Gli argomenti che vi elenchiamo sembrano non collegabili, ma se ci fate caso, indicano un comune denominatore: il caos delle irresponsabilità.
Per dieci anni, l’Anas non ha fatto i controlli sullo stato di manutenzione che le concessionarie dovevano fare, per mantenere le autostrade in uno standard almeno sufficiente. La peggiore fra tutte è la Catania-Messina, seguita a ruota dalla Messina-Palermo, in gestione al Cas. Com’è noto, non effettuare le manutenzioni obbligatorie previste nei contratti di concessioni comporta sanzioni pecuniarie e, al limite, la revoca delle concessioni.
Pietro Ciucci, presidente dell’Anas Spa, ha attivato questi controlli e ci auguriamo che la mannaia per le inadempienze cali senza indugi o inopportuni riguardi.
Lo scandalo del Titano è roba vecchia: un mistero che dura da oltre vent’anni. Com’è possibile che la vecchia Repubblica di San Marino, fondata nel 1291 e con poco più di 30 mila abitanti, possa gestire risorse finanziarie in enorme quantità, fare fatturati da nazioni di media dimensione e movimentare contanti come se vi fossero clienti di Marte ad averne bisogno? L’inchiesta della Procura di Forlì tenterà di squarciare il velo, ma intanto sorge una semplice domanda: come mai sui confini fra San Marino e l’Italia, che pure esistono sul terreno, non fanno servizio ventiquattro ore su ventiquattro le auto della Guardia di Finanza col compito di fermare i veicoli sospetti? Dal quadro descritto, è evidente che vi sono connivenze e interessi, anche di banche italiane, affinché quanto illustrato continui.
Il cuneo fiscale, come è noto, è la differenza fra il netto percepito dal dipendente e il costo complessivo del lavoro dell’azienda, che è all’incirca il doppio. La provocazione dell’imprenditore friuliano, Giorgio Fidenato, di corrispondere lo stipendio lordo in busta paga e lasciare ai dipendenti l’onere di pagarsi le proprie imposte, aiuterebbe questi ultimi a non essere gestiti da altri. Infatti, prenderebbero contezza delle imposte che pagano, non più trattenute dalle balie-datori di lavoro pubblici e privati. E si incazzerebbero!
La Procura di Udine è campione di efficienza, scrive Il Sole 24 ore. Ha una produttività eccezionale se confrontata con quella delle altre Procure. I dati sono inequivocabili con un carico di 850 procedimenti per ogni Pm. Non si capisce perché tutte le altre Procure italiane non debbano conformarsi, per produttività, a quella di Udine. In altre parole, i modelli di funzionamento debbono essere quelli virtuosi, cui gli altri si adeguano.
Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica francese, ha imposto la rinuncia agli spot per Tf1, il primo canale televisivo. Questo ha consentito di far migliorare la qualità dei programmi, che in tal modo non devono più inseguire l’audience. Ma, d’altra parte, sono diminuite le entrate pubblicitarie, per cui il bilancio della televisione francese si è contratto e ha portato a una riduzione di novecento dipendenti su 11 mila.
Il carrozzone Rai ha 12 mila dipendenti, di cui 2 mila giornalisti. Sarebbe utile che il primo canale fosse mondato dalla pubblicità e i dipendenti fossero ridotti, mediante il blocco del turn over, di almeno 2 mila unità.
La Svizzera ha varato la riforma delle pensioni senza alcun clamore. Uomini e donne via dal lavoro a 65 anni, né prima né dopo, senza eccezioni per categorie di alcun genere e tipo, neanche per i cosiddetti lavori usuranti o quelli di direzione. Ma la Svizzera non è l’Italia.
E infine, la strampalata sentenza della Cassazione: i genitori hanno l’obbligo di mantenere i figli finché non hanno il posto fisso. Non si capisce quale sia la ratio di questa sentenza. Una sorta di mammismo nei confronti dei figli che non vogliono crescere, che non si danno da fare, che non hanno amore per il proprio lavoro. Quei giudici non si sono andati a vedere, su migliaia di siti, il lavoro che c’è sol che le persone siano preparate. Avrebbero dovuto indurre i figli a prepararsi e cercare il miglior lavoro possibile.
Quanto prima indicato è il segno di un periodo nel quale non vi sono, nella Comunità, due valori fondamentali per farla crescere: merito e responsabilità.