Tutelare piccole realtà e spingerle all’impresa - QdS

Tutelare piccole realtà e spingerle all’impresa

Francesco Sanfilippo

Tutelare piccole realtà e spingerle all’impresa

mercoledì 03 Novembre 2010

Forum con Felice Coppolino, presidente regionale di Unicoop Sicilia

Che cos’è l’Unicoop? Quali sono i suoi obiettivi e i suoi intendimenti?
“L’Unicoop è un’associazione di assistenza, di tutela e di rappresentanza del movimento cooperativo. Nasce nel 1999 dall’esperienza nazionale di alcuni che avevano fatto parte di altre esperienze nelle centrali del mondo cooperativo. L’Unicoop è stata creata con l’intendimento di dare spazio e sfogo ad una necessità delle piccole cooperative rispetto a quelle delle grandi cooperative. In realtà, alla fine degli anni ‘90, si è avvertito l’allontanamento, a livello nazionale, delle grandi cooperative dalla base cooperativistica, proprio ciò che andava evitato. Dieci anni fa, esisteva una strategia imprenditoriale più intraprendente ma diversa da quella di oggi, per cui, dopo due esperienze andate male, si è riusciti a creare una struttura a livello nazionale che desse voce a quelle cooperative che non s’identificano con quelle c.d. “rosse” o “bianche”, che avevano rappresentato il mondo delle cooperative fino ad allora. I valori della socialità, infatti, non appartengono a nessun schieramento ideologico ma fanno parte di tutti e l’Unicoop nasce con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio delle piccole cooperative.
L’associazione, in pochi anni, ha avuto un tale successo che nel 2004 ha ottenuto il riconoscimento dell’attuale ministero delle Attività produttive, diventando la quinta centrale del mondo cooperativo. Durante il primo congresso che si è tenuto a Palermo nel 2007, la dirigenza si è resa conto che la difficoltà principale stava nella differenza di esperienza con le altre centrali cooperative che possedevano decenni di esperienza in più. Infatti, decenni di esperienza permettono a una centrale di radicarsi nel territorio, per cui la paura era di non riuscire a conseguire tale obiettivo. Oggi, in appena sei anni, l’Unicoop è presente a livello nazionale in tutte le regioni d’Italia con organizzazioni regionali e provinciali e la punta di diamante è proprio la Sicilia, dove sono affiliate all’organizzazione ben 1054 cooperative. In Sicilia, l’Unicoop è presente in tutte le province attraverso unioni provinciali autonome ed esiste un centro direzionale di formazione continua. La nascita così tarda si è rivelata un vantaggio, perché ha colto le esperienze delle altre centrali, che costituiscono sempre un punto di riferimento”.
Delle 1054 cooperative, quante provengono da altre esperienze cooperativistiche?
“Il 60% proviene da altre esperienze, mentre il 40% è costituito da nuove imprese, tenendo conto che nella regione era presente il fenomeno delle cooperative libere quando l’Unicoop è nata in Sicilia. Oggi, questo fenomeno non esiste più, perché la Sicilia è stata la prima regione a emanare un decreto, licenziato dall’ex assessorato alla Cooperazione, che ha posto fine a questo fenomeno estremamente negativo. In realtà, non si è messa in discussione la libertà delle cooperative, ma le centrali cooperative si sono rese conto che l’80% delle cooperative libere senza tutela né assistenza, facevano una concorrenza sleale in un mondo della cooperazione dove la collaborazione che punta sulla mutualità e sulla gestione comune è fondamentale”.
Come mai la Sicilia costituisce un punto di riferimento importante per l’Unicoop?
“La Sicilia ha sempre costituito un punto di riferimento, perché è la prima regione dell’Unicoop con 1054 cooperative su 3100 a livello nazionale. Ciò è accaduto perché le piccole cooperative sono assistite veramente e sono seguite costantemente fin dalla loro nascita, prospettando loro delle alternative imprenditoriali. La cooperativa nasce, spesso, per realizzare un’idea di una persona, che però necessità di altri individui per realizzarla. Se non c’è l’assistenza, la tutela e la valorizzazione dell’idea o del progetto, queste realtà sono destinate a morire. In questo senso, l’Unicoop registra l’1% di cessazioni di attività, mentre esiste una fluttuazione continua delle cooperative che entrano ed escono del 10%-15%. Ciò è importante, perché il movimento continuo permette alle cooperative di cogliere aspetti diversi”.
 

 
Aziende localizzate contro la globalizzazione con parametri da rispettare per non diventare Spa
 
In quali settori operano le vostre cooperative?
“Le cooperative iscritte all’Unicoop operano in tutti i settori, come l’agricoltura e la produzione del lavoro, i trasporti, il sociale e l’edilizia, oltre il settore pesca che è rappresentato in tutte le province”.
Che cosa intendete per piccole cooperative?
“Per piccole cooperative, s’intendono quelle aziende che rispettano certi parametri stabiliti dalla legge che non si limitano al solo fatturato. Le aziende sociali, che, oggi, hanno grande successo e che si occupano di assistenza verso la persona come anziani e malati, non rientrano nel concetto classico di cooperativa. In realtà, occorre tenere conto di un aspetto spesso trascurato, giacché la cooperativa è un’impresa localizzata ed è in antitesi al fenomeno globalizzazione che doveva mettere fuori gioco le economie locali. Invece, il mondo della cooperazione è in fermento e i servizi di consulenza e di assistenza che si sono voluti dedicare alle imprese, permettono di analizzare le particolarità aziendali, respingendo quelle che non si adattano al principio della mutualità prevalente”.
Quando una cooperativa non ha o non segue più questo principio?
“Le cooperative sociali non perdono mai il principio della mutualità prevalente, però le cooperative devono fare un passaggio obbligato che è la revisione o attività ispettiva che può essere annuale per la gran parte delle imprese o biennale, per quelle sociali o edilizie. Durante l’ispezione, l’attività delle cooperative è esaminata per controllare che non abbiano superato determinati parametri. Se ciò accadesse, le cooperative perderebbero il diritto ad avere alcuni vantaggi e rientrerebbero in altre tipi di società quali le Spa”.

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