“L’Ordine nasce per tutelare una professione nell’interesse dei cittadini. L’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è oggi un ente di diritto pubblico, dotato di una propria autonomia gestionale e decisionale, posto sotto la vigilanza del ministero della Sanità e coordinato nelle sue attività istituzionali dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri”.
“L’Ordine provinciale conta circa 6.500 iscritti”.
“La gente, anche per i risultati che si sono ottenuti negli ultimi trent’anni, crede erroneamente che la medicina possa risolvere tutti i problemi e quando ciò non avviene si pensa che sia colpa del singolo professionista o della struttura sanitaria. Oggi l’Italia è in grande difficoltà nel senso che la vita si è notevolmente allungata, l’assistenza sanitaria per gli anziani costa molto di più e il sistema pensionistico è andato in crisi. Ciò significa che bisogna fare delle scelte, anche perché la Sanità è finanziata con risorse definite”.
“Devo riconoscere il grande lavoro dell’assessore Russo, che sta raggiungendo risultati importanti. La nostra categoria sta collaborando, pur sapendo di dover fare anche qualche sacrificio, nella consapevolezza che si sta cambiando registro. Io provengo dal mondo sindacale, abbiamo accettato questa scommessa perché ci sembra una persona credibile. Se riuscirà a cambiare il sistema ne godranno tutti i cittadini e tutti gli operatori”.
“L’informatizzazione è ben accetta. Oggi tutta la Pubblica amministrazione non può farne a meno ma vanno chiariti alcuni aspetti perché quando si parla dei certificati online tutti quanti parlano del medico di famiglia, commettendo una incompletezza di informazioni perché la certificazione è patrimonio di tutti i medici del Servizio sanitario nazionale. Di conseguenza, tutti indistintamente, anche dal punto di vista temporale, devono essere messi nelle condizioni di poter certificare, che è un atto dovuto a cui tutti i medici devono rispondere. Se la risposta deve essere di natura informatica, tutti devono essere messi in grado di poterla dare”.
“In questo momento zero ma non dipende dall’informatizzazione. Infatti, quasi la totalità dei medici di medicina generale sono informatizzati (circa 500 medici su 550) ma per trasmettere il certificato online necessitano i codici di accesso, che devono essere forniti dall’Azienda territoriale che ancora non ha provveduto”.
“So che l’Azienda sanitaria provinciale si sta muovendo per ottenerli e avviare la distribuzione. Il direttore generale sta operando con grande impegno in tal senso. Altre province siciliane hanno già provveduto. Ma il ritardo di Messina non deve essere – a mio avviso – visto come un fatto negativo. Siccome i codici d’accesso devono essere forniti a tutti i medici che operano all’interno del Sistema sanitario nazionale, è possibile che l’Asp di Messina si stia dando da fare affinché siano informatizzati tutti e forse ha rallentato l’iter per i medici di medicina generale proprio per non creare un doppio binario. Se c’è incongruenza, il sistema potrebbe risentirne”.