Strutture fatiscenti e carenza di personale al cospetto di un numero di detenuti esuberante del 20%. Sindacati preoccupati: ci sono otto mila detenuti per 26 istituti penitenziari
PALERMO – Tra strutture fatiscenti e sovraffollamento delle carceri e carenza di personale, gli agenti di polizia penitenziaria in Sicilia restano una delle categorie più a rischio. Problema che è stato rilanciato dalla recente aggressione nelle carceri di Augusta che ha posto nuovamente alla ribalta la grave condizione in cui versa complessivamente la categoria che sconta problemi atavici mai risolti.
“È davvero imbarazzante ed incredibile – si legge in una nota dell’Ugl Polizia Penitenziaria – notare il silenzio dell’amministrazione, il silenzio dello Stato dinanzi ai fatti gravissimi che si stanno susseguendo giorno dopo giorno nelle carceri d’Italia ed a farne le spese, ancora una volta, è solo la Polizia Penitenziaria. Noi non vorremmo crederci, ma stando agli ultimi eventi si percepisce sempre più forte la debolezza dell’Amministrazione Centrale, la quale non sembra riuscire a gestire come si conviene quei problemi principali che poi portano alle conseguenze peggiori”.
Il problema reale si interseca tra due fatti principali: il primo è quello del sovraffollamento delle carceri siciliane che come conseguenza porta anche ad un necessario incremento delle unità di agenti in servizio. Secondo quanto rende noto il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria ci sarebbero ad oggi poco più di 8 mila detenuti in 26 istituti penitenziari, all’incirca un sovraffollamento del 10 per cento rispetto alla reale ricettività delle strutture dell’Isola. Il sovraffollamento può generare, secondo i sindacati, ulteriori difficoltà nella gestione dei detenuti e facilitare episodi di aggressioni ai danni degli agenti. Così le parti sociali continuano a chiedere incrementi del personale penitenziario. Misure necessarie per ripristinare il rispetto delle norme comportamentali negli “spazi dell’eccezione”. “Sono in servizio in tutta la regione – dice il Provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Sicilia, Orazio Faramo – circa 5 mila agenti. Per far fronte con successo, però, alle necessità della vita carceraria ve ne dovrebbero essere 500 in più. Si tratta di una carenza stimabile attorno al 10 per cento”.
“Nella fattispecie l’Amministrazione – aggiunge l’Ugl – sembra incapace di poter affrontare adeguatamente il problema del sovraffollamento delle carceri, il problema che arreca alle istituzioni italiane la rilevante presenza di stranieri detenuti ed il gravissimo problema della carenza di organico della polizia penitenziaria che se non verrà ripristinato a breve potrebbe non soddisfare più neanche i minimi livelli di sicurezza”.
A testimonianza della difficile situazione delle carceri siciliane il fatto che si siano “scomodati” anche i massimi vertici nazionali dei sindacati della polizia penitenziaria. Ad esempio ha fatto tappa a Catania nei giorni scorsi il segretario nazionale dell’Ugl Polizia Penitenziaria, Giuseppe Moretti, il quale si è mostrato preoccupato e indignato allo stesso tempo. “C’è uno stato di abbandono in cui si trova il sistema penitenziario. Oggi più che mai il problema delle carceri deve essere posto all’apice dell’agenda di Governo e di tutte le forze politiche e istituzionali, per superare le condizioni di assoluto disagio in cui vivono i circa 70 mila reclusi, rispetto ad una capienza di non oltre i 45 mila, e con loro il personale di Polizia Penitenziaria e le altre figure professionali che operano nelle carceri. Aggressioni continue e problemi gestionali stanno minando un sistema che deve estrinsecare l’essenza dello Stato nel garantire la sicurezza della società, e che oggi cerca risposte ai propri limiti con provvedimenti che non possono non essere che di carattere eccezionale”.