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Scontro a distanza Bersani-Alfano, mentre Casini apre al voto anticipato

Si infiamma la politica nazionale dopo la decisione da parte del governo di fissare a febbraio (il 10-11) le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Il segretario dei Democratici, Pier Luigi Bersani dice no alla crisi di governo minacciata dal Pdl se non si farà l’election day ma si scontra con la posizione netta di Angelino Alfano. Pier Ferdinando Casini chiede che il Parlamento vari la legge elettorale e poi si vada alle urne. E Gianfranco Fini ribadisce di preferire l’election day perchè “una campagna elettorale di cinque mesi danneggerebbe il Paese”. Secondo il segretario del Pd la data “delle elezioni regionali, legge alla mano, è dovuta, obbligata. Quanto all’ipotesi di anticipare le elezioni politiche bisogna rispettare le prerogative del presidente della Repubblica”. Ma da via dell’Umiltà arriva il ‘niet’ di Alfano, che ripete che votare a febbraio per le Regionali e ad aprile per le politiche vorrebbe "una tassa di cento milioni sugli italiani". “Sulla crisi di governo, molto dipende da Bersani. – dice Alfano – se insiste a portare il paese a votare, per uno capriccio, venti giorni prima delle politiche, noi non possiamo seguirlo. è una follia, che il governo deve impedire”