terra, costretti, il più delle volte, a cercare fortuna altrove.
Sui viaggi della speranza, l’esodo dei pazienti siciliani che in massa si spostano varcando lo Stretto in direzione Centro-Nord, i dati sono sempre mortificanti per l’Isola che perde non solo soldi e pazienti ma anche credibilità sul piano della sanità. Infatti, secondo uno studio svolto dall’assessorato regionale alla Sanità, dal 2003 al 2007, la cosiddetta mobilità passiva è costata alla Regione ben 1 miliardo e 250 milioni di euro. Una cifra consistente ma soprattutto utile per costruire nuovi ospedali e migliorare l’efficienza di altri.

Ma dove vanno i siciliani che decidono di andare a curarsi fuori? Sempre secondo un rapporto dell’assessorato regionale alla Sanità, nel 2007, sono stati 61.004 i “migranti della salute” che hanno scelto ricoveri fuori dalla Sicilia, il 5% in meno è vero rispetto al 2006 (quando erano invece 64.207) ma pur sempre un numero rilevante che ha costretto la Regione a sborsare 252 milioni di euro a favore di altre regioni.
Tra queste, in testa c’è la Lombardia, una meta scelta da quasi 19 mila siciliani per i quali la Regione ha dovuto pagare 91 milioni di euro. Tutti soldi che sono andati nelle casse della già ricca terra di Bossi. Dopo la Padania, altra destinazione è l’Emilia Romagna. Qui nel 2007 sono stati 8.168 i siciliani che hanno chiesto assistenza sanitaria per un totale di 37 milioni di euro.
Insomma si va da Roma in su, compresa la capitale e la regione Lazio che risulta essere la terza destinazione preferita dai siciliani: 6.585 che sono costati all’amministrazione regionale 24 milioni di euro. Chiudono la classifica delle prime cinque regioni più frequentate nel 2007 il Veneto e la Toscana. Ancora il centro-nord in testa, con il Veneto, destinazione di 5.877 pazienti siciliani (con un costo pari a 23 milioni di euro) e la Toscana scelta da 5647 cittadini siciliani (anche qui la cifra a carico della regione ammonta a quasi 21 milioni di euro).
Ma quali le ragioni di questa scelta che pesa anche sulle tasche dei pazienti? Il rapporto del dipartimento regionale Attività sanitarie ha stilato i primi 30 motivi per cui i siciliani scelgono un ricovero in day hospital extraregionale. Innanzitutto si va fuori per seguire un ciclo di chemioterapia, poi per curare malattie endocrine, per insufficienza renale e anche per abortire.
Per fortuna c’è chi da altre regioni sceglie di farsi curare in Sicilia generando il cosiddetto flusso di “mobilità attiva” che ha portato nel 2007 qualcosa come 49 milioni di euro nelle casse della Regione siciliana.
A venire in  Sicilia dalle altre regioni italiane sono stati nel 2007, 20 mila pazienti distribuiti nelle varie province siciliane. Il flusso più consistente è partito dalla regione Calabria. A varcare lo Stretto sono stati 11 mila pazienti che si sono concentrati soprattutto nella provincia di Messina (probabilmente data la vicinanza tra le due regioni). Sorprende anche il flusso dalla Lombardia verso l’Isola: 2.377 pazienti hanno scelto l’Isola di cui la maggior parte si è indirizzata verso le strutture ospedaliere di Catania, Messina e Palermo.

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